Penso tutto il male possibile, come molti altri del resto, sul probabile controllo di Telefonica su Telecom. E che tutto questo sia accaduto è, se ce ne fosse ancora bisogno, la prova della totale incapacità della nostra classe dirigente (politica in primis) nell’affrontare la realtà di internet, della rete e le sfide della società dell’informazione.
L’altro giorno in ufficio una collega ha fatto questa affermazione: “Il futuro dell’Italia è l’agricoltura”, ed era convinta di quello che diceva. Lei pensa davvero che ci salveremo con il ritorno alla terra. Io, pur convinto della necessità dell’agricoltura e dei nostri primati nel campo, spero ancora che ciò non accada. Non perché sia un tecnofilo cieco, non sono un fanatico del progresso ad ogni costo, ma perché semplicemente penso che internet, la rete, non è solo quella che in questo momento sto usando, è molto di più. E’ anche un nuovo modo di affrontare i problemi e le complessità del mondo, anche dell’agricoltura.
Come molti altri, ritengo la rete una risorsa strategica per lo sviluppo del paese e il lasciare che questa sia controllata da “stranieri” non credo sia un bene per noi e per i nostri figli.
Quintarelli nei suoi post chiarisce bene queste cose. E il fatto che lui, una delle persone che ha “creato internet in Italia”, sia solo spettatore e non attore di quello che succede, la dice lunga sulla capacità di valorizzare il talento di noi italiani.