Posts Tagged ‘innovazione’

Innovazione astigiana e startup

Saturday, April 4th, 2015

Ricevo dall’amico Andrea notizie di questa bella iniziativa promossa anche da Astinnova, una delle poche associazioni delle quali apprezzo il tentativo di rinnovare (e innovare) un territorio ancora troppo legato a un passato che non c’è più e forse non c’è mai stato se non nella mente e nei discorsi di molti.

Schermata da 2015-04-04 09:52:56

“Corso breve di Alta Formazione per imprenditori e star-up dei settori turistico-ricettivo, enogastronomico e culturale” realizzato presso UNIASTISS – Polo Universitario Asti Studi Superiori dall’associazione culturale “Guglielmo Caccia ‘detto il Moncalvo’ e Orsola Caccia” ONLUS con la collaborazione dell’associazione “Astinnova” e il supporto della Fondazione Palazzo Mazzetti in qualità di media partner.”

Corso formazione cultura e turismo programma

 

La Winer finalista anche allo Smau 2014 Bologna

Friday, May 30th, 2014

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Ormai Carlo e la Winer sono lanciatissimi. Finalisti anche allo Smau 2014 Bologna. E chi li ferma più? Di questo passo per parlargli insieme dovrò prendere appuntamento con due segretarie.

La difficoltà di essere innovatori

Wednesday, May 28th, 2014

Un bel post su Chefuturo scritto da Davide Ferrari sulla difficoltà di essere innovatori a 40 anni. Lo stare in provincia spesso non aiuta e anche da parte di chi ti conosce vieni visto come un sognatore staccato dalla realtà.

Forse davvero la difficoltà maggiore non è trovare i soldi (finanziamento) per far partire il progetto, ma trovare le persone che insieme a te decidano di investire il proprio tempo e le proprie energie.

Winer vincitore allo smau torino 2014

Thursday, May 15th, 2014

winer premio smau

Questo è uno dei post più belli che mi è capitato di scrivere in questi anni. Sono orgoglioso di essere moncalvese e di aver condiviso un piccolo pezzo di vita con Carlo Farotto. Lui e la Winer vincitori allo smau torino 2014 sono l’esempio da seguire per il rilancio del nostro territorio. L’esempio di come sia possibile coniugare tradizione e innovazione; perchè questo è il futuro, ed è proprio nel creare questo giusto rapporto tra passato e modernità che ci giochiamo la partita per non retrocedere a paese di serie B. E quale campo migliore vorreste avere se non Moncalvo e il Monferrato per giocare la partita del futuro?

E quando saranno passate le elezioni amministrative, qualunque lista vinca a Moncalvo, mi aspetto un invito ufficiale al Carlo. Non solo per rendergli il giusto riconoscimento, ma sopratutto per fargli raccontare come è nata l’idea, come “si diventa innovatori”, quali i progetti ha in mente.

Abbiamo bisogno di storie come quella della Winer. Abbiamo bisogno di esempi e stimoli per immaginarci (e costruirci) un futuro per noi e per i nostri figli.

 

 

Innovatori e startup in monferrato: Winer

Sunday, May 11th, 2014

winer

Mi capita spesso di fare post sull’innovazione e sulle grandi opportunità che la rete offre a chiunque sappia approfitarne. Basta avere un’idea, un sogno, un progetto e perseverare sulla strada della realizzazione.

Io mi sento dire spesso che qui da noi, a Moncalvo e nel Monferrato, queste cose non ci sono; per tutta una serie di ragioni sociali ed economiche. Siamo un territorio prevalentemente agricolo, con poche imprese, spesso piccole. La nostra vocazione non può che essere l’agricoltura e il turismo abbinato al commercio dei prodotti locali.

Invece ci sono persone che hanno saputo coniugare la passione per il vino (uno dei prodotti di punta della nostra economia) con la tecnologia e la rete. Un’azienda che oltre all’innovazione è legata a filo doppio con il nostro territorio perchè fondata da un caro amico moncalvese con il quale abbiamo (tanti anni fa) fatto un pezzo di strada insieme: Carlo Farotto.

Lo avevo perso di vista, ma conoscendo le sue capacità, ero sicuro che ne avrei sentito ancora parlare. Ha fondato l’azienda Winer con sede a Casale Monferrato. L’azienda produce (e ha anche brevettato) macchinari tecnologicamente avanzati per la vinificazione ed è finalista allo smau 2014 come una delle aziende ict più innovative.

