Posts Tagged ‘informatica’

Prove di linux firewall

Thursday, March 7th, 2013

Approfittando della forzata pausa lavorativa mi sono messo a studiare il comando Iptables in Linux. Con questo comando (e ovviamente con quello che ci sta dietro) è possibile implementare un vero e proprio firewall usando una qualunque distribuzione linux.

Il lavoro per fare un firewall usando linux è ovviamente molto complesso, tantè che esistono delle vere e proprie distribuzioni, per esempio IPcop o Smoothwall o Zeroshell che facilitano non poco il compito di creazione delle regole di filtraggio, fornendo una interfaccia grafica molto più amichevole della semplice riga di comando.

Un semplice esercizio per iniziare a capire come funziona iptables potrebbe essere quello di virtualizzare un server linux (io uso per esempio la versione 6.0 di Debian virtualizzata con VirtualBox) abilitando la connessione ssh per il controllo remoto e poi iniziare a “giocare” con iptables.

Di default Linux Debian permette tutto il traffico in entrata, in uscita e in transito o come identifica iptables: INPUT, OUTPUT, FORWARD.

1) Come chiudersi fuori dal server:

IPTABLES -P INPUT DROP

IPTABLES -P OUTPUT DROP

IPTABLES -P FORWARD DROP

con questi semplici 3 comandi il server è isolato: non trasmette e non riceve traffico ovvero tutto il traffico che arriva alla scheda di rete è scartato (drop) indipendentemente che arrivi dall’esterno o dal server stesso.

2) Abilitare alemeno il traffico localhost e in uscita dal server:

IPTABLES -P INPUT DROP

IPTABLES -P FORWARD DROP

IPTABLES -P OUTPUT ACCEPT

IPTABLES -A INPUT -i lo -j ACCEPT

IPTABLES -A INPUT -m state –state ESTABLISHED,RELATED -j ACCEPT

come si vede leggermente più complesso. Vediamo nel dettaglio: catena di INPUT e di FORWARD droppo (scarto) tutto il traffico significa che tutto il traffico in arrivo al server o che deve transitare dal server è scartato. Catena di OUTPUT accetpt (accetto) significa che tutto il traffico che dal server esce viene accettato cioè inviato sulla rete. Ci sono però le ultime due regole che in pratica non fanno altro che aggiungere delle eccezioni al traffico in ingresso (INPUT) vediamo cosa sono: con iptables è possibile capire da quale interfaccia arriva il traffico di rete e decidere di conseguenza cosa farne. Ecco spiegato cosa significa il quarto comando: se il traffico in ingresso arriva dalla scheda di rete locale (localhost) allora esso viene accettato. Non solo iptables permette di distinguere il traffico in base all’interfaccia di rete, ma anche in base allo “stato”. Ecco spiegato il quinto comando: se il traffico di rete in ingresso arriva perchè sono stati io server a richiederlo (established) o ha qualche relazione (related) con del traffico già precedentemente accettato allora lo accetto.

In soldoni: tutto il traffico in uscita è permesso, tutto il traffico in transito è negato, tutto il traffico in ingresso è negato tranne quello generato come localhost o che io server ho richiesto.

3) abilitare il traffico localhost, in uscita e il servizio ssh in ingresso

IPTABLES -P INPUT DROP

IPTABLES -P FORWARD DROP

IPTABLES -P OUTPUT ACCEPT

IPTABLES -A INPUT -i lo -j ACCEPT

IPTABLES -A INPUT -m state –state ESTABLISHED,RELATED -j ACCEPT

IPTABLES -A INPUT -p tcp –dport 22 -m state –state NEW -j ACCEPT

tutto identico all’esempio 2 con l’aggiunta dell’ultimo comando. Iptables filtra il traffico anche in base alle porte ip, quindi la spiegazione dell’ultima riga è: se il traffico in ingresso al server è tcp sulla porta 22 (la porta standard del servizio ssh) ed è una nuova connessione (new) allora lo accetti.

Con 6 semplici (semplici?) comandi abbiamo costruito un  firewall (non perfetto manca ancora molto ma è già buono)  a protezione del nostro server che scarta tutte le connessioni in ingresso tranne quelle ssh (sulla porta 22), ma può navigare su internet per esempio per scaricarsi gli aggiornamenti.

Ma questo non può che essere un inizio di studio. La strada è ancora lunga.

Un computer in miniatura

Thursday, February 28th, 2013

raspberrypi

Un computer delle dimensioni di una carta di credito. Fantascenza? Utopia? Cose da agenti segreti? Invece no, tutto reale e per giunta realizzato da una fondazione senza scopo di lucro. Ecco servito il Raspberry PI un mini-pc certamente didattico, ma che permette di fare anche mille altre cose molto serie, come scrive Andrea Beggi.

Potenza del mondo linux.

 

Editoria scolastica

Saturday, February 2nd, 2013

Come al solito in Italia le rivoluzioni si annunciano solo ma non si fanno. Prima si fanno grandi annunci e poi si rimanda e anche per l’editoria scolastica e l’adozione dei libri digitali nelle scuole c’è tempo.

Sono sempre più convinto che la vera innovazione della scuola può solo partire dal basso, dalla buona volontà di presidi e insegnanti nell’adottare (con criterio) senza se e senza ma le nuove tecnologie. Mi piacerebbe che, come hanno iniziato alle Scuole di Moncalvo, si potesse scaricare la lezione via podcast; gli insegnanti pubblicassero le loro dispense e i loro esercizi in modo da permettere agli studenti di scaricarli e studiarli.

Sogno una scuola nuova, moderna, innovativa. Anche per Adele.

