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Monferrato Distretto Digitale

Tuesday, October 5th, 2021

Nei giorni scorsi è entrato nella fase operativa il progetto Monferrato Distretto Digitale promosso dall’Associazione La Grande Occasione.

Questa associazione è, a mio modesto avviso, un unicum da seguire con attenzione e passione, nel “poco digitale” Monferrato. Un gruppo di persone che davvero pensano il futuro tra le nostre colline, senza avere paura di lavorare in rete e fare rete.

L’associazione, presieduta da Angelo Tibaldero (prima o poi Angelo riusciremo ad incontrarci, lavoro ed impegni personali permettendo!) vuole, con questo progetto entrato nella fase operativa, “rendere i borghi partecipanti un territorio attrattivo per nomadi digitali, smart worker e team di startup, nell’orizzonte temporale 2022-2032. Cogliere le opportunità del lavoro da remoto stimolerà la rinascita.”

Noto anche con piacere che tra i comuni aderenti a questo progetto è presente anche Moncalvo; dove (finalmente) hanno aperto il cantiere per la posa della fibra ottica e la realizzazione della rete NGN.

Sono sempre stato un convinto sostenitore della superiorità tecnologica di una rete FTTH, rispetto a qualsiasi altra alternativa (Wimax, 4G, 5G, FWA eccetera). Ed è inutile che ci nascondiamo: le meritorie iniziative per portare una “piccola banda larga” nei nostri territori sfruttando le tecnologie wifi ci hanno appunto solo dato una parvenza di banda larga; e il recente lockdown con il suo costringerci allo smart working e alla DAD ne hanno evidenziato tutti i limiti.

Nota di merito quindi al progetto Monferrato Distretto Digitale e all’associazione La Grande Occasione, senza però dimenticarci che un vero “rinascimento digitale” dei nostri borghi passa necessariamente per tre punti: sviluppo di una vera rete a banda ultra-larga (rete FTTH), colmare il digital-divide culturale dei nostri cittadini, promozione di iniziative “2.0” e legate alle specificità del nostro territorio.

Il Monferrato in ottobre

Saturday, October 2nd, 2021

Qualche motivo per passeggiare nel nostro Monferrato in questo periodo

La grande occasione e piccoli borghi

Friday, March 26th, 2021

La grande occasione per i piccoli borghi è un progetto ambizioso lanciato da Angelo Tibaldero e da un gruppo di giovani ragazzi.

Una visione limitata

Chi legge questo blog sa quanto io sia scettico di fronte alle iniziative estemporanee, calate dall’alto, in particolare quelle che riguardano la rete o il nostro futuro. Spesso questi progetti non approdano a nulla; perché incapaci di cambiare la realtà delle cose. Hanno il grosso difetto di essere fini a se stesse, non fanno rete intono a sé.

La grande occasione è fare rete

Ed è quindi con piacere che parlo del progetto lanciato da Angelo Tibaldero con La Grande Occasione. Perché ha qualcosa di diverso. In primo luogo è un’associazione di studenti e professionisti. Secondariamente ha una grande ambizione: ravvivare le piccole comunità facendole nuovamente tornare protagoniste del territorio, creando un network tra amministrazioni locali, imprenditori, associazioni, cittadini per trovare soluzioni ai problemi comuni. Partono con il passo giusto: creare un network. Sanno che da soli non possono fare tutto.

Inoltre mi piacciono molte delle idee alla base di questa iniziativa. In particolare l’idea del nomadismo digitale che può davvero essere una risorsa preziosa per le piccole comunità. E’ importante rendere attrattivi i nostri borghi sia dal punto di vista della qualità della vita, sia da quello della connettività.

Credo anche che sia giunto il momento (e i progetti di La Grande Occasione vanno nella direzione giusta) di fare di tutto per trattenere ed attrarre giovani talenti. Chi, se non loro, possono valorizzare i grandi tesori che tutti i piccoli borghi italiani hanno. E se pensate che in Italia ci sono oltre 5500 piccoli comuni con meno di 5000 abitanti (praticamente il 70% dei comuni italiani) capite bene quanto territorio (con tutto quel che segue) rischia di essere abbandonato al suo destino.

