Archive for May, 2020

L’attenzione

Sunday, May 24th, 2020

In un bellissimo libro che consiglio: “la variante di Luneburg” c’è una parte dedicata all’attenzione. Il protagonista sbaglia una mossa di scacchi e perde la partita. Il suo maestro gli fa trovare, il giorno dopo, un articolo di cronaca dove c’è raccontato un incidente con vittime. L’articolo è accompagnato da poche righe dove ci si domanda se quello che è accaduto non fosse dipeso anche dalla scarsa attenzione della mossa.

Simone Weil ha scritto cose bellissime sull’attenzione definendola la forma più rara e pura di generosità e come non ricordare in film blu di Kieslowski la frase rivolta alla protagonista: “bisogna sempre guardarsi intorno”.

Chi può dire con certezza che le proprie parole o azioni non hanno nessuna influenza? Il fatto stesso di essere qui su internet è perché pensiamo (la maggioranza di noi) che perlomeno i nostri pensieri qualcosa valgono e ci piacerebbe condividerli con gli altri. Una sorta di attenzione agli altri nel cercare di donare un qualcosa di noi. Ma c’è anche un’attivazione verso se stessi, lo sforzo di pensare bene, di scrivere bene, non dimenticando che le nostre parole sono pesanti.

L’attenzione ci permette di raccogliere i frutti più profondi della propria umanità, sospendendo il nostro pensiero per lasciarlo disponibile, vuoto e permeabile dall’oggetto.

Torna l’oratorio alla T.T.

Saturday, May 23rd, 2020

In questi giorni Moncalvo è stata scossa da una grande notizia: il generoso gesto della famiglia Piacenza di donare alla Parrocchia di Moncalvo i locali del vecchio oratorio salesiano annesso alla ex fabbrica della T.T.

In quei locali generazioni di moncalvesi sono cresciuti, hanno giocato, hanno lavorato, ed è stato un po’ come ritornare indietro negli anni.

Mi riprometto di scrivere qualcosa di più approfondito nei prossimi giorni; quello che però mi è subito venuto in mente è che questa è davvero l’occasione della vita per Moncalvo ma che senza un senso di comunità e fare squadra non sapremo coglierla appieno. Anzi rischiamo di soccombere.

E mi è venuto in mente il discorso di Al Pacino

Un’idea davvero “Winer”

Thursday, May 21st, 2020

Ho già parlato più volte su questo blog degli amici di Winer, in particolare, di Carlo e della sua nuova start up Sanvittore. E non intendo ripetermi negli elogi. Dico solo che averne nel Monferrato di persone e aziende come la loro.

Questi ragazzi, forse sognatori, ma con i piedi ben piantati nel territorio (o meglio nel terroir per restare in tema) hanno lanciato una iniziativa di sostegno e rilancio per il settore del vino. Un nuovo progetto legato alla loro start up e alla produzione del vino.

L’idea è quella di investire un capitale per diventare “proprietari” di un certo numero di barbatelle di un vigneto. Questo ci permetterà di avere la possibilità di acquistare a prezzo super agevolato il vino prodotto da quel vigneto o eventualmente di venderlo. Penserà a tutto l’azienda che gestirà il vigneto, e se proprio vuoi diventare protagonista di questo affascinante mondo basterà una semplice mail per partecipare in prima persona sia ai lavori in vigna che a quelli in cantina.

Una sorta mezzadria 4.0, una sharing wine con la quale chiunque può produrre il proprio vino, realizzare il proprio sogno di diventare un vigneron e farsi la propria cantina.

L’innovazione, le nuove tecnologie, la capacità di guardare al futuro e scommettere sulla partecipazione attiva, il credere nelle potenzialità del territorio sapendole declinare con i tempi moderni. Questo deve essere adesso la nostra stella polare: partire dal territorio, dalle tradizioni, in un certo qual modo dal passato ma non per rimpiangerlo o idealizzarlo; ma al contrario per trovare la spinta e le idee per il futuro che ci meritiamo.

