Archive for the ‘Memoria’ Category

E’ caduto giù l’Armando

Friday, March 29th, 2013

Questa sera è morto Enzo Jannacci e siamo tutti un po’ più poveri.

Pietro Mennea

Thursday, March 21st, 2013

Certe frasi nel Giorno della Memoria

Monday, January 28th, 2013

Se pensate che certe frasi, come quella pronunciata da B proprio nella Giornata della Memoria di ieri, siano ininfluenti o al massimo superficiali, allora leggete questo ottimo articolo di Stefano Nazzi che poi ne riparliamo.

Il sonno della memoria genera mostri. La ragione aiuta la memoria a rimanere sveglia.

Giornata della memoria 2013

Saturday, January 26th, 2013

giornomemoria

Anche Moncalvo celebra la Giornata della Memoria. Domenica 27 gennaio ore 12:15 in Vicolo 27 Gennaio accensione delle 7 candele in ricordo dei 6 milioni di ebrei trucidati nei campi di sterminio nazisti, più una candela in ricordo di chi ebreo non era. Si ricorderanno anche i quattro deportati moncalvesi: Clelia Vitale ved.Foa, Estella Foa Colombo, Alberto Colombo, Amerigo Colombo.

Pomeriggio ore 15:30 nei locali della Biblioteca Civica momento di informazione e dialogo sul perchè il 27 gennaio è il giorno della memoria e presentazione della tesi di laurea “Gli ebrei di Moncalvo” degli studenti Silvia Facchinetti e Roberta Galetto.

Per non dimenticare.

RIP Aaron Swartz

Monday, January 14th, 2013

Per chi non sapesse chi era Aaron Swartz ecco un riassunto della sua breve e brillantissima vita. E qui un commento che non merita altre considerazioni se non la sottoscrizione parola per parola di quello che dice Mantellini.

Internet e l’informatica hanno perso un pilastro e tutti noi un grande uomo.

Sull’amore

Sunday, September 30th, 2012

Questa mattina mi sono alzato presto apposta per rivedermi questa “lezione” di Roberto Benigni sul V Canto dell’Inferno della Divina Commedia. Io lo farei vedere nelle scuole e agli incontri di catechismo.

Confessione di fede

Friday, August 24th, 2012

“Io credo in Dio, nella Trinità, nell’Incarnazione, nella Redenzione, nell’Eucarestia, negli insegnamenti dell’Evangelo. Credo, ovvero non faccio mio quanto la Chiesa dice al riguardo per affermarlo come si affermano dati dell’esperienza o teoremi di geometria, ma aderisco con l’amore alla verità perfetta, inafferrabile, racchiusa in tali misteri, e cerco di aprirle la mia anima affinchè la sua luce possa penetrare in me.

Non riconosco alla Chiesa alcun diritto di limitare le operazioni dell’intelligenza o le illuminazioni dell’amore nell’ambito del pensiero. Le riconosco la missione, in quanto depositaria dei sacramenti e custode dei testi sacri, di formulare decisioni su alcuni punti essenziali, ma soltanto a titolo di indicazioni per i fedeli. Non le riconosco il diritto d’imporre i commenti di cui circonda i misteri della fede come se fossero verità; e ancor meno il diritto di usare la minaccia e il timore esercitando, per imporli, il suo potere di privare dei sacramenti.

Per me, nello sforzo della riflessione, un disaccordo apparente o reale con l’insegnamento della Chiesa è soltanto motivo di sospendere a lungo il pensiero, di spingere il più lontano possibile l’indagine, l’attenzione e lo scrupolo, prima di osare affermare qualcosa. Ma è tutto. Detto questo, io medito su ogni problema relativo allo studio comparato delle religioni, sulla loro storia, sulla verità contenuta in ciascuna di esse, sui rapporti della religione con le forme profane della ricerca della verità e con l’insieme della vita profana, sul significato misterioso dei testi e delle tradizioni del cristianesimo; e tutto ciò senza preoccupazione alcuna di un possibile accordo o disaccordo con l’insegnamento dogmatico della Chiesa.

Sapendomi fallibile, sapendo che tutto il male che per debolezza lascio sussistere nella mia anima vi produce necessariamente una quantità proporzionale di menzogna e di errore, io dubito in qualche modo persino delle cose che mi appaiono più manifestamente certe. Ma tale dubbio concerne in pari misura tutti i miei pensieri, quelli che sono in accordo come quelli che sono in disaccordo con l’insegnamento della Chiesa.

