Posts Tagged ‘personale’

Voglie di aggiornamenti

Saturday, September 16th, 2023

Dopo che Swami ha aperto il suo blog, mi ha preso la scimmia di aggiornare il mio; in particolare la parte grafica.

Tutto questo con le mie limitate competenze di grafica ed il poco tempo a disposizione.

Magari chiedo a Swami qualche dritta, che lei è brava! 😁😜

Primo post 2023

Thursday, January 5th, 2023
anno2023

Questo primo post del 2023 è per tranquillizzare i miei affezionati (ancora?) 5 lettori che non ho abbandonato il blog.

E’ un periodo un poco difficile anche per me; ma non intendo annoiarvi con parole tristi. Guardiamo a questo nuovo anno con fiducia e speranza.

Riscopriamo la nostra umanità cercando di mantenere (ricostruire) quelle reti di relazioni, affetti, amicizie che danno significato alla nostra vita, al nostro essere umani. Perché quando si allargano le braccia, i muri cadono. Accoglienza vuol dire costruire dei ponti e non dei muri.

Che davvero questo nuovo anno ci permetta di realizzare i nostri sogni.

Quella casa in montagna

Monday, June 13th, 2022

Da ragazzo ho imparato ad amare la montagna facendo campi-scuola in questa casa dei Salesiani. Estati passati a giocare nel grande parco, in giro per Gressoney, in passeggiata verso il Colle Pinter e i suoi laghi, o verso il Passo di Valnera.

Le serate nel grande salone con i giochi che non finivano mai alle 22:30 e che cercavamo di prolungare almeno fino alle 23. Le missioni notturne verso la cucina e le spaghettate abusive delle due di notte.

Giornate di sorrisi, amicizie, incontri, circondati dalla bellezza del Monte Rosa che ci guardava benevolmente come quei sette ragazzi di Gressoney che lo scalarono per cercare la mitica valle incantata, terra di origine dei Walser.

Eravamo felici come solo i ragazzi sanno esserlo, o forse era solo perché allora era più facile essere felici rispetto ad oggi.

Ormai sono anni che quella casa è stata venduta ed è chiusa. Eppure tutte le volte che torno a Gressoney non posso fare a meno di andarla a vedere. Si cerca sempre di ritornare nei luoghi dove si è stati felici; anche quando si è coscienti che il passato non potrà ritornare. E’ una delle maledizioni di noi uomini.

Io non potrò mai fare grandi scalate o lunghi trekking, e non so nemmeno se riuscirò mai a realizzare il mio sogno di arrivare almeno alla Hochlicht (Alta Luce) o anche solo sotto la TestaGrigia. Purtroppo così è la mia vita, la vita di uno della seconda occasione. Alcune cose mi sono state ridate, altre tolte.

Ma in quella casa ho imparato ad amare la montagna, ad amarla come si amano le persone che ci sono più care. Sapendo di essere riamato così come sono, con i miei limiti e difetti.

In montagna non mi sono mai sentito inadeguato anche non potendo raggiungere una vetta. Ho imparato che conta molto di più come affronto il sentiero, piuttosto che arrivare in cima, e dove puoi solo scendere perché non puoi andare in nessun altro posto.

Ho un piccolo rito quando raggiungo una meta (un colle, un rifugio, una piccola cima): lascio una pietra che ho preso a valle. Perché anche io sono una pietra che è rotolata giù dalla vita.

E’ una delle tante cose che ho imparato in quella casa da ragazzo.

Adesso anche su Instagram

Sunday, April 24th, 2022

Dopo molta riflessione, e spinto anche dall’insistenza dell’amica @swamile, a proposito seguitela su IG https://www.instagram.com/swamilee_/ oppure su Twitter https://twitter.com/swamilee perché è veramente brava. Comunque, tornando ai miei affezionati 5 lettori, la notizie è che dopo Twitter il sottoscritto ha aperto un account anche su Instagram (IG).

Qui a lato ci sono i primi post con le prime foto e vediamo che succederà. Speriamo di saper gestire sti due social (già a volte facevo fatica con uno…). L’account su IG è sempre @mcsimoneweil https://www.instagram.com/mcsimoneweil/

Vabbè ragazzi, ci si becca su IG; capitasse mai non sapesse cosa fare.

Sempre pronti anche ad ascoltare e capire?

Sunday, April 3rd, 2022

Siamo sempre pronti a condannare, a puntare il dito. Lo facciamo spesso anche quando non comprendiamo molto delle ragioni che spingono a certe scelte.

Noi sappiamo. Noi ci informiamo su internet (malamente) e questo ci autorizza a giudicare con misure precisissime le azioni altrui. Ma non applichiamo le stesse misure nel giudizio di noi stessi.

