E’ passato un anno dall’inaugurazione della Cantina del Paradiso-Infernot. Il locale di Michela e Christian si conferma sempre più un faro della cucina monferrina e di territorio.
Venerdì sera, complice una serata libera, ho invitato lo zio di Katia e il mio amico Carlo con la sua famiglia a cena.
La serata è stata un successo. Il locale, ricavato in una vecchia cantina, è veramente bello.
Christian e Michela sono impeccabili nel gestire la sala, ci mettono passione e impegno nel lavoro e lo capisci da come ti descrivono i piatti. Venerdì serà al Christian gli brillavano gli occhi mentre ci elencava il menù.
La cena è iniziata con un tris di salame cotto, muletta e cacciatorino; bruschetta di pomodoro fresco, friciulin, dadini di toma piemontese aromatizzati con olio e peperoncino, tomino fresco al tartufo, la carne cruda da urlo, e per finire in bellezza gli antipasti, le grandi acciughe al verde servite nella classica burnia.
Come primi abbiamo preso i mitici agnolotti alle tre cani, fatti a mano, come una volta, e i tagliolini al tartufo, che definire di una bontà da esperienza religiosa è dir poco.
Come secondo il maiale ai frutti di bosco, piatto un pò fuori dalla tradizione piemontese, ma eseguito magistralmente. Ed è proprio questo piatto, che secondo me, ci fa capire come Michela, Christian, Alfio, Piera e Maria Teresa siano lanciatissimi.
Certo, l’Infernot non rinnega la sua anima di classica osteria-vineria piemontese. Continuerete a trovare il fritto misto, il bollito, la bagna cauda, gli agnolotti e tutti quei classici piatti del territorio eseguiti con amore e passione. Ma credo che accanto a questi ci saranno anche altri piatti, più creativi, apparentemente fuori dagli schemi, ma che sono assolutamente da provare.
Abbiamo finito con l’impeccabile bunet e poi via con quello che io ho ribattezzato scherzosamente il giro della morte. I famosi zuccherini in alcol 95° aromatizzati in questi cinque gusti: alloro-ginepro, salvia-limone, genepy, arancia-cannella, anice stellato. Immancabile il bis perchè se no che cena è?!?
Carta dei vini curata da Christian sempre più padrone della materia e perfettamente a suo agio come sommelier. Noi abbiamo preso un Gewurztraminer di Hofstatter e un Grignolino dell’Azienda Agricola Natta.
Sapendo che Christian è appassionato, gli segnalo due produttori, che secondo me meriterebbero di entrare nella sua carta dei vini. Il primo è Edi Kante con i suoi vini bianchi del carso, dei quali sono da tempo innamorato. Il secondo è Cre Alto di Alfiano Natta , che ha raccolto l’eredità del “Maestro del Grignolino” e grande vigneron Carlo Quarello.
Che dire di più? Quando il giorno dopo hai già voglia di ritornare è perchè la cucina, il vino, l’atmosfera ti sono entrati nel cuore e ti mancano. Così come mi è mancata la mia collega Elisa durante la cena all’Infernot.
Qualcuno ha detto che i sogni muoiono all’alba. E invece quello di Michela e Christian si è avverato e l’augurio è che duri tantissimi anni per la loro e nostra felicità.