Archive for the ‘economia’ Category

Se è l’Economist a segnalare gli italiani

Thursday, September 8th, 2011

Lo segnalo con ritardo, ma questo post di Luca De Biase merita di essere letto e divulgato, non fosse altro che per rendere partecipi i miei 10 lettori che ci sono italiani che nonostante tutto fanno ancora innovazione in questo nostro disgraziato paese.

E ci tocca saperlo dall’Economist.

Intanto nel mondo dei cellulari

Monday, August 15th, 2011

Intanto nel mondo dei cellulari Google si compra Motorola e io penso ad una frase di Enrico Cuccia che diceva: “i migliori affari si fanno in agosto”.

Oggi e domani

Saturday, August 13th, 2011

Sono giorni difficili questi. I mercati borsistici in altalena, la gravissima crisi economica italiana e in generale europea, la manovra correttiva della finanza pubblica fatta come al solito con i metodi di tutti i governi precedenti da chi per anni andava promettendo di ridurre le tasse e negava contro ogni evidenza la crisi socile,politica ed economica nella quale l’Italia si avvitava.

Mai come in questi giorni mi sono sentito così disgustato dalla politca, dal governo, dalle istituzioni di questo paese. E mai come in questi giorni ho desiderato di poter tornare indietro nella mia vita per poter scappare (si proprio scappare) da questo paese senza futuro.

Cosa lasceremo ai nostri figli, cosa lascierò ad Adele? Quale paese, quali ideali? C’è ancora una prospettiva di futuro per i nostri figli, i nostri giovani? Lasciamo stare la mia generazione, ormai intrappolata dalla precarietà, dal doversi quotidianamente confrontare con una gerantocrazia sempre più arrogonate e inamovibile, dalla ormai certezza di non avere un futuro e di non migliorare la situazione sociale, economica nella quale si è. Ma i nostri figli? Almeno per loro perchè non combattiamo? Perchè non ci impegnamo per il cambiamento? Perchè continuiamo a chinare la testa, a subire, a credere a quello che ci raccontano questi pezzi da museo senza futuro ormai incapaci di adeguarsi ad una realtà che non comprendono e nemmeno vogliono conoscere?

Che fare?

Protezionismo all’italiana

Wednesday, March 23rd, 2011

Uno degli argomenti che attrae sempre la mia attenzione e sul quale cerco di documentarmi è l’economia. Premesso che non ho seguito nei dettagli la vicenda delle scalate francesi a Bulgari e a Parmalat, perciò segnalo questo bell’articolo su Lavoce.info.

A me sempra una ennesima dimostrazione della nostra debolezza economica, politica e della scarsa cultura capitalista che ci ha sempre contraddistinto.

L’antenato di Marchionne

Friday, March 18th, 2011

E’ morto nella sua casa di Lugano Vittorio Ghidella, ex amministratore delegato di Fiat nel decennio 1979/1988; forse dopo Valletta l’unico vero grande manager che l’azienda torinese abbia avuto.

Problemi nucleari

Tuesday, March 15th, 2011

In questi giorni in rete (e non solo) infuriano le polemiche sulle centrali nucleari. Blog, forum e siti ospitano commenti pro e contro il nucleare e io sinceramente tendo ad essere dalla parte del no. Capisco le ragioni, anche tecniche ed economiche, di chi è favorevole, ma ad oggi non ho ancora trovato nessuno che risponda con chiarezza a queste domande:

1) i lunghi tempi di realizzazione e di conseguenza la scarsa incidenza (almeno all’inizio) sulla produzione di energia in Italia. Tanto per fare un paragone la Francia o la stessa Germania hanno molte centrali nucleare per produrre una fetta consistente del loro fabbisogno energetico

2) la gestione delle scorie. Tutti noi del Monferrato e del Vercellese abbiamo sotto gli occhi la gestione del sito Eurex di Saluggia dove sono stoccate  parte delle scorie italiane. Il sito non è il massimo della sicurezza essendo in zona a forte rischio idrogeologico (vedi alluvioni) e pergiunta a monte del campo pozzi che alimenta l’acquedotto di 100 paesi a cavallo tra le provincie di Asti-Alessandri-Torino

Update: qui un bel post di Amedeo Balbi che spiega in modo chiaro alcuni concetti chiave sulle centrali nucleari

(via Il Post)

Hi-tech italiano

Monday, February 28th, 2011

Ho scritto molte volte sul declino tecnologico e non solo dell’italia, per esempio in questo post, o in questo, o in questo, e anche in altri.