Siamo bravissimi ad imporre (e posare) pesi sulle spalle degli altri, ma questi pesi ci guardiamo bene dal portarli noi stessi e ancora meno ci passa per la mente (e il cuore) di aiutare chi li porta.

Viviamo nascosti dietro i nostri profili social e i nostri schermi, facendo trapelare di noi un’immagine non sempre corrispondente di noi stessi.

Alcuni sono senza vergogna, mentre altri passano la vita a vergognarsi.

Eppure non c’è niente di più importante nei rapporti umani della capacità di ascoltare e capire.

La mia Festa del papà 2022

Saturday, March 19th, 2022

Oggi è giornata malinconica per chi, come me, ha perso il papà quando era ancora piccolo. Vivi l’infanzia alla ricerca perenne di appigli e cerchi in altri ciò che purtroppo non potranno darti mai appieno.

Si viene su come una giovane pianta senza un palo a cui appoggiarsi, storti, nodosi, robusti e fragili allo stesso tempo. Cristalli di vetro pronti a rompersi al primo ricordo tirato fuori da cassetti della memoria tenuti rigorosamente chiusi.

Eppure è così la vita; ad alcuni presenta subito il conto ancora prima di sedersi. E non posso non sentire dentro di me lo strazio e la sofferenza dei bambini ucraini in questo giorno

Se è vero che nessun padre dovrebbe sopravvivere ai propri figli è ancora più vero che nessun figlio dovrebbe essere lasciato solo.

Ma noi siamo anche quello che perdiamo (come ha scritto l’amica @LaRobiErre su Twitter) e questo alla fine conta e pesa sul nostro essere umani.

Ti voglio bene papà, ovunque tu sia

Pensieri disordinati su questi ultimi anni

Saturday, February 26th, 2022

Quando poi ci passerà la sbornia ideologica, allora spero potremmo ragionare su questi ultimi anni. Su quello che è successo, sul come e sul perché.

Aveva ragione Faber quando cantava “anche se vi credete assolti siete lo stesso coinvolti”. E noi tutti, anche noi moncalvesi, siamo responsabili di questi giorni che stiamo vivendo.

Siamo responsabili di aver dato credito a quanti ci dicevano di non fidarci l’uno dell’altro. Siamo responsabili di aver messo alla base del nostro rapporto con gli altri il sospetto e il terrore di essere ingannati. Siamo responsabili di aver costruito non una comunità, ma una serie di gruppi autoreferenziali, in perenne tensione e competizione l’uno con l’altro.

E forse, cosa ancora più grave, abbiamo permesso che il nostro rapporto con gli altri si basasse sul potere; Simone Weil direbbe sulla Forza. Che è spesso la forza di una posizione di prestigio; altre volte è la forza morale o spirituale di una posizione o di una persona.

Abbiamo permesso che passasse l’idea di vedere l’altro non come un fratello, con cui condividere un pezzo di cammino, ma come una persona (nella migliore delle ipotesi) da correggere e inquadrare nel nostro schema mentale preconfezionato, o peggio, da assimilare nel nostro gruppo, come fanno i Borg di Star Trek.

Siamo spaventati dalla diversità perché la vediamo come una minaccia alla nostra vita, alla nostra visione del mondo. Perché ci siamo autoconvinti che la nostra visione è la sola giusta e tutte le altre sbagliate. Mentre è solo dalla diversità che può nascere la ricchezza dell’uomo, ed è proprio la diversità che preserva la nostra umanità.

Ci siamo costruiti una corazza, come gli angeli di Win Wenders, che ci fa vedere la realtà in bianco e nero invece che a colori. Ma noi siamo angeli con una sola ala, che non possono volare se non abbracciati ad altri. Non ci serve la corazza, ci servono mani per stringere ed abbracciare. E sorrisi per accogliere e ascoltare. E gambe per camminare insieme verso mete comuni.

In questi ultimi anni a Moncalvo e nel mondo sono accadute molte cose. Spesso siamo stati spettatori distratti ed indifferenti, pensando che quello che facevamo noi era comunque giusto.

Io non sono di questa opinione. E credo ci vorrà molto tempo per uscire dal tunnel nel quale ci siamo infilati. Ma si esce dalla caverna se si prende coscienza che le ombre che vediamo non sono la realtà. La realtà è fuori, è altrove.

Potremmo recuperare il nostro essere comunità, il nostro senso di società solo quando inizieremo a pensare come “noi” e non come “io e i miei”.

Quando inizieremo nuovamente a condividere, quando penseremo che nessun uomo è un isola, che nessuno può farcela da solo, allora saremo sulla strada giusta.

