Ogni cosa alla sua stagione

Prendo a prestito il titolo di un bel libro di Enzo Bianchi perchè ieri sera mi è venuta voglia di rileggermi questo post scritto un anno fa in occasione dell’inizio dell’estate ragazzi 2011 in oratorio. La prima cosa che mi ha colpito è stata che nonostante sia passato un anno, quello che allora scrissi oggi è ancora valido, se non di più.

Questo blog, nato come diario personale e luogo dove scrivere sulle cose che mi interessano, era stato concepito anche come possibile mezzo di scambio e confronto di idee sull’animazione e sull’oratorio. Ma molte cose sono avvenute da quando il blog è nato su Windows Live Spaces e poi esportato su WordPress.

Degli avvenimenti accaduti nella Parrocchia di Moncalvo ho già scritto, ma del mio progressivo abbandono da ogni coinvolgimento nell’oratorio e in parrocchia poco ho lasciato trapelare. Ogni cosa alla sua stagione, e quella dell’oratorio, dell’animazione, dell’attività in parrocchia per me è una stagione chiusa.

Ringrazio quei cari amici che, con costanza, cercano di tenermi informato di quanto accade in oratorio o in parrocchia. Li capisco e sono riconoscente a loro e alla loro lodevole intenzione di farmi restare agganciato ad un ambiente che non sento più mio. E’ probabile che in qualche modo li sto deludendo, tradendo, abbandonando e questo mi dispiace. Mi piacerebbe che capissero quanto gli voglio bene, che quello che insieme abbiamo vissuto, sperimentato, cercato di costruire, è stato in primo luogo un premio per noi stessi; una scintilla di amore fraterno vissuto qui sulla terra, tra di noi. Il viaggio è il premio diceva Steve Jobs. Se sono ancora qui a scrivere, se penso almeno di non sapere, lo devo ad alcuni carissimi amici e alle esperienze vissute insieme.

Posso avere dei rimpianti per come ho agito o per cose che non ho fatto. Ma sono anche consapevole che ad oggi le mie idee e opinioni non sono conformi al pensiero dominante in voga  in oratorio o in parrocchia. Difficile scrivere di animazione se non si sperimenta sul campo, se non ci si sporca le mani con i ragazzi, stando insieme a loro, vivendo con loro.

Un caro amico mi citava Qohelet e i celebri versetti sul tempo. Ora è tempo di dedicarsi ad altro e ad altri.

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One Response to “Ogni cosa alla sua stagione”

  1. […] abbiamo visto una folla di ragazzi di un oratorio divertirsi come matti. E mi è ritornato in mente questo post che parla anche di occasioni mancate. E la malinconia si è fatta sentire. […]

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