Archive for December, 2020

Un diario di bordo per il 2021

Saturday, December 26th, 2020

Il Natale 2020 ha portato in dono un bellissimo regalo per una giovane che si affaccia alla vita. E’ un regalo apparentemente fuori tempo quello di un pennino, un diario, una serie di boccette di inchiostro colorato.

Perché un genitore, che per di più ha un blog, approva un regalo come questo? Apparentemente sembra un regalo inutile in questa nostra era dominata dalla tecnologia, dalla presenza online, dai selfie, dal pubblicarsi costantemente.

Ma sui nostri profili social, in rete, pubblichiamo veramente quello che siamo o solo quello che gli altri si aspettano di vedere? Siamo originali o semplici fotocopie? Lasciamo parlare veramente i nostri pensieri, il nostro cuore, o ci limitiamo al più facile copia-incolla?

Credo non ci sia nulla di più emozionante che scrivere un diario; il proprio diario di bordo. Senza nessuna pretesa se non quella di mettere nero su bianco le proprie emozioni e il proprio affacciarsi alla vita. Raccontare e raccontarsi scrivendo non è solo crescita personale, è un poco come andare in montagna: si sale fisicamente ma si scende spiritualmente nelle profondità del nostro animo, dei nostri pensieri.

Così è per la scrittura: la pagina bianca è qualcosa che ci spaventa e terrorizza con la sua immensità rinchiusa in un A4. Poi incominciamo a scrivere, e man mano saliamo questa paura, iniziando a riempire di parole quello spazio bianco. Ma al contempo scendiamo dentro noi stessi; scaviamo nelle nostre emozioni, sentimenti, pensieri per fissarli in parole. All’inizio abbiamo paura ad immergerci completamente dentro quel mare che è la nostra intimità; come un giovane pescatore di spugne ancora timoroso di restare immerso a lungo sott’acqua. Poi pian piano si prende confidenza e ci si tuffa sempre più in profondità e sempre più a lungo per tirar fuori perle preziose. Che stupiscono noi stessi per primi.

E’ stato detto che scrivere è terapeutico. Forse prima ancora che terapeutico è necessario a noi stessi. Scrivere bene è pensare bene. Iniziando da ragazzi e proseguendo per tutta la vita. Lo facciamo per noi stessi e per gli altri.

La parrocchia di Moncalvo è smart

Sunday, December 20th, 2020

Gli amici Alessandro Anselmo de Il Monferrato e Giuseppe Prosio di La Stampa sono stati così gentili da scrivere un articolo sul progetto di “Parrocchia Smart ” fortemente voluto e portato avanti dal parroco Don Giorgio Bertola, dai catechisti e dai ragazzi dell’oratorio della Parrocchia di Moncalvo. I veri protagonisti sono loro e anche il merito è giusto che venga riconosciuto.

Insomma: date un occhiata al sito della Parrocchia di Moncalvo (non tanto per me), ma per i ragazzi che se lo meritano.

Natale 2020

Saturday, December 19th, 2020

Per questo strano Natale 2020 ho un solo desiderio: quello di avere in dono il talento di scrivere tutto quello che ho dentro. La rabbia, la frustrazione, il desiderio di mandare tutto a ramengo come si dice dalle mie parti.

Non riesco a trovare un solo motivo per festeggiare in questo periodo. Credevo di aver superato indenne tutti le conseguenze psicologiche di questo periodo; invece mi sto rendendo conto che queste mi hanno scavato dentro togliendomi sicurezza, voglia di vivere, impegnarsi, affrontare comunque la vita.

E’ vero che mi sto impegnando in alcuni progetto che mi stanno a cuore, ma è come se lo facesse un’altra persona. E’ come stessi guardando un altro che si impegna. E le piccole soddisfazioni che si ottengono non scalfiscono il muro duro dell’indifferenza, della tristezza.

Mai come quest’anno sento la mancanza di mia mamma e mio papà e di un loro abbraccio.

Qualità della vita 2020: Provincia di Asti al 70° posto. Una riflessione

Monday, December 14th, 2020

Oggi è uscita la classifica (curata da Il Sole24ore) sulla qualità della vita 2020 nelle provincie italiane. Anche quest’anno registriamo delle pessime performance sia di Asti (70° posto), che di Alessandria (75° posto).

Le due province di riferimento per Moncalvo sono ancora arretrate rispetto alla prima indagine di 31 anni fa. Insomma dopo anni non siamo riusciti neanche ad arrivare, non dico nei primi 20, ma a metà classifica.

Una sconfitta senza appello che ci condanna sia come cittadini, sia come amministratori. Una incapacità di visione, di scarsa lungimiranza, di non saper lavorare in rete e attrarre talenti e ricchezza.

