La dichiarazioni di Monti sui diritti civili ha suscitato molte polemiche in rete. Ora io non capisco la difficoltà di concedere pari diritti a tutti, indipendentemente dall’orientamento sessuale.
Un altra cosa che non capisco è l’idea di Monti che sostiene non essere compito del governo avere un idea di società. Ma in democrazia non si elegge un governo solo per l’amministrazione corrente, ma anche per l’idea di futuro che ha.
Secondo voi, Monti, che idea di futuro dell’Italia ha? Visto che quando parla di politica e economia cita in continuazione l’Europa, ma ben si guarda di citarla quando parla di diritti civili.
Questa sera ho seguito il confronto tra Bersani e Renzi per il ballottaggio delle primarie cdx. Continuo a ritenere Bersani una brava persona, certamente competente, ma che ha fatto il suo tempo. Sarebbe stato veramente dirompente se si fosse candidato premier 20 anni fa. Ma adesso non credo abbia ancora qualcosa da dire o un’idea di futuro che possa servire all’Italia, sopratutto nella situazione attuale.
L’altra sera all’Infedele un sostenitore di Renzi, citando Giorgia Meloni in collegamento, ha detto: “Pensate se nel 2013 lo scontro per diventare Presidente del Consiglio fosse tra Meloni e Renzi. Invece forse ci toccherà ancora Berlusconi e Bersani”. Ecco, forse la domanda che ci dobbiamo fare è tutta qui.
Guardiamoci allo specchio e poi, chi li ha, guardi i propri figli. Che futuro sto lasciando a me e a loro? Un paese guidato da una persona certamente brava e perbene come Bersani, ma comunque un “conservatore”, una persona del 900, una persona prudente, con un’idea di futuro tutto sommato ordinario, senza slanci, che non è molto diverso dal presente che viviamo. Oppure mi piacerebbe che a guidare il mio paese fosse una persona della mia generazione, cresciuto nel disincanto dalle ideologie, ma non per questo senza una scala di valori, un ragazzo che sogna un’Italia diversa, un “Grande Paese” per citare un ottimo libro sul tema. Dove davvero si possono realizzare sogni, le persone, a cominciare dai bambini, sono importanti, tutti partono dallo stesso punto per la corsa della vita e poi sta alle rispettive capacità. Un paese che guarda finalmente al futuro senza paura e al passato senza nostalgia.
Ecco pensavo a tutto questo e mi leggevo i commenti a caldo sul confronto, confermandomi nell’opinione che mai, come adesso, il cambiamento è davvero a portata di mano.
Poi capito sul blog di Mantellini e ci trovo questo post di commento alla trasmissione. Non riuscivo più a smettere di ridere! Fantastico Mantellini.
Gli amici di Moncalvo Web Tg hanno messo online dopo 6 mesi la terza puntata. Qualche problema con l’audio ma come ho già scritto l’iniziativa deve essere sostenuta anche se non è esente da errori.
Questa mattina mi sono alzato presto apposta per rivedermi questa “lezione” di Roberto Benigni sul V Canto dell’Inferno della Divina Commedia. Io lo farei vedere nelle scuole e agli incontri di catechismo.
Non sono un grande appassionato di tv e raramente la guardo, perciò mi rammarico di essermi perso la serie Romanzo Criminale, tratta dall’omonimo libro di Giancarlo De Cataldo e ispirato alla storia della Banda della Magliana.
Dagli spezzoni visti su youtube comprendo bene le lodi che questa serie tv ha ampiamente meritato. Mai si era vista e prodotta in Italia una fiction così. Roba da pulp fiction.
Rispetto alle nostre fiction buoniste un salto abissale non credete?
Ma con tutto il rispetto, in questo benedetto paese, una persona in gamba, competente, con meno di 60 anni c’è? Oppure siamo destinati ad avere solo questi?
Leggo su Il Post che è morto l’attore Peter Falk, più conosciuto come “Il Tenente Colombo”, e subito la memoria ritorno alle mie domenica sera di quando, bambino, non mi perdevo una puntata del “Tenente Colombo”. Episodi preferiti visti e rivisti: “L’illusionista alias il grande santini” e “l’ultimo scaccomatto” ma devo confessare che questo solo perchè il delitto è ambientanto nel mondo degli scacchisti e degli scacchi. Ricordo che per il grande Garry Kasparov, gli scacchi sono lo sport più violento che esista.
Ieri sera, complice le giornate particolari che la Chiesa sta celebrando, mi sono rivisto questa bellissima intervista a Enzo Bianchi Priore della Comunità di Bose.
Non si placano in rete le polemiche suscitata dalla puntata di Report del 11 10 aprile, dedicata ad una inchiesta su Internet e i Social Network dal titolo “Il prodotto sei tu”.
Io ho seguito la trasmissione tra un gioco e l’altro di Adele, e quindi posso anche sbagliarmi, ma a me ha lasciato una sensazione di insoddisfazione per come si è svolta la puntata. Troppe divagazioni, troppi argomenti portati avanti parallelamente che invece sareppero da affrontare uno per uno. Si è partiti dai social network, poi passati a google, poi al phishing, poi alla pirateria, poi nuovamente allo spamming, accenni al diritto d’autore, accenni all’anonimato in rete e alle botnet: insomma troppi temi complessi per una trasmissione con tempi limitati. Il tutto, mi è parso, condito con un sottofondo di allarmismo, che a mio parere non giova alla conoscenza di internet: esempio il tipo che si è visto bucare l’account del suo indirizzo mail perchè usava una password comunissima.
A mente fredda capisco che chi è dentro alla rete e bene o male la conosce, sia rimasto infastidito dalla “superficialità”, nel senso di mancato approfondimento, dell’inchiesta di Report e le spiegazioni date dalla Gabbanelli all’Unità sono comprensibili in parte, perchè fino a quando i vecchi media non dedicheranno più informazione, più spazi per approfondimento su Internet, ci dovremmo accontetare di quello che passa il convento e certamente la cultura digitale in Italia non farà passi avanti.
Per chi volesse approfondire il dibattito qui e qui trova le pagina de Il Post, qui un commento di Mantellini, qui la lettera di Matteo Bordone su Wired, qui l’opinione di Anna Masera.
Questa sera Don Andrea Gallo è stato ospite di Daria Bignardi alle Invasioni Barbariche. Una lezione di cristianesimo per ripartire insieme dagli ultimi.