Che il nostro paese non sia un paese per giovani è ormai appurato.
Uno però spera che nella città in cui vive, e dove, apparentemente, ci sono tutte le possibilità, per fare meglio, le cose possano essere diverse.
Invece anche in questo caso Moncalvo si adegua, china la testa, e con grande disinteresse della cittadinanza, si uniforma allo standard nazionale.
Che una cara amica, per anni punto di riferimento dell’animazione dei giovani e dell’oratorio di Moncalvo, una persona veramente splendida, illuminata e lungimirante, rassegni le dimissioni e abbandoni (per scoramento e mancanza di sostegno) questo suo impegno, è segno definitivo ed inequivocabile del fallimento totale della nostra comunità.
Un fallimento che viene da lontano (sia chiaro), ma che negli ultimi anni è stato accellerato e reso inesorabile da scelte scellerate compiute sopra la testa delle persone, senza una minima parvenza di confronto e dialogo.
Una debacle totale, opera certamente della Chiesa ma anche della società civile moncalvese.
Ma a noi moncalvesi questo non interessa, se è vero, come è vero che la notizia di queste dimissioni, non ha suscitato nessuna reazione nella nostra comunità. E anche il solito sito gossipparo di Sei di Moncalvo se ben si guarda di pubblicare qualcosa di diverso dai soliti post.
Ma i moncalvesi sono così, fanno a gara a guardare (o pubblicare) l’ultimo reel su IG dell’attuale lista di maggioranza (che si ricandida e che sulla carta avrebbe fatto la rivoluzione giovane) senza preoccuparsi minimamente che quest’estate rischiano di non saper dove mandare i bambini e i ragazzi; dal momento che l’Oratorio di Moncalvo sembra scomparso.
No, Moncalvo non è una città per giovani.