A questo link trovate tutte le info del progetto. E perchè non prendere in considerazione l’idea? Del resto spendiamo soldi per soddisfare quelle che crediamo passioni e magari non ci soddisfano fino in fondo; invece una bottiglia di vino in cantina, pronta per essere degustata con il nostro piatto preferito. E come diceva il grande Giacomo Bologna detto Il Braida:

Costruitevi
una cantina ampia, spaziosa, ben
aerata e rallegratela di tante belle bottiglie,
queste ritte, quelle coricate, da
considerare con occhio amico nelle sere di
Primavera, Estate, Autunno e Inverno
sogghignando al pensiero
di quell’uomo senza canti e senza suoni,
senza donne e senza vino,
che dovrebbe vivere
una decina d’anni più di voi
(Giacomo Bologna)

Moncalvo e la rete sempre un passo indietro

Friday, May 1st, 2020

Leggo che l’amico Manuel è promotore di questa iniziativa. Un gesto generoso, come è nel suo carattere. Lui ci crede nella rete, nelle potenzialità immense che internet ha; nella capacità di inventarsi e reinventarsi nell’era digitale. Ci divide forse questo: Manuel crede che per Moncalvo e in generale per il Monferrato serve un apripista, uno che lanci l’idea, prepara lo strumento e gli altri seguiranno, useranno lo strumento e saremo tutti felici. Io non sono d’accordo e provo a spiegarlo meglio.

Per chi frequenta questo blog o mi conosce, sa quanto io creda nelle potenzialità della rete; nel valore della cultura digitale; nella necessità di comprendere e guidare (e non subire) l’enorme cambiamento che questa rivoluzione sta portando nelle nostre vite. E proprio perchè credo che questa cultura digitale non si acquisisce semplicemente conoscendo i social o facendo acquisti online, non penso che l’iniziativa di Manuel cambi la situazione “digitale” di Moncalvo. I moncalvesi non conoscono internet; la frequentano, permettetemi un paradosso, per sentito dire, per passaparola. Gli stessi social, praticamente il 99,99% ha solo facebook come non esistesse altro, sono frequentati per gioco, senza nessun contributo originale o, quelle rare volte che c’è, è solo di riporto.

Se pensiamo che la pagina internet più frequentata di Moncalvo è probabilmente quella del gruppo facebook “Sei di Moncalvo se“, ci si rende conto della pochezza della cultura digitale che abbiamo. Non voglio assolutamente sminuire il lavoro (e lo sforzo) dell’amico Denis, ma se all’inizio avevo accolto con favore “Sei di Moncalvo se”; adesso ne scorgo i limiti e l’incapacità (o la non volontà) di pensare altro che non sia chiacchiericcio.

Io non credo che i commercianti, le aziende moncalvesi, non colgano le opportunità offerte dalle nuove tecnologie perchè non hanno lo strumento (il marketplace di Manuel); molto più semplicemente non lo conoscono, lo ignorano, pensano che non serva. E’ questione di cultura digitale e non di strumenti.

Ed è anche questione di costanza, nelle grandi e nelle piccole cose. Vi ricordate le magnifiche sorti progressiste di Moncalvo WebTV, il portale moncalvomonferrato, la pagina FB di Moncalvo e via di seguito? Il cimitero dell’internet moncalvese è affollato anche per mancanza di costanza.

Certo che serve il progetto, ma serve costanza, impegno, capacità di produrre contenuti e di innovare. Come ben sanno, a pochi chilometri da Moncalvo, gli amici di Vini Olivetta che hanno colto l’opportunità della
presenza online dell’azienda. O l’amico Carlo Farotto, moncalvese docg e quindi emigrato perchè nemo propheta in patria, con la sua startup Sanvittore.

E siccome credo di avere un poco di cultura digitale (e di costanza) non mi permetto di fare dell’ironia con un post su FB (e solo perchè siccome sono su FB sono digitale e tu no) perchè un commerciante moncalvese scrive “tele” invece che “cellulare”. Forse andrebbe aiutato, questo commerciante, a comprendere meglio l’innovazione digitale con la quale dobbiamo, volenti o nolenti, convivere.

E non parlo dello smart working, il problema della fibra ottica e della NGN, la presenza online delle più importanti manifestazioni moncalvesi, le associazioni e potrei continuare.

Sono pessimista? Si lo sono. Ma questo non mi impedisce di pensare e credere che ci si debba impegnare per un progetto serio di alfabetizzazione digitale. Qui, ora, adesso.
Perchè questa è una delle tante lezioni di questo periodo Covid-19 e cito una frase che mi ha colpito molto: La strada da percorrere è una sola: se utilizzeremo l’intelligenza artificiale solo per vendere qualche unità di prodotto in più, non solo avremo sprecato la straordinaria opportunità di capire di più il mondo, ma avremo commesso l’errore di adattare il nostro mondo all’ambiente operativo di una macchina, e non viceversa.
E il costo da pagare per scelte non fatte o fatte male con superficialità sarà altissimo.