Segnalo perciò con particolare piacere l’inchiesta di Wired sui (pochi) distretti tecnologici ancora esistenti in Italia. Piccole e medie realtà che cercano di resistere e fare innovazione in un paese sempre più con lo sguardo rivolto al passato. Ed è da questi che una seria politica industriale dovrebbe ripartire. Come si legge nell’inchiesta:

È difficile che il Paese possa riacquistare a breve una posizione di punta sul piano dell’alta tecnologia …..  ma queste  sacche di resistenza possono comunque dare molte opportunità di crescita e garantire effetti di spillover importanti sull’intera industria”.

Noi siamo i giovani

Monday, November 15th, 2010

Mentre nel paese, sempre più alla deriva, alcune menti illuminate cercano di mettere all’attenzione dell’opinione pubblica il problema del ricambio della classe dirigente politica e non; qui da noi nel Monferrato capita che l’azienda per la quale lavoro che è una consorzio di comuni per la gestione del servizio idrico integrato sia diretta da tre pensionati, tutti rigorosamente over 60.

Forse visto il momento critico per questo tipo di servizio con l’entrata in vigore del cosidetto decreto sulla privatizzazione dell’acqua, avere dei pensionati nella stanza dei bottoni non è un vantaggio.

La provincia c’ha i numeri?

Sunday, September 26th, 2010

Recentemente, grazie anche ai social network, sono stati riallacciati i contatti con i miei ex compagni di classe delle superiori. Carlo, mio ex compagno è come mi ricordavo, sempre il più attivo, e ci ha coinvolti in una cena di rimpatriata.

Andrea ha avuto la bontà (e lo stomaco) di leggere il mio blog e questo mio post sulla vita di provincia rispetto alla vita di città lo ha indotto a mandarmi una mail nella quale difende, lui che ha anche lavorato in grosse città, la vita della provincia.

Il mio post voleva mettere in evidenza come gli altri (cittadini) ci guardano e di come noi viceversa guardiamo loro. Non nego che in provincia non ci possano essere eccellenze. Ma le condizioni italiane non aiutano a farle nascere o emergere. Inoltre, a mio modesto avviso, la provincia non sfrutta appieno tutto il suo potenziale. Faccio un esempio: la famosa Silicon Valley è appunto una valle, tutto sommato periferica negli Usa; non è NY per intenderci. Eppure è lì che si fà innovazione, e non certo per caso. Ecco da noi c’era la possibilità della Silicon Valley, cosa era l’Olivetti e tutto l’indotto di Ivrea? Persino in Autostrada c’è ancora il cartello pubblicitario: Ivrea città dell’informatica. E invece cosa è rimasto? Appunto: il cartello.

Certamente la qualità della vita in provincia è migliore che nelle grandi città, ma questo parametro, per quanto importante, da solo non basta. La ngn sarebbe una grande opportunità di sviluppo per le provincie (intese come territorio perificherico alle città e non come soggetto politico), ma già solo nella mia realtà locale non ho ancora sentito nessuno, privati, istituzioni pubbliche, aziende, muoversi per essa.

Anche dal punto di vista strettamente culturale in provincia si insegue in modo eccessivo una riscoperta della cultura locale, che per quanto da conoscere, è periferica rispetto ai grandi temi della cultura nazionale o internazionale. Non tutti hanno la fortuna di chiamarsi Roma e di avere alle spalle secoli di storia e influenza. La maggior parte dei paesi o anche solo cittadine, ha alle spalle una normalissima e tutto sommato noiosa vita tardo mediovale; basti pensare alla maggior parte dei paesi del mio Monferrato. Eppure non si perde occasione per promuovere la propria cultura locale. Per carità, lungi da me pensare che questo non sia importante, ma la sola promozione del locale fà perdere di vista che si è inseriti in un ambiente più grande, in una società più grande e alla lunga si diventa appunto periferici e ininfluenti.

Non voglio nemmeno sostenere che la città sia meglio della provincia, mi vengono in mente numerosi esempi di luoghi periferici eccellenti: penso al festival di Giffoni, a quello di Carpi, al Mart di Rovereto e Trento. Se ci si rende conto delle potenzialità che la provincia può offrire e se le si fanno emergere e le si sostengono le periferie allora hanno la possibilità di crescere e con loro i loro abitanti.

Cosa succede in Unicredit

Wednesday, September 22nd, 2010

I miei affezionati 15 lettori sanno che cerco di mantenermi aggiornato anche sulle questioni economiche, per non essere impreparato di fronte alla globalizzazione che avanza e al peso sempre maggiore che l’economia ha ormai nella nostra società. Inoltre recentemente sono diventato cliente del gruppo Unicredit e quindi come dire, gli sviluppi della storia mi interessano in prima persona.

Ecco allora venire in soccorso, come al solito, Il Post con questo bell’articolo di Francesco Costa, dove in modo molto chiaro si fa’, come si dice, il punto della situazione.