Posts Tagged ‘società’

I giovani in spagna e in italia

Thursday, May 19th, 2011

La protesta dei giovani si espande. Ora tocca alla Spagna.

Mentre questa è l’impietosa situazione dei giovani in Italia presentata oggi dal direttore del Censis Giuseppe Roma alla Commissione Lavoro della Camera dei Deputati.

Ma un segnale di speranza per la situazione dei nostri giovani viene dai molti candidati eletti o che hanno raccolto molti consensi in queste ultime elezioni amministrative che hanno meno di 35 anni come analizza giustamente Antonio Sgobba sul suo blog.

Mi ricordo di aver sentito in televisione questo commento in risposta a una persona che sosteneva che il nostro paese ha situazioni a macchia di leopardo (per dire di zone più progredite e di altre meno):

“Ma quando queste macchie faranno un leopardo?”

Spesso me lo domando anche io.

Sano patriottismo

Thursday, March 10th, 2011

Ci stiamo avvicinando alla giornata di festa del 17 marzo per celebrare i 150 anni dell’unita d’Italia. In televisione, sui giornali, in radio e anche in internet si intensificano le trasmissioni, gli articoli, gli approfondimenti sull’argomento; la maggior parte dei quali sono dei veri e propri atti d’accusa al Risorgimento, all’idea dell’unità, all’Italia così come è venuta fuori prima dal Risorgimento e poi dalla Resistenza.

Sinceramente non ne posso più di tutti questi attacchi, alcuni dei quali mi sembrano decisamente pretestuosi e in malafede. Certamente non nego che si siano fatti errori, anche grossi, ma pensate solo agli Usa: hanno avuto la guerra civile, ben più cruenta della nostra, eppure non c’è al mondo un’americano che non si riconosca nella nazione e nella bandiera. Perchè da noi non succede? Perchè da noi la storia non è mai stata condivisa, non ci sentiamo di appartenere ad una unica storia?

Benigni nella sua apparizione a Sanremo ha probabilmente reso semplici alcune situazioni che in realtà sono più complesse, ma il concetto di fondo mi pareva incontestabile. Così come appaiono serie e documentate la ragioni per essere orgogliosi della nostra storia scritte da Aldo Cazzullo nel suo libro Viva L’Italia!

Scrive giustamente Pippo Civati: è ora di passare all’obbedienza civile. E’ ora di sentirci italiani.

Viva L’Italia!

Ancora sul digital divide tra generazioni

Friday, January 7th, 2011

Un altro bel post sul digital divide italiano e il conflitto generazionale

(via Stefano Quintarelli)

I giovani e l’Italia: restare o andare via?

Wednesday, November 24th, 2010

Consiglio a tutti di leggere questo bel post e i relativi commenti pubblicato da Mantellini.

Io, come i miei 5 lettori sapranno, non ho la forza di ricominciare altrove la mia vita. Certe volte invidio chi lascia questo nostro amato e disgraziato paese e cerca altrove di realizzarsi; altre volte penso invece che si è felici, nonostante le difficoltà, nel luogo doe si è nati.

Per il bene di Adele spero che la situazione dell’Italia cambi, e ovviamente farò quanto è nelle mie possibilità perchè ciò avvenga. Spero però che Adele desideri andare all’estero, magari non in modo definitivo, ma per fare esperienza di vita diversa dalla nostra, per aprirsi anche ad altre culture e altri mondi. Poi ovviamente sarà lei a decidere.

Proprio oggi il ministro per la gioventù (cosa assurda, ogni governo dovrebbe preoccuparsi dei giovani che sono il futuro del proprio paese, senza che ci sia la necessità di un ministero ad hoc) ha presentato un pacchetto di provvedimenti per i giovani. Al di là dell’essere a favore o contro l’attuale governo, quanto previsto in questo provvedimento è una goccia nel mare che non andrà a cambiare una mentalità e una società vecchia e che pensa in modo vecchio. Ma le responsabilità della situazione attuale ha molti padri come giustamente scrivono Alessandro Rosina e Elisabetta Ambrosi nel loro libro e non sarà facile cambiarla.

La carta di Firenze

Tuesday, November 9th, 2010

Ecco il documento conclusivo uscito dalla 3 giorni di Firenze organizzato da Renzi e Civati. A memoria non mi ricordo un documento politico che citi così tante volte bellezza, sogni, coraggio. Un documento pieno di speranza. Speriamo solo che non rimanga solo sulla carta.

Noi.
Noi che abbiamo imparato a conoscere la politica con tangentopoli e il debito pubblico e che oggi troviamo la classe dirigente del Paese occupata a discutere di bunga bunga e società offshore.
Noi che nonostante quello che abbiamo visto, fin da bambini, crediamo nel bene comune, nella cosa pubblica, nell’impegno civile.

Noi che ci siamo riuniti a Firenze per ritrovare le parole della speranza. Noi che abbiamo voglia di incrociare i nostri sogni e non solo i nostri mouse. Noi che crediamo che questo tempo sia un tempo prezioso, bellissimo, difficile, inquietante, ma sia soprattutto il nostro tempo, l’unica occasione per provare a cambiare la realtà. Noi.

Noi vogliamo gridare all’Italia di questi giorni meschini, alla politica di questi cuori tristi, al degrado di una solitudine autoreferenziale, che si può credere in un’Italia più bella.

Sì, noi crediamo nella bellezza, che forse non salverà il mondo, ma può dare un senso al nostro impegno. La bellezza dei nostri paesaggi, delle nostre opere d’arte, delle nostre ricchezze culturali, certo. Ma soprattutto la bellezza delle relazioni personali, la bellezza di andare incontro all’altro privilegiando la curiosità sulla paura, la bellezza di uno stile di vita onesto