Il passato come stimolo per il futuro

Lo stesso Angelo Tibaldero e i suoi amici, se non fossero spinti da profonde motivazioni di amore verso il loro “piccolo mondo”, potrebbero tranquillamente sfruttare il loro talento altrove. E questo renderebbe il nostro territorio, e tutti noi, più poveri. Invece hanno deciso di giocare qui la partita della vita, nei borghi che li hanno visti nascere. Sono cittadini del mondo ma hanno scoperto di voler realizzare il loro sogno nel luogo dove sono nati.

le radici sono come degli elastici: ti puoi allontanare migliaia di chilometri ma loro (tenacemente) ti riportano indietro

Ecco perché seguo con interesse il cammino di questo progetto, e spero che abbia successo. Perché parte dai giovani, parte dai protagonisti del futuro e non dai comprimari.

Impegnarsi

Credo che il futuro della nostra disgraziata e meravigliosa Italia passi anche dal futuro dei suoi borghi più piccoli. E sono convinto che progettare il futuro sia un lavoro di squadra. Dove ciascuno deve fare la sua parte e nessuno può chiamarsi fuori o delegare.

Persone che sognano un futuro diverso per il luogo dove vivono. Che hanno il coraggio della gioventù e l’esperienza della persona matura. Persone che provano a darsi (e dare a noi) un futuro con La Grande Occasione.

Un uomo senza rabbia non è niente. Ma un uomo senza sogni è ancora meno.

Visionari 2030, quale futuro tra 10 anni?

Friday, November 20th, 2020

Ho letto della bella iniziativa messa in campo dalla Fondazione Goria e che riguarda il nostro territorio: Visionari 2030. Come immaginiamo il Monferrato, queste colline meravigliose, questa nostra Moncalvo tra 10 anni, nel 2030?

Ecco questa è davvero una iniziativa meritoria. Un voler pensare e progettare il futuro, senza essere preoccupati di quello che può succedere la prossima settimana; o peggio del consenso politico/personale alle prossime elezioni.

Un territorio che si pensa e prova ad immaginarsi tra 10 anni è un territorio che ha a cuore il futuro delle nuove generazioni. Ha capito che programmare i propri investimenti, sfruttare bene le proprie risorse, saper attrarre (e mantenere) i talenti in loco sono ormai “vincoli” che non possono essere infranti, pena un lento e inesorabile declino.

Altra caratteristica di questa iniziativa è il coinvolgimento dei cittadini, delle persone. Non il solito convegno con le solite facce, i soliti esperti. Stavolta si parte dal basso, dal coinvolgimento della società civile, dall’ascoltare i giovani, gli anziani, i contadini, gli imprenditori. Ognuno di noi ha la propria visione, un’idea di futuro, un sogno. E magari è quella giusta. Quella che manca per dare la svolta decisiva ad un territorio in perenne decollo ma che mai spicca davvero il volo.

Mai come in questo periodo c’ bisogno di futuro, di immaginarlo, di sognarlo, di realizzarlo.

Cena monferrina e i Vini Olivetta

Saturday, November 2nd, 2019

Questo post non è una marchetta, è invece un omaggio, un riconoscimento all’impegno, alla passione e al rispetto per il territorio e la sua gente da parte di una intera famiglia che crede in quello che fa e nelle potenzialità che il nostro straordinario Monferrato ha.
Sabato sere sono stato invitato a cena. Il menù era a base di polenta, spezzatino, torta cioccolato e pere, e per finire le nostre monferrine pere martin al vino.
L’invito è stato particolarmente gradito anche perché sapevo che avrei bevuto i vini dell’Azienda Agricola Olivetta. Questa azienda, situata a Castelletto Merli, ad un tiro di schioppo da Moncalvo, è una delle eccellenze del Monferrato. A condurla sono due grandi “giovani ragazzi”; Marco e Elisabetta; che con impegno e dedizione producono vini eccellenti.