Ecco questa è l’innovazione e il futuro che sogno per Moncalvo e il Monferrato. Un grande in bocca al lupo a Carlo per la sua azienda e il suo lavoro. E chissà che uno di questi giorni non si riesca a fare qualcosa insieme per farsì che altri ragazzi con idee e sogni da realizzare possana trovare aiuto e modelli a cui ispirarsi.

 

Convegno la violenza in rete

Wednesday, June 12th, 2013

Ennesimo convegno su Internet organizzato dalle “Istituzioni” ed ennesima (leggendo i resoconti di Mantellini e Zambardino che certo non sono sprovveduti) polemica. La rete percepita come male, da controllare, limitare, regolamentare. Il dolore delle persone usato come grimaldello per far passare l’idea di una internet cattiva, pericolosa. Non educare ma censurare, non controllare e colpire i responsabili ma colpire tutti indiscriminatamente.

Non so. Concordo che questo non è un paese per internet, ma penso che ognuno di noi nel suo piccolo dovrebbe fare qualcosa per colmare questo divario. Insegnare internet nelle scuole, come suggerisce Mantellini, per me sarebbe ottimo ma queste sono scelte che come cittadini ci sovrastano e sono comunque di lungo periodo. Ma oggi, o domani o dopodomani, noi, abitanti della rete, se ci prendessimo l’impegno di insegnare ad altri cosa è internet, come si usa, le potenzialità, i pericoli; forse inizieremo a cambiare dal basso le cose e questi convegni (belli o brutti) non avrebbero più ragione di essere fatti.

La storia di State of The Net

Saturday, June 8th, 2013

Per chi ha seguito in streming l’edizione 2013 di State of The Net e vuole conoscere la storia di quella che è stata definita la migliore conferenza su internet in Italia, i tre artefici di questo successo si raccontano in un post su CheFuturo.

Una lezione su come bastano pochissime persone cocciute e motivate per cambiare la realtà e fare innovazione.

Giovani e vecchi: qualche statistica

Tuesday, November 6th, 2012

Stefano Quintarelli torna con questo post ad occuparsi della polemica sulla “rottamazione” e le mancate opportunità per i giovani. Letto il post ho subito pensato a questo che ho scritto pochi giorni fa, e non è che mi consola il fatto che a Quintarelli non siano state riconosciute quelle capacità che invece sono state riconosciute ad altri più anziani di lui.

Ne mi consola il fatto che visto la situazione drammatica nella quale ci troviamo (ancora?) quelle nomine analizzate da Quintarelli sono il massimo che si poteva fare. Ecco io sono dell’idea che proprio le circostanze ci dovrebbe spingere maggiormente al cambiamento e a, finalmente, pensare al futuro.

Poi Quintarelli, che è persona perbene, sulla nomina di Agostino Ragosa (classe 1950) ha scritto: “Congratulazioni ad Agostino Ragosa; la sua grande esperienza nel consolidamento di infrastrutture distribuite vastamente sul territorio sara’ preziosa nel far funzionare meglio la macchina dello stato!”.

Io molto più terra terra, penso che per quanto Ragosa sia bravo, Quintarelli ce lo siamo persi. E ci ha perso l’Italia.

 

Siamo dei provinciali

Thursday, April 19th, 2012

E’ da due giorni che continuo a riflettere su un’esperienza lavorativa che ho vissuto recentemente. Io lavoro al Consorzio Comuni Acquedotto Monferrato (CCAM) che è la società che gestisce il servizio idrico integrato per 101 comuni del Monferrato. Per vari fattori sui quali non mi dilungo, dobbiamo aggiornare il sistema informatico gestionale, in pratica il software che gestisce gli utenti (bollette,allacciamenti,contatori) e stiamo vagliando una serie di offerte. La società Data Management ci ha invitati ad un workshop di presentazione del loro sistema gestionale sviluppato specificatamente per le utility e quindi io con il mio collega responsabile del servizio IT e la responsabile del servizio utenza siamo partiti per Milano.

Tralascio le solite considerazione sociologiche che ho già espresso qui e qui e che sono state confermate nuovamente. Voglio soffermarmi su tre aspetti che mi hanno colpito e che confermano il mio pessimismo sullo stare in provincia, in particolare in Monferrato.

Data Management ha nel proprio portafoglio clienti Metropolitana Milanese Spa (MM) la società che ha progettato la metro a Milano e dal 2003 gestisce il servizio idrico integrato del Comune di Milano. Al workshop è stato invitato l’ing. Nicola Rivezzi responsabile del servizio IT di MM.