RIP Aaron Swartz

Monday, January 14th, 2013

Per chi non sapesse chi era Aaron Swartz ecco un riassunto della sua breve e brillantissima vita. E qui un commento che non merita altre considerazioni se non la sottoscrizione parola per parola di quello che dice Mantellini.

Internet e l’informatica hanno perso un pilastro e tutti noi un grande uomo.

Il registro elettronico a scuola non piace

Wednesday, January 2nd, 2013

Premessa: non sono insegnante e quindi parlo come genitore di una bambina di 3 anni che tra poco inizierà la sua formazione scolastica. Ho accolto con favore i tentativi di portare internet e le nuove tecnologie nella didattica e a scuola. Tra me e me dicevo: “tenendo conto dei tempi italici, se va bene, almeno quando Adele inizierà la sua avventura scolastica potrà usufruire di una scuola più al passo con i tempi”.

Un nuovo modo di vivere la scuola anche da parte di noi genitori. Nuovi stimoli per i ragazzi e gli insegnanti.

Illusioni o al più qualche vantaggio a fronte di mille altri problemi secondo Mariapia Veladiano.

Articoli come questo rendono bene l’idea dell’arretratezza italiana.

 

Infortuni digitali

Monday, December 24th, 2012

Questo segnalato da Mantellini è il più eclatante, ma temo non sarà l’ultimo. Ma secondo me anche Renzi (che ripeto ammiro) dovrebbe almeno rettificare questo.

Scuola e internet: procedere per tappe

Sunday, November 18th, 2012

Io non so se qualcuno del governo ha mai letto quello che Mantellini scrive sul suo blog, ma questo post che parla di internet, scuola, didattica 2.0, andrebbe incorniciato e fatto leggere in tutte le scuole.

Proprio l’altro giorno ho scritto una mail all’amico Piero B. cercando di spiegare alcune mie perplessità sul suo progetto, meritorio sia ben chiaro, di educazione all’utilizzo sicuro di internet e dei social network; ne avevo parlato qui. Ecco questo post di Mantellini chiarisce il mio pensiero; mi spiego: come posso parlare solo di sicurezza nell’uso di internet e non parlare dei mille altri usi/possibilità che la rete (e tutta la rivoluzione digitale) offrono? Non corro il rischio di far nascere il “desiderio del proibito”? O peggio presentare internet come un pericolo dal quale guardarsi?

Io penso che se si vuole, finalmente, affrontare seriamente internet, la rivoluzione digitale, e compagnia bella, non si può che procedere per gradi. Con metodo, costanza, tempo.

Il capo di windows è andato via

Wednesday, November 14th, 2012

Leggo su IlPost che si è dimesso da Microsoft Steven Sinofsky, capo della divisione Windows e principale artefice di Windows 7 e Windows 8.

Io ho approfittando dell’offerta  e ho aggiornato il mio pc a Win8 e nonostante i giudizio tiepidi degli addetti ai lavori, le mie prime impressioni confermano l’opinione che mi sono fatto sulla scommessa  che Microsoft con Win8 ha davvero cercato una svolta per i s.o. desktop.

Poi vedremo come si evolverà la situazione.

Ne rimarrà solo uno

Friday, November 9th, 2012

Adesso è ufficiale: Windows Live Messanger, il servizio per chat/messaggi/chiamate di Microsoft sarà inglobato in Skype, recentemente acquistato da Microsoft. Dopo aver già chiuso il servizio “social/blog” di Windows Live Spaces cedendolo a WordPress nel marzo 2011, adesso tocca alla chat.

Dopo Google e Apple che hanno abbandonato al loro destino i rispettivi social network (Buzz/Wave/Ping) tocca a Microsoft fare lo stesso con il proprio. E intanto aumentano i siti dove anche se non sei registrato ti puoi connetterre ugualmente con il tuo account Facebook. Sembra la saga di Highlander.

Perchè poi, con tutte le dovute tare, quello che scrive Patuano, con la chiosa di Mantellini, non sono cose irrilevanti. Anzi.

Lo stagno di internet a Moncalvo

Sunday, November 4th, 2012

Tanto per cambiare parliamo ancora della sviluppo di Internet a Moncalvo.

Nonostante il sasso lanciato nello stagno (perdonatemi la superbia) del post “Moncalvo e Internet i miei 2 cent”,  nonostante i recenti proclami sul wi fi gratuito (sul quale ci sarebbe da discutere visto che molti, io compreso, ritengono che non è che manchino punti di accesso alla rete, quanto una cultura della rete), nonostante gli amici di MoncalvoWebTg, nonostante messaggi del tipo “ti manderemo una mail in risposta”, nulla (o nessuno) ancora si muove con idee, progetti volti a colmare la distanza tra Moncalvo e la rete.

Probabilmente si parla anche di rete, internet, nuove tecnologie, a Moncalvo. Ne parla anche il Consiglio Comunale dei Ragazzi (sua la proposta del wi fi) ma alla fine siamo sempre lì: alle parole.

Perché lo capisco che è difficile. Ci vuole costanza e studio per utilizzare la rete. Ci vuole passione e tempo. Ci vuole voglia di approfondire e non fermarsi alle prime impressioni o alle applicazioni più famose e alla moda.

Ma ricordiamoci che se tutto questo non lo faremo oggi di nostra iniziativa e con tempi accettabili, saremo costretti a farlo dalle circostanze future e magari in tempi molto stretti.

E ben vengano le iniziative come i podcast delle Scuole di Moncalvo che, grazie all’impegno che ci mette il Prof Gallo, dimostrano di essere una delle pochissime realtà moncalvesi ad aver capito le potenzialità della rete.