Non si placano in rete le polemiche suscitata dalla puntata di Report del 11 10 aprile, dedicata ad una inchiesta su Internet e i Social Network dal titolo “Il prodotto sei tu”.
Io ho seguito la trasmissione tra un gioco e l’altro di Adele, e quindi posso anche sbagliarmi, ma a me ha lasciato una sensazione di insoddisfazione per come si è svolta la puntata. Troppe divagazioni, troppi argomenti portati avanti parallelamente che invece sareppero da affrontare uno per uno. Si è partiti dai social network, poi passati a google, poi al phishing, poi alla pirateria, poi nuovamente allo spamming, accenni al diritto d’autore, accenni all’anonimato in rete e alle botnet: insomma troppi temi complessi per una trasmissione con tempi limitati. Il tutto, mi è parso, condito con un sottofondo di allarmismo, che a mio parere non giova alla conoscenza di internet: esempio il tipo che si è visto bucare l’account del suo indirizzo mail perchè usava una password comunissima.
A mente fredda capisco che chi è dentro alla rete e bene o male la conosce, sia rimasto infastidito dalla “superficialità”, nel senso di mancato approfondimento, dell’inchiesta di Report e le spiegazioni date dalla Gabbanelli all’Unità sono comprensibili in parte, perchè fino a quando i vecchi media non dedicheranno più informazione, più spazi per approfondimento su Internet, ci dovremmo accontetare di quello che passa il convento e certamente la cultura digitale in Italia non farà passi avanti.
Per chi volesse approfondire il dibattito qui e qui trova le pagina de Il Post, qui un commento di Mantellini, qui la lettera di Matteo Bordone su Wired, qui l’opinione di Anna Masera.