Prima considerazione: MM ha circa 50.000 utenti, CCAM idem. L’ing. Rivezzi ha 43 anni è nell’organigramma di MM a livello del management, coordina il lavoro di 10 persone alle sue dirette dipendenze, ha contatti con scuole e università e altre belle cose. Il mio collega del CCAM anche lui ha circa la stessa età però è si responsabile del servizio IT ma non ha alcuna autonomia, non è nel management, è solo e non ha nessun contatto con le istituzioni locali come scuole o università. Traete voi le conclusioni.

Seconda considerazione: MM sta sviluppando con Data Management quello che si chiama lo “sportello online” che come succede già per il gas, il telefono o l’energia elettrica, permette agli utenti di eseguire direttamente da internet, tramite l’accesso ad un’area riservata, tutte quelle operazioni che normalmente devono essere svolte allo sportello fisico (pagare bollette, richiedere nuovi allacciamenti, cambi contatore, comunicare lettura contatore, volture, disdette, eccetera). Niente di straordinario, anzi, tutte le aziende che forniscono servizi al cittadino vanno in questa direzione. Quello che mi ha meravigliato è stata l’affermazione dell’ing. Rivezzi che ci informava che lo sviluppo del sito web di MM integrato con lo sportello online era seguito direttamente dal suo ufficio e dall’ufficio marketing dell’azienda. Come dire che la vetrina di un’azienda non sono solo quello che fa o i suoi uffici, ma anche come si presenta sul web. Fate un confronto tra il sito web del CCAM, gestito dalla buona volontà e nei ritagli di tempo da una persona dell’azienda, e il sito di MM.

Terza considerazione: ma possibile che la mia azienda non sappia guardare al futuro o perlomeno si raffronti con la realtà? A livello locale, come dimensioni, saremo al seconda/terza azienda. Ma perchè non possiamo essere una realtà guida del territorio? Un punto di riferimento per le scuole, non dico il Poli di Torino ma almeno le piccole facoltà universitarie di Asti, Alessandria, Vercelli? Anche dal punto di vista di internet e della rete possiamo fare qualcosa: noi posiamo tubi dell’acqua, perchè non cercare accordi con le telco per vedere se sono interessati a posare cavi insieme a noi? Il CCAM è bene o male una azienda pubblica, partecipata dai 101 comuni del Monferrato, ma perchè non farla diventare un modello per la PA locale? Mai un’iniziativa di marketing, di vetrina, nonostante distribuiamo ai cittadini una delle migliori acque in Italia (e non lo dico io, lo dicono le analisi delle ASl). Forse come scrivevo qui, avere degli over 60 nella stanza dei bottoni non aiuta.

Siamo dei provinciali in ogni senso, incapaci di comprendere il mondo fuori dalle nostre amate colline, che pensano di essere interessanti perchè di nicchia e non ci rendiamo conto che siamo marginali e neanche tanto interessanti perchè alla lunga diventiamo noiosi.

 

40 anni ma non li dimostra

Thursday, November 17th, 2011

Il 15 novembre del 1971 la Intel annunciava la produzione della prima cpu l’ormai mitica 4004. Il capo del progetto era l’italiano Federico Faggin emigrato (che strano vero?) negli USA.

Molti anni sono passati, l’informatica ha compiuto passi da gigante rispetto a quella prima cpu a 4 bit e 720KHz, peggio che una lumaca rispetto ai processori odierni. Eppure tutto iniziò allora e a farlo fu un italiano. E quest’ultimo particolare spesso ce lo dimentichiamo. E invece, sopratutto in questi tempi, dovremmo avere più memoria, più orgoglio di quello che siamo. Perchè, almeno per me e con rispetto parlando, il mio senso di appartenenza all’Italia, il mio patriottismo non trovano motivazioni nel rinascimento, nel risorgimento, nell’arte o nella cultura o in Dante piuttosto che Leopardi o Montale. Per carità ci sono anche queste ragioni, ma forse sarebbe ora di smettere di guardare ad un passato che sentiamo lontano e fuori tempo ed aggiornare i punti di riferimento di quel sentimento collettivo dal nome antisonante di orgoglio nazionale. Si potrebbe pensare come ha scritto Luca Sofri nel libro Un Grande Paese una lista “moderna” di cose che rappresentano la bellezza dell’Italia e ci rendono orgogliosi di essere italiani, per tornare ad essere un paese giovane, libero da ingombranti romanità e cappelle sistine che legittimano l’attaccamento al vecchio e ogni resistenza alla modernità.

Ecco, nella mia personale lista di cose che sono un campione della bellezza di essere e sentirsi italiani ci metto Federico Faggin.