Impressionanti sono alcuni dati che riguardano la provincia di Asti, in particolare quelli riguardo all’innovazione:

101° posto per enti attivi con PagoPa

95° posto per fondi europei per Agenda Digitale

95° posto per la formazione continua

90° posto per SPID erogate

61° posto per POS attivi

79° posto per imprese in rete

104° posto per startup innovative

90° posto per connessioni internet 100Mbit/s

57° posto per carte identità elettroniche

Una resa su tutta la linea, una sconfitta senza appello che ci riguarda tutti.

Ma altri dati fanno veramente riflettere, come per esempio 81° posto come spesa sociale degli enti locali; nonostante sappiamo quanto la nostra popolazione sia anziana. Oppure il 94° posto per quanto riguarda numero di palestre e 80° posto per i Fondi europei per l’attrazione culturale, naturale e turistica; nonostante ci si vanti del riconoscimento Unesco e non passi giorno senza magnificare la nostra vocazione turistica da parte di tutti i nostri amministratori.

Certo, sono consapevole che per altri indicatori siamo invece molto avanti; per esempio su tutti quelli che riguardano Ricchezza e Consumi (siamo come media al 15° posto), oppure quelli Affari e Lavoro (siamo mediamente al 37° posto). Ma tutto questo non può rallegrarci. Anzi è un’ulteriore accusa, perché segno che la ricchezza della provincia, del territorio, non è investita nella società, non serve al progresso di tutti noi. Al contrario è mero accumulo e basta, senza capacità di crescita sociale e culturale. E’ una ricchezza sterile.

Come poter invertire il trend? Come risalite la china? Io non ho nessuna ricetta facile. Il cammino è lungo e saranno necessari anni. Credo che tutti, dagli amministratori locali, agli imprenditori, ai cittadini, siano chiamati al cambiamento.

Concentriamoci sull’innovazione, sulle potenzialità del nostro Monferrato. Facciamo progetti di largo respiro, senza aver paura di collaborare e lavorare in rete. Cerchiamo e valorizziamo talenti imprenditoriali nuovi e convinciamo chi ha ricchezza ad investire su di loro creando per esempio degli incubatori di Startup ed imprese.

Facciamo pressioni, lobby, per portare vera banda larga nei nostri paesi, per “costringere” le amministrazioni locali alla digitalizzazione. Creiamo scuole e corsi per imprenditori sulle opportunità della rete e sull’e-commerce.

Promuoviamo la cultura digitale e imprenditoriale nelle scuole e favoriamo la nascita di un polo di ricerca universitario sulla nostra agricoltura/zootecnia.

Sprovincializziamo la nostra cultura, per non vivere di soli ricordi del passato, ma studiamola per capire cosa può suggerirci per il futuro.

Progettare, immaginare, liberare risorse per attuare piani di sviluppo. Tutti insieme: amministratori, imprenditori, cittadini.

In vista del Natale 2020

Sunday, December 13th, 2020

Si avvicina questo strano Natale 2020 e anche io mi sto rendendo conto che non sono come quello degli anni passati.

Gli esami sono andati benino (si poteva fare meglio eh!) però ho quella sensazione che quest’anno sarà diverso. Non so, sono triste, pensieroso e pessimista.

No, non sarà come gli altri anni. E questo mi rattrista.

Innovare per se o innovare anche per gli altri?

Saturday, December 5th, 2020

Leggo su una nota pagina facebook moncalvese di un commerciante che pubblica un video dove comunica a tutti che chiuderà il negozio perché non si sente di passare al nuovo registratore di cassa telematico.

E’ vero che pubblicare video e gestire pagine facebook non significa saper usare le nuove tecnologie e le opportunità offerte. Però a me pare una contraddizione.

E la contraddizione non è tanto nel rifiutare il nuovo registratore di cassa ma gestire una pagina facebook; il paradosso è proprio nell’incapacità di spiegare, di fare cultura dell’innovazione.

E se questo è un difetto che accomuna una grande fetta della società italiana, qui da noi, in Monferrato, è ancora più evidente. E badate che non si tratta poi tanto di una cattiva volontà di imparare da parte delle persone. Manca proprio la capacità di educare alle nuove tecnologie, alle opportunità che offrono. Qui da noi mancano gli insegnanti, le persone che spiegano come e perché innovare, quelle persone che con esempi pratici ti spiegano perché pensare in digitale è pensare il futuro; è guardare avanti senza nostalgia di un passato che non sarà più (volenti o nolenti) quello di prima.

Non serve a nulla innovare solo per se stessi, per il proprio privato. Porterà all’inizio benefici di mera soddisfazione personale, che però non aiuteranno altri, non spingeranno altri a seguire quella strada.

Finché questo paese continuerà a pensare analogico in pubblico, ma digitale in privato non ci sarà mai innovazione. Saremo sempre come i mie colleghi d’ufficio: ingegneri informatici per quanto riguarda la gestione dei propri gingilli elettronici personali (smartphone, pc, netflix, social, foto, ecc), ma assolutamente degli incapaci nel momento in cui si tratta di usare queste competenze nel lavoro o nella vita pubblica.