Archive for February, 2011

Hi-tech italiano

Monday, February 28th, 2011

Ho scritto molte volte sul declino tecnologico e non solo dell’italia, per esempio in questo post, o in questo, o in questo, e anche in altri.

Segnalo perciò con particolare piacere l’inchiesta di Wired sui (pochi) distretti tecnologici ancora esistenti in Italia. Piccole e medie realtà che cercano di resistere e fare innovazione in un paese sempre più con lo sguardo rivolto al passato. Ed è da questi che una seria politica industriale dovrebbe ripartire. Come si legge nell’inchiesta:

È difficile che il Paese possa riacquistare a breve una posizione di punta sul piano dell’alta tecnologia …..  ma queste  sacche di resistenza possono comunque dare molte opportunità di crescita e garantire effetti di spillover importanti sull’intera industria”.

Non capisco

Sunday, February 27th, 2011

Le esternazioni del nostro B non conoscono limiti: con i carabinieri voleva fare il carabiniere, con i cattolici tradizionalisti contesta la scuola pubblica, amico ai limiti della complicità con sanguinari dittatori. Ricorda lo Zelig di Woody Allen.

Non capisco, e vorrei tanto capire, quella parte di italiani che ancora lo sostiene.

Gli insorti di Bengasi

Thursday, February 24th, 2011

Un reportage dalla Libia, più precisamente dalla città di Bengasi, di Lorenzo Cremonesi famoso inviato di guerra del Corriere della Sera, conferma che sono in particolare i giovani il vero motore della rivolta in Libia contro il regime del colonnello Gheddafi.

Giovani che utilizzano telefonini e internet, giovani che hanno avuto notizie di prima mano delle rivolte vicine in Tunisia e in Egitto, giovani come i due piloti di caccia che facendo scalpore hanno disertato a Malta (si noti a Malta e non in Italia) per non obbedire agli ordini di bombardare i rivoltosi di Bengasi.

Su Il Post aggiornamenti momento per momento.

Più Libia per tutti

Thursday, February 24th, 2011

In queste tragiche ore, dove si manifesta in modo chiaro la nostra inadeguatezza in politica estera, la scarsa considerazione e lo scarso prestigio che ormai abbiamo a livello internazionale, la nostra incapacità di essere nel mediterraneo una nazione guida, ruolo che ci potrebbe competere visto la nostra posizione geografica e strategica, ecco cosa dice il presidente della commissione affari esteri del Senato il famoso Lamberto Dini:

«L’Italia non auspica la fine del Colonnello, non abbiamo ragioni per volere la caduta di un leader che oggi intrattiene buoni rapporti con tutta la comunità internazionale»

(via Il Post)

Scrivere per il web

Sunday, February 20th, 2011

Riflettevo questa sera mentre mi aggiornavo sui vari blog che frequento, quanto stia diventando sempre più importante saper scrivere bene per il web. A prima vista può sembrare un paradosso che nell’epoca dell’immagine, del video, della multimedialità spinta, sia ancora importante la parola. Ma a guardar bene il cosidetto web 2.0 è in buona parte condivisione di idee, emozioni, pensieri, che trovano ancora nella scrittura il mezzo principale per esprimersi.

Pensiamo ai blog, ai wiki, ai forum che popolano la rete, per non parlare di Twitter dove in soli 140 caratteri sono spesso concentrati pensieri anche complessi e che paradossalmente non ha risentito delle astruse abbrevviazioni tipo sms. Ma anche gli stessi social network come FB invitano comunque alla scrittura.

Resta il fatto che scrivere per il web è cosa certamente diversa che scrivere sulla carta, fosse anche solo per noi stessi. Il mezzo è diverso, diverso è l’approccio e l’attenzione che il possibile lettore ha. Vale sempre il detto: “Scrivere bene vuol dire pensare bene?” Secondo me si. Ma questo non porta automaticamente ha scrivere testi buoni per il web.

In internet una preziosa risorsa sull’argomento è il blog del Mestire di Scrivere di Luisa Carrada, una vera miniera di suggerimenti, guide, vere e proprie mini-lezioni tenute dai maggiori esperti di quello che viene definito web writing. Un blog e un sito tutto da leggere per appunto imparare a scrivere.

Moncalvo e la rete

Friday, February 18th, 2011

Vorrei condividere con i miei famosi 25 lettori alcune riflessioni che da qualche tempo mi ronzano nella testa e che con questo post spero di rendere più chiare: l’argomento è il rapporto tra Moncalvo, inteso come comunità di persone e internet e in generale le nuove tecnologie.