Prima della cena abbiamo aperto con l’antipasto tipico monferrino: salame crudo, giardiniera e grisia. La giardiniera per chi non lo sapesse è uno dei più tipici antipasti monferrini. E’un misto di verdure cotte in salsa di pomodoro e aceto. Si raccolgono i pomodori ben maturi, si cuociono e si passano fino ad ottenere una salsa priva di semi e bucce, si unisce olio extravergine di oliva, aceto bianco, sale fino, zucchero e quando il tutto riprende a cuocere si unisce la verdura lavata e asciugata a pezzetti. Prima si mettono le cipolline e le carote con il sedano, poi i fagiolini e dopo un po’ il cavolfiore, per ultimo il peperone giallo e la zucchina: verdura più tenera e bisognosa di meno cottura, foglie di alloro e chiodi di garofano. A cottura ultimata si riempiono i barattoli con la giardiniera ancora bollente, un filo d’olio e si ripongono in cantina al buio.
Con un antipasto così è bene iniziare con un buon vino bianco. Ed è quello che abbiamo fatto: il Monferrato Doc Boccadoro di Marco e Elisabetta è stato un ottimo aperitivo. Savignon Blanc 100%, un bel giallo paglierino, note floreali e fruttate, con una piacevole freschezza in bocca. Insomma un aperitivo che ci ha preso per mano e accompagnato alla cena.

Con la polenta e un signor spezzatino (cinghiale, manzo e salsiccia) cucinati splendidamente è arrivata lei: la signora Barbera, uno dei pezzi da 90 di Marco e Elisabetta. Barbera Superiore del Monferrato DOCG. La signora Barbera di Olivetta.
Barbera 90%, 10% fresia. Un colore rosso impenetrabile, al naso frutti rossi e spezie, una grande struttura in un guanto di velluto al palato; persistenza finale lunghissima in cui una leggere acidità è perfettamente bilanciata da tannini dolci e uniformi e una gradazione alcolica di tutto rispetto. Annata Una Barbera che si è fatta 12 mesi in botti di rovere e li porta benissimo.
Questo grande vino ci ha accompagnato fino alla fine della cena ed oltre; perché con le mitiche pere martin al vino rosso e la torta cioccolato e pere è convolato a nozze.

Insomma la cena è stata è stata fantastica, la compagnia notevole e il vino di Marco ed Elisabetta una compagnia che già rimpiango.

Fatela una visita alla cantina di Marco ed Elisabetta, andate ad assaggiare i loro vini e a vedere come questi “ragazzi” hanno a cuore il loro lavoro e il territorio dove vivono. E poi fate un giro in Monferrato, comprate la polenta “Pignoletto Rosso”, un poco di carne e salciccia e tornate a casa. Mettetevi ai fornelli, invitate i vostri amici del cuore e aprite una bottiglia Olivetta: vi sembrerà di essere qui in Monferrato, i vostri amici vi ringrazieranno e sarete felici.

Moncalvo paese di contemporanei

Sunday, March 24th, 2019

Un caro amico mi disse alcuni anni fa in occasione delle elezioni comunali:

Ma non hai ancora capito che Moncalvo (e il Monferrato in generale) è un paese di contemporanei, senza antenati né posteri, perché senza memoria.

In questi giorni mi sono reso conto che questa frase (che fa il verso ad una frase identica di Montanelli) è assolutamente vera.

Mercatini di Natale monferrini

Monday, December 14th, 2015

Questa sera, intanto che aspetto che Adele finisse allenamento di pallavolo, ho scambiato quattro chiacchiere con Lia. I miei affezionati cinque lettori conoscono lei, Cristian, e la loro bella azienda agricola bio Cascina Krylia.

Lia mi ha raccontato tutta contenta che sono in corso i lavori di rinnovo del loro sito web  ma nel frattempo hanno aggiornato quello vecchio con informazioni sulla manifestazione natalizia alla quale parteciperanno.

Incuriosito della cosa sono andato sul sito di Cascina Krylia e ho scoperto che ad Alfiano Natta da venerdì 18 a domenica 20 dicembre ci sarà il mercatino di Natale. Un mercatino un po’ diverso dal solito, con degustazioni di prodotti tipici, torte, vini, formaggi, cioccolata calda, prodotti agricoli, cestini di Natale di verdure (sicuramente idea di Lia).

L’organizzazione dell’evento è curata da Monferritici.

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Una bella idea per passare il week end prima di Natale in modo diverso e non rinchiusi e pressati in un centro commerciale.

P.S.: Con Lia e Cristian a presto per il nuovo sito web di Cascina Krylia.

