Domani si vota e io andrò ad esercitare il mio diritto/dovere. Non sono convinto su nessun programma dei partiti che si presentano, nè tanto meno stimo senza riserve i singoli candidati. E’ pur vero che sono vicino alle posizioni del PD, come si evince da qui, e ho votato con convinzione (e due volte) Matteo Renzi alle primarie, ma questo non significa che abbia fiducia cieca in Bersani, persona che sarebbe stata un buon presidente del consiglio 20 anni fa; ma che adesso, salvo clamorose smentite, ci propone una visione del presente simile al passato e una non visione di futuro.
La destra, il centro, la lega non mi hanno mai attratto, li ho sempre sentiti distanti dai miei riferimenti culturali, filosofici e spirituali. Nè tanto meno in questi anni hanno saputo convincermi, anzi. Per quanto riguarda il M5S idem. Non mi piace l’idea dell’uomo solo al comando (nonostante quello che sostengo i militanti del M5S), non mi convince la loro fiducia cieca nella rete e nella democrazia diretta, nè li considero i soli depositari del rinnovamento e dell’innovazione, come scrive giustamente Sandrone Dazieri.
Ho riflettuto a lungo, mi ha in parte convinto l’appello di Matteo Renzi quando ha detto di andare a votare non per se stessi, ma per i bambini che nasceranno quest’anno e che si ritroveranno un l’Italia frutto delle nostre scelte di oggi. Ma come dice giustamente Luca Sofri, questa è davvero l’ultima volta.
Domani vado a votare, non per me, ma per Adele.