Sami Modiano per non dimenticare
Ieri pomeriggio con i ragazzi si rifletteva su quali sono i nostri influencer, quelle persone che in un modo o nell’altro hanno influenza sulla nostra vita. Le risposte sono state le più diverse: chi l’amica, chi il proprio attore/cantante preferito, chi i nonni, eccetera.
In un buon gruppo, ma anche in un team, l’animatore o comunque colui che “guida” ha una grande influenza sugli altri ma questa deve essere accompagnata da una grande responsabilità. Quanti gruppi si sono bruciati e le persone si sono perse per la mania di grandezza di uno. Da grandi poteri derivano grandi responsabilità.
Più che influencer sarebbe bello cercare di essere compagni di strada, fare insieme un cammino, esperienze. Mi piace molto l’idea che le persone che in qualche modo sono dei miei riferimenti, facciano un pezzo di strada insieme a me, mi aspettino/mi aiutino se sono in difficoltà. Poi magari ad un bivio della vita ci si separa per fare strade diverse e cercare altri compagni di viaggio; ma le esperienze, il vissuto e il ricordo del cammino fatto insieme rimarranno per sempre. Questo è quello che mi piacerebbe essere.
Questo è quello che serve alle nuove generazioni: dei compagni di strada.
Oggi mi sono sorpreso a riflettere su quanto abbiamo bisogno di un compagno di viaggio; una persona che cammini insieme a noi, ci stia accanto nei momenti si e in quelli no, ci faccia riflettere e senza giudicarci troppo ci consigli e ci sostenga durante il cammino.
Una frase sentita oggi mi ha colpito: nella nostra società, dove ormai tutti hanno un tutor, il personal trainer, l’accompagnatore, il segretario, il cuoco a domicilio, in ambito di crescita personale (e di fede per chi crede) ci vantiamo di essere autodidatti e autonomi. Mai che chiediamo aiuto, che cerchiamo qualcuno che ci accompagni.
Se non sbaglio (vado a memoria) nel Vangelo di Giovanni quando i primi discepoli incontrano Gesù gli chiedono: “dove abiti” e non è che Gesù risponde: “guarda abito qui a questo indirizzo oppure mandami un messaggio o un whatsapp”. No risponde: “venite e vedrete”. Come a dire: mettiamoci insieme in cammino, venite, facciamo un percorso insieme perché due è meglio di uno.
A me piace camminare, soprattutto in montagna, mi sento più vicino all’umanità. Quando in montagna sei sul sentiero, ci sei tu, la natura (e Dio per chi crede) ed ogni uomo che incontri è un fratello ché non c’è differenza tra la tua fatica e la sua. Per questo in montagna, come in mare, si tende sempre la mano nel bisogno e non ci si pone mai la domanda se aiutare o no.
Spero di essere stato un buon compagno di viaggio per qualcuno e se non lo sono stato chiedo perdono. Vuoi tu essere mio compagno di viaggio?
Piccola storia di ufficio:
Tra colleghi si parla di compleanni. Io sono nato il 16 giugno, il più bel giorno dell’anno, anche se sul calendario è indicato Sant’Aureliano che non ho mai sentito.
Io rispondo ridendo: <<Sant’Aureliano Buendia!>>
<<Chi?!?>>
<<Il colonnello Aureliano Buendia promotore di 32 insurrezioni e tutte perse, il primo uomo nato a Macondo, protagonista del libro Cent’anni di Solitudine>>
<<E chi è?!? Io ho letto giusto i libri di scuola>>
Sipario