 

Agriturismo Crealto di Alfiano Natta e il mito del Grignolino

Sunday, June 1st, 2014

Questa sera siamo andaci a cena all’Agriturismo Crealto di Alfiano Natta. Il posto è incantevole con una fantastica vista sulle colline del monferrato. La cucina è veramente buona, con ottimi prodotti del territorio. Lo stile della cucina è quello piemontese rivisitato con influenze liguri (i proprietari e lo chef sono di Genova) infatti abbiamo gustato un ottimo coniglio alla ligure con patate. Pane e grissini fatti in casa con farine del Mulino Marino. Come antipasto un’ottima salciccia “di qua” con insalata russa, sfoglia con verdure e mousse di caprino. Come primi piatti del tortelli di melanzane e tagliolini paglia e fieno con ragù di carne. Il coniglio alla ligure e per finire bonet, panna cotta con riduzione di barbera, cheesecake di fragole.

Ma secondo me il vero punto di forza di questo agriturismo è dato dal vino prodotto in proprio. Infatti Luigi e Eleonora (i proprietari) hanno creato questo agriturismo acquistando l’azienda del mitico ex vigneron Carlo Quarello, conosciuto in tutto il Monferrato come il “Maestro del Grignolino“. Luigi (enologo) e Eleonora hanno lasciato Genova e si sono buttati in questa avventura con Andrea e Elisa (che curano la cucina) con grande passione, e benchè l’azienda vinicola produca ottimi vini (barbera e monferrato) il vero gioiello è il Grignolino del Monferrato Doc Crealto Marcaleone.

A sentire Grignolino i miei amici appassionati di vino storcono la bocca. Troppo abituati a Barbera, Nebiolo, Cabernet, Merlot, Sangiovese, insomma vitigni “nobili”. Io modestamente la penso come il Carlo Quarello; certo la barbera è il nostro vino di punta, il fuoriclasse, quello che ci rende internazionali. Ma la vera forza del nostro territorio, quello che caratterizza il nostro terrior sono i vitigni storici come appunto il grignolino, l’arneis, il moscato, il ruchè per citare i primi che mi vengono in mente. Troppo facile (per modo di dire) fare barbera. Provate a vinificare grignolino, a controllare la sua acidità e i suoi tannini e scoprirete un vino che non ha nulla da invidiare ad altri più blasonati e che rappresenta davvero un territorio e la sua gente. Come scrivono giustamente Luigi e Eleonora il grignolino Crealto Marcaleone è vino scandalo, vino dispari, vino difficile e poco redditizio, ma profondamente amato. E appunto chi ama il Monferrato certamente ama la barbera, come un uomo ama le belle donne, ma non può nascondere che il suo cuore è indissolubilmente legato anche ad un’altra: quel grignolino che è radicato nel nostro essere monferrini.

Andate a fare un visita a Crealto, assaggiate la loro cucina, godete della loro ospitalità e del panorama e oltre alla barbera assaggiate anche il grignolino. Capirete meglio il Monferrato e la sua gente.

La Winer finalista anche allo Smau 2014 Bologna

Friday, May 30th, 2014

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Ormai Carlo e la Winer sono lanciatissimi. Finalisti anche allo Smau 2014 Bologna. E chi li ferma più? Di questo passo per parlargli insieme dovrò prendere appuntamento con due segretarie.

Winer vincitore allo smau torino 2014

Thursday, May 15th, 2014

winer premio smau

Questo è uno dei post più belli che mi è capitato di scrivere in questi anni. Sono orgoglioso di essere moncalvese e di aver condiviso un piccolo pezzo di vita con Carlo Farotto. Lui e la Winer vincitori allo smau torino 2014 sono l’esempio da seguire per il rilancio del nostro territorio. L’esempio di come sia possibile coniugare tradizione e innovazione; perchè questo è il futuro, ed è proprio nel creare questo giusto rapporto tra passato e modernità che ci giochiamo la partita per non retrocedere a paese di serie B. E quale campo migliore vorreste avere se non Moncalvo e il Monferrato per giocare la partita del futuro?

E quando saranno passate le elezioni amministrative, qualunque lista vinca a Moncalvo, mi aspetto un invito ufficiale al Carlo. Non solo per rendergli il giusto riconoscimento, ma sopratutto per fargli raccontare come è nata l’idea, come “si diventa innovatori”, quali i progetti ha in mente.

Abbiamo bisogno di storie come quella della Winer. Abbiamo bisogno di esempi e stimoli per immaginarci (e costruirci) un futuro per noi e per i nostri figli.