L’iniziativa del IlPost (promossa da direttore Luca Sofri) di mettere a confronto il magistrato Dambruoso, promotore di una proposta di legge contro la diffamazione che riguarda molto da vicino internet, e il noto blogger Mantellini rientra nella categoria delle iniziative di buona volontà tipiche degli accordi di pace tra contendenti ambedue convinti che l’altro sia quanto di peggio possa esistere.
Da un po di tempo a questa parte la politica (lo stato) sforna iniziative, proposte, idee, su internet e le nuove tecnologie che molto spesso e con ragione sono viste, da chi la rete la conosce e frequenta, come tentativi di imbavagliarla, controllarla, limitarla. Se da una parte questo viene visto come la conferma che la politica (e l’amministrazione) è incompetente su internet, ferma a categorie mentali ormai completamente superate e non adattabili al nuovo rappresentato dalla rete, dall’altra parte questo atteggiamento viene percepito come una prova di come invece sia necessario intervenire e legiferare per rendere la rete meno far west o jungla.
Esiste però una terza categoria di persone, e Luca Sofri è tra questi, che non si arrendono a questa separazione e provano a gettare ponti, occasioni di incontri tra i due pensieri; perchè spiegarsi a vicenda aiuta a comprendere le ragioni dell’altro e a valutare correttamente le proprie.
Qualcuno una volta ha detto che “occhio per occhio rende il mondo cieco”, la contrapposizione tra chi vede internet come un’opportunità e chi come un pericolo non aiuta lo sviluppo della rete stessa e non aiuta l’Italia ad uscire dalla crisi (economica,sociale,politica,civile) nella quale è.
Sarebbe ora che noi abitanti consapevoli della rete abbandonassimo quell’idea che tanto stuzzica il nostro ego, di essere “migliori” degli altri. Mettiamoci in prima persona noi a divulgare, a promuovere, quella cultura digitale in cui crediamo.