Sono una persona triste

Friday, February 18th, 2022

Questa che sta per finire è stata una settimana difficile sia in ufficio che nella vita. Dell’ufficio sorvolo per carità di patria. Per la vita invece voglio rendervi partecipi di una mia riflessione che ho fatto.

In pochi giorni sono mancati il papà di un mio carissimo amico e poi la mamma di altri due mie carissimi amici. Persone che mi conoscevano da quando ero un ragazzino. Insieme ai loro figli sono cresciuto e abbiamo sognato di poter cambiare se non il mondo, almeno il nostro paese e insieme le nostre vite.

Poi come sempre la vita ci ha separato e costretti a fare scelte differenti. Ma sempre siamo rimasti in contatto e non appena ci siamo ritrovato, vaffanculo le restrizioni: ci siamo abbracciati e stretti forte perché ci vogliamo bene; e il volersi bene vuol dire anche abbracciarsi e far sentire che ci sei, che sei lì con loro, fisicamente, a condividere il loro dolore.

E proprio in quei momenti ho pensato che fondamentalmente io sono una persona triste e pessimista. Triste e pessimista perché vivo perennemente diviso tra i ricordi del passato (quindi cose che non sono più e non possono più essere) e sogni nel futuro (quindi cose che non sono ancora e difficilmente saranno).

Una persona in perenne bilico tra questi due opposti non può che essere triste.

Iniziamo insieme questo 2022

Tuesday, January 4th, 2022

Quest’anno sono in grande ritardo. Poco tempo e scarsa ispirazione per scrivere qualcosa di decente.

Un 2021 terminato come era iniziato: senza particolari momenti da ricordare. Un 2022 che inizia ancora sotto il segno di questa pandemia che se all’inizio sembrava dover tirare fuori il meglio di noi, adesso, spesso, tira fuori solo la parte peggiore.

Credo che sarà un anno di transizione per me. Lavorativa e di vita. Non mi aspetto nulla, anzi; la mia natura pessimista mi fa’ sempre aspettare il peggio.

Sarà un anno di anniversari e di bilanci. Spero che le persone alle quali voglio bene (e che hanno fatto la pazzia di legare la loro vita alla mia) siano felici e che per loro sia l’anno dei loro sogni.

Quest’anno mi piacerebbe vincere qualche mia paura e lasciarmi andare, nella vita ma anche qui, sul blog o su Twitter. Seguire finalmente il cuore. E smettere di pensare sempre alle conseguenze, ai come, ai perché, e questo e quello. Vivere e amare.

Un anno finalmente a colori.

Lo auguro a tutti.

Il mio “peggior” difetto

Friday, November 12th, 2021

Ieri sera, dopo parecchio tempo, con un caro amico abbiamo provato a rivederci per parlare un po’. La serata non è andata come previsto per problemi per così dire logistici: nessun bar era aperto. E quindi abbiamo rimediato con la buona e vecchia passeggiata in piazza.

Non abbiamo parlato moltissimo e ci siamo ripromessi di ritentare per la prossima settimana (bar permettendo); ma qualcosa ci siamo comunque detti ed è stato come ritornare ai bei tempi della nostra gioventù.

Tra i pensieri che ci siamo scambiati, uno in particolare mi ha colpito, quando abbiamo parlato della mia intransigenza intellettuale e del mio non risparmiare critiche e/o osservazioni, indipendentemente dall’interlocutore.

E’ vero: sono una persona che cerca di analizzare e capire le cose anzitutto con la proprio testa e che non si accontenta delle spiegazioni pronte e servite da altri. So che alcuni patiscono questo e mi dispiace.

Sono però altresì convinto che solo una buona dialettica (con persone disposte a rinunciare alla loro “certa” verità) possa permette un vero incontro con l’altro; e raggiungere se non la Verità Assoluta, perlomeno una idea condivisa di verità. Per poi ritrovarci fratelli e uomini, partecipi dell’umanità tutta.

Per me, iniziare un rapporto con una persona, significa ascoltarla e parlarci insieme. Scambiarci idee e pensieri, senza pregiudizi o a-priori. Sono però altresì ragionevolmente sicuro di alcuni pensieri e idee coltivate negli anni. Disposto anche a metterle in discussione. Però dall’altra parte ci deve essere lo sforzo di capirle e la capacità dialettica di farmi vedere i punti deboli o gli errori. Non mi basta sentirmi dire “è così e basta”.

Come Simone Weil (che mi perdoni per il paragone) sono una persona con una nostalgia infinita per la socialità, per l’amicizia. Ma al contempo che taglia via senza pietà ciò che nel rapporto con gli altri è illusione e/o forza.

Si, il mio peggior “difetto” è il pensare con la mia testa.