Vorrei condividere con i miei famosi 25 lettori alcune riflessioni che da qualche tempo mi ronzano nella testa e che con questo post spero di rendere più chiare: l’argomento è il rapporto tra Moncalvo, inteso come comunità di persone e internet e in generale le nuove tecnologie.
Recentemente, grazie anche all’interessamento dell’amministrazione comunale, si sono risolti i problemi relativi alla linea adsl che impedivano, per chi aveva una connessione, una velocità normale, e per chi era sprovvisto di linea adsl, la possibilità di sottoscrivere un contratto con uno dei tanti ISP italiani. Telecom Italia ha aggiornato la propria centrale a Moncalvo e ora tutto è stato risolto.
Tutto bene quindi? All’apparenza si, ma a me qualche cosa non torna. Ovviamente la banda larga serve, eccome, ma sarebbe opportuno usarla. Invece guardando al panorama della presenza in rete della nostra comunità a me sembra di vedere una landa desolata, tanto che delle volte mi viene il sospetto che tutto il can can sulla lentezza della adsl moncalvese sia stato fatto per fare solo p2p, aggiornarsi più velocemente il profilo su FB o scaricare più velocemente foto o filmati.
Come già detto in questo post, l’unica presenza in rete di Moncalvo, a parte il sito istituzionale delle biblioteca civica, che venga aggiornato con regolarità, che cerchi di uscire da quella che io chiamo “logica da depliant” è quello istituzionale dell’Istituto Comprensivo di Moncalvo, curato dal Prof. Pietro Gallo, autentico pioniere dell’informatizzazione di Moncalvo, e delle scuole. Il sito che gestisce ha perlomeno il merito di non fermarsi alla semplice presentazione dell’attività scolastica, ma cerca di andare oltre, di presentare e prendere in considerazione altri argomenti all’apparenza anche con nessun legame con l’attività scolastica, cerca di stabilire un dialogo, attraverso l’uso dei commenti ai post, con i possibili frequentatori del sito.
Non vorrei sembrare un fans del Prof. Gallo, al quale mi lega una amicizia mista ad ammirazione di lunga data, ma vorrei sottolineare come, partendo da posizioni opposte, lui ha iniziato con Apple io con Windows, ci si è ritrovati entrambi a condividere idee molto simili sulla rete, sui social network, sul software open source. E immagino gli sforzi che fa’ per cercare di fare entrare la tecnologia, internet, le nuove tecniche di e-lerning, l’utilizzo di LIM, in un’ istituzione restia al cambiamento.
Ma proprio perchè ritengo il sito che gestisce la punta avanzata, anzi l’unica, dell’educazione alla rete della nostra comunità lo invito a fare un passo avanti. Dovrebbe maggiormente coinvolgere i professori e gli alunni nella gestione del sito; magari permettendo l’apertura di blog o wiki di classe dove sia possibile fare esperienza diretta di cosa è internet, la collaborazione su un progetto, la possibilità di esprimere le proprie idee e confrontarle con quelle degli altri, la possibilità di esprimere il proprio talento o sperimentare nuovi linguaggi di comunicazione o addirittura nuovi modi di studiare e imparare. Un ottimo spunto per quello che si può fare è il libro di Sergio Maistrello: La Parte Abitata della Rete.
Insegnare ai ragazzi che la rete non è solo il proprio profilo su FB o la chat con l’amico, forse ci permetterà in futuro di avere persone che hanno con internet un rapporto diverso, forse più vero, di quello attuale, ne aumenterà la padronanza e l’utilizzo sarà veramente alternativo rispetto ai massmedia.