Spero e conto fermamente di rimanere in siffatto atteggiamento fino alla morte. Sono certa che questo linguaggio non racchiuda alcun peccato. E’ pensando diversamente che commetterei un crimine contro la mia vocazione, che esige un’assoluta probità intellettuale. Nè posso discernere alcun movente umano o demoniaco all’origine di un simile atteggiamento. Esso può produrre solo pene, sconforto morale e isolamento. Soprattutto non ne può essere causa l’orgoglio ; perchè non c’è nulla che possa lusingare l’orgoglio in una situazione in cui si è agli occhi dei non credenti un caso patologico, dal momento che si aderisce a dogmi assurdi senza neppure la scusa di subire un’influenza sociale; mentre si ispira ai cattolici la benevolenza protettrice, un poco sdegnosa, di chi è arrivato verso chi è in cammino.

Non vedo dunque alcuna ragione di respingere il sentimento che è in me, cioè di perseverare in tale atteggiamento per obbedienza a Dio; se lo modificassi offenderei Dio, offenderei il Cristo, il quale ha detto: <<Io sono la verità>>. D’altra parte, già da molto tempo io provo un desiderio intenso e sempre crescente della comunione. Se si considerano i sacramenti un bene, se io stessa li considero tali, se li desidero, e se mi vengono rifiutati senza alcuna colpa da parte mia, non è forse questa una crudele ingiustizia?

Se mi si accordasse il battesimo, malgrado l’atteggiamento in cui persevero, si romperebbe con una consuetudine che dura da almeno diciassette secoli. Se questa rottura è giusta e desiderabile, se ci si rende conto che proprio oggi è di una urgenza più che vitale per la salvezza del cristianesimo – cosa che a me pare evidente – bisognerebbe allora, per la Chiesa e per il mondo, che si verificasse in forma eclatante, e non per iniziativa isolata di un prete disposto ad amministrare un battesimo oscuro e isolato.

Per tale motivo e per molti altri analoghi, fino ad ora non ho mai rivolto a un prete la domanda formale del battesimo. E non intendo farlo neppure ora. Tuttavia sento il bisogno – non astratto, ma pratico, reale, urgente – di sapere se, nel caso io lo domandassi, mi sarebbe accordato o rifiutato.”

(Simone Weil, Parigi 3 febbraio 1909 – Ashford 24 agosto 1943)

Mompracem!

Tuesday, August 21st, 2012

Io ci sono cresciuto con i romanzi di Salgari e la mia infanzia è un susseguirsi di sogni ambientati su prao malesi, dayachi tagliatori di teste, arrembaggi, paesaggi esotici e avventure mozzafiato.

E i ragazzi di oggi cosa leggono?

Alan Turing doodle

Saturday, June 23rd, 2012

Volete giocare con il codice binario? Oggi google propone il doodle dedicato al 100° anniversario della nascita di Alan Turing.

Ritorno a Gressoney

Sunday, June 17th, 2012

Ieri, complice la bella giornata e un giorno speciale da festeggiare, siamo andati con Adele in montagna a Gressoney. Era praticamente due anni che non ci andavamo, ma nulla è cambiato da allora e tutte le cose che a me e Katia piaccino della montagna ci hanno regalato una giornata divertente e rilassante.

Il paesaggio, i prati verdissimi con i fiori dai mille colori, le cime del monte rosa innevate, il testa grigia con il bivacco lateltin, le mucche , le capre e le pecore al pascolo, i silenzi la sensazione di infinito che solo la montagna può darti: tutto bello.

Capanna Carla è sempre l’ottimo ristorante che ricordavo, Serena e Federico fanno sempre l’ottimo bicerin e la buonissima pasticceria al Caffè Lyskamm, il lago Grover con il suo parco giochi è sempre un ottimo posto per far giocare bambini e rilassare adulti e dove Adele non finiva più di giocare.

Eppure tornando a casa mi ha preso la malinconia, non perchè passerà tempo prima di ritornare avendo promesso ad Adele di fare il picnic al lago, ma perchè sulla via del ritorno siamo passati da Wald dove abbiamo visto una folla di ragazzi di un oratorio divertirsi come matti. E mi è ritornato in mente questo post che parla anche di occasioni mancate. E la malinconia si è fatta sentire.