Recentemente, grazie anche all’interessamento dell’amministrazione comunale, si sono risolti i problemi relativi alla linea adsl che impedivano, per chi aveva una connessione, una velocità normale, e per chi era sprovvisto di linea adsl, la possibilità di sottoscrivere un contratto con uno dei tanti ISP italiani. Telecom Italia ha aggiornato la propria centrale a Moncalvo e ora tutto è stato risolto.

Tutto bene quindi? All’apparenza si, ma a me qualche cosa non torna. Ovviamente la banda larga serve, eccome, ma sarebbe opportuno usarla. Invece guardando al panorama della presenza in rete della nostra comunità a me sembra di vedere una landa desolata, tanto che delle volte mi viene il sospetto che tutto il can can sulla lentezza della adsl moncalvese sia stato fatto per fare solo p2p, aggiornarsi più velocemente il profilo su FB o scaricare più velocemente foto o filmati.

Come già detto in questo post, l’unica presenza in rete di Moncalvo, a parte il sito istituzionale delle biblioteca civica, che venga aggiornato con regolarità, che cerchi di uscire da quella che io chiamo “logica da depliant” è quello istituzionale dell’Istituto Comprensivo di Moncalvo, curato dal Prof. Pietro Gallo, autentico pioniere dell’informatizzazione di Moncalvo, e delle scuole.  Il sito che gestisce ha perlomeno il merito di non fermarsi alla semplice presentazione dell’attività scolastica, ma cerca di andare oltre, di presentare e prendere in considerazione altri argomenti all’apparenza anche con nessun legame con l’attività scolastica, cerca di stabilire un dialogo, attraverso l’uso dei commenti ai post, con i possibili frequentatori del sito.

Non vorrei sembrare un fans del Prof. Gallo, al quale mi lega una amicizia mista ad ammirazione di lunga data, ma vorrei sottolineare come, partendo da posizioni opposte, lui ha iniziato con Apple io con Windows, ci si è ritrovati entrambi a condividere idee molto simili sulla rete, sui social network, sul software open source. E immagino gli sforzi che fa’ per cercare di fare entrare la tecnologia, internet, le nuove tecniche di e-lerning, l’utilizzo di LIM, in un’ istituzione restia al cambiamento.

Ma proprio perchè ritengo il sito che gestisce la punta avanzata, anzi l’unica, dell’educazione alla rete della nostra comunità lo invito a fare un passo avanti. Dovrebbe maggiormente coinvolgere i professori e gli alunni nella gestione del sito; magari permettendo l’apertura di blog o wiki di classe dove sia possibile fare esperienza diretta di cosa è internet, la collaborazione su un progetto, la possibilità di esprimere le proprie idee e confrontarle con quelle degli altri, la possibilità di esprimere il proprio talento o sperimentare nuovi linguaggi di comunicazione o addirittura nuovi modi di studiare e imparare. Un ottimo spunto per quello che si può fare è il libro di Sergio Maistrello: La Parte Abitata della Rete.

Insegnare ai ragazzi che la rete non è solo il proprio profilo su FB o la chat con l’amico, forse ci permetterà in futuro di avere persone che hanno con internet un rapporto diverso, forse più vero, di quello attuale, ne aumenterà la padronanza e l’utilizzo sarà veramente alternativo rispetto ai massmedia.

Il cugino dell’iPad

Thursday, February 10th, 2011

Hp ha presentato ieri il proprio TouchPad che dovrebbe fare concorrenza all’iPad della Apple. Sistema operativo WebOs, processore  1,2 GHz, 16 0 32 GB di memoria, schermo da 9,7 pollici e sopra ci gira anche Flash, nell’aspetto è simile all’iPad.

Interessante il commento di Rogerdodger su Il Post che si interroga sul perchè Microsoft stia perdendo (con windows) questo mercato che rappresenta il futuro (probabilmente) dei pc mobili di domani, con tutte le conseguenze del caso.

Non è un paese per guru

Tuesday, February 1st, 2011

E’ uscito il libro di Alessandro Trocino che analizza (e critica) le ascese al successo di Saviano, Petrini, Camilleri, Allevi, Grillo, Corona. Un libro che partendo dall’analisi del successo dei sopracitati maitre a penser arriva ad una spietata critica della cultura cosidetta di sinistra e progressista.

Un libro sicuramente in controtendenza rispetto all’andazzo attuale della cultura di sinistra, (alla quale sento di appartenere) e che pone una serie di interrogativi sul perchè essa non incida in profondita nella società e non sia portatrice di cambiamenti.

Qui la recensione de Il Post