Non me ne vogliano gli amici di Moncalvo Web Tg, ma sinceramente mi aspettavo qualcosa di più. Sono passati con oggi 14 giorni dalla prima puntata pubblicata su Youtube e ancora nessuna notizia sulle altre.
Due settimane di “silenzio e nessun nuovo contenuto” possono essere accettabili se stiamo parlando di un sito web o di un blog, anche se il buonsenso e l’esperienza della rete consigliano di aggiornare i contenuti almeno una volta a settimana; le trovo eccessive invece rispetto alle premesse con cui è nato il progetto.
Capisco e conosco la fatica della costanza. Capisco anche che il progetto è comunque “amatoriale” e fatto nel tempo libero. Ma proprio per queste ragioni andava secondo me pensato meglio, con scadenze certe e magari senza il tam-tam della pubblicità mediante l’affissione di manifesti nei negozi di Moncalvo che invitano a seguire il notiziario su Youtube e la pagina di Facebook, sapendo che magari non si ha tempo/voglia per aggiornare i contenuti.
E per quanto riguarda FB, chi mi legge sa che non lo amo molto, ma qui non c’entra il piacere o non piacere, io ho cercato la pagina ma senza riuscire a trovarla. Che non sia pubblica? Perchè se così fosse mi spiegate perchè si vuole fare un tg sul web legato ad una pagina FB che solo gli iscritti possono vederla? Si confonde il mezzo con il fine: FB non è tutta la rete, anche se a qualcuno piace crederlo, ci sono utenti non registrati al servizio che quindi sono automaticamente tagliati fuori se una pagina non è pubblica. Se informazione deve essere, deve essere per tutti.
Come giustamente scrivono Mantellini, Scorza e d’Angelo, se la bozza circolata in rete sulla regolamentazione del diritto d’autore e dei nuovi poteri all’Agcom, risultasse poi quella approvata e diventasse legge; allora la tanto lodata cabina di regia per l’Agenda Digitale era solo uno specchietto per le allodole e come più volte confermato dai fatti, alla clesse dirigente di questo paese di internet e delle nuove tecnologie non frega niente. Se non per regolamentare e censurare.
Con buona pace di quel gruppo di visionari che ancora si ostina (ma fino a quando se i risultati sono questi?) a cercare di fare uscire l’Italia e gli italiani dal digital divede tecnologico e culturale.
Dopo il Kindle versione base disponibile anche in Italia, dal 27 aprile Amazon distribuirà anche la versione touch. Non ho più scuse per rinviare l’acquisto.
Ma io mi faccio questa semplice domanda: Ma perchè i media tradizionali (giornali) continuano a dare spazio solo a queste notizie ignorando completamente le ricadute positive che i social network e tutto il web 2.0 ha generato nel mondo della scuola?
E non è che c’è anche da parte del mondo scolastico (dirigenti e professori) una disattenzione, una approssimazione, nel rapportarsi con internet e i social network? Chi forma i formatori?
Il 18 marzo scorso è terminato l’anno anniversario dei 150 anni dell’unità d’Italia. Manifestazioni dovunque, Moncalvo compresa, grandi dibattiti sul risorgimento e via discorrendo. Ma forse oltre a guardarci indietro per ritrovare o riscoprire il perchè siamo una nazione, per comprendere meglio le ragioni del perchè siamo così; sarebbe stato bello che guardassimo anche al futuro, immaginando un’idea di come “fare gli italiani” dei prossimi anni. Come giustamente osserva Gramellini su La Stampa alla festa è mancato il futuro.
Una bella iniziativa partita da alcuni giovani moncalvese è il canale su Youtube MoncalvoWebTg. Qui è possibile vedere il primo webtg realizzato. Complimenti a Samuele Bosco per l’iniziativa.
Se posso permettermi un link di suggerimento ai ragazzi di MoncalvoWebTg ecco il sito di Antenna306 di Casola Valsenio, con spunti interessanti. Peraltro con Paride di Antenna306 siamo stati colleghi e siamo ancora amici.
Sembra quasi una storia dal futuro, invece è da oggi realtà. Sul sito del Miur (Ministero dell’Istruzione) sono disponibili con licenza Creative Commons 3.0 (CC-BY) la maggior parte dei dati sulla scuola italiana. Una rivoluzione voluta dal Ministro Profumo e dai suoi sei giovani consulenti. Uno svecchiamento non da poco.
Non sei d’accordo con il regolamento di acquedotto? Lo ritieni ingiusto e lesivo nei tuoi confronti di utente? Allora fai una bella battaglia con le autorità competenti: Autorità d’Ambito, le Associazioni di Consumatori e anche con la giustizia amministrativa come è stato fatto da alcuni utenti per le quote di fognatura e depurazione con la sentenza 335. Ma non prendi il telefono per insultare chi, tra mille difficoltà, cerca di fare bene, tutti i giorni, il proprio lavoro.