A questo post pubblicato il 18 febbraio mi risponde il Prof. Gallo con questa mail:
Il nostro sito è nato come strumento di comunicazione interna all’istituto con 94 utenti
registrati. Alcuni dei contenuti sono stati pubblicati direttamente dagli alunni guidati
e sollecitati dai docenti.
Da quando ho attivato google analytics (alcuni mesi dopo l’attivazione del sito) abbiamo
avuto oltre 40.000 contatti univoci e oltre 160.000 accessi ai contenuti.
Accanto a Joomla abbiamo installato la piattaforma di e-learning Moodle, che, già
attivata e sperimentata, verrà utilizzata, inizialmente, per attività musicali online.
Per quanto riguarda uno spazio blog, credo che sarebbe più efficace utilizzare in modo
intelligente facebook. Fra i sogni ancora da realizzare, non appena sarà attiva la
Biblioteca d’Istituto Cerruti Silvia c’è uno spazio su facebook gestito da un docente e
relativo alla lettura.
Come ho già sottolineato, immagino le difficoltà incontrate dal Prof. Gallo nella realizzazione del progetto e nel coinvolgere i professori e gli alunni. La stessa sua frase finale sui blog e la pagina su FB è sintomatica del nostro vedere la rete secondo le “mode” del momento.
Attenzione, non sto dicendo che FB sia una moda, i numeri parlano chiaro, voglio solo sottolineare che FB non è internet, ne è una parte, importante quanto si vuole, ma una parte; e impostare un tentativo di educazione alla rete partendo solo dai social network per me è limitativo. I social network anzitutto non sono soloFB, gli strumenti sociali del web 2.0 sono molteplici, pensiamo solo ai wiki, ai blog, allo stesso youtube; fissare la nostra attenzione su un solo strumento, per quanto conosciuto, limita la visione d’insieme della rete e il suo utilizzo. Se progetto di educazione alla rete deve essere, dovrebbe essere il più possibile completo.
Detto questo, come già scritto, massima stima e sostegno al Prof. Gallo e ancora un suggerimento: perchè non incontrarci e provare a fare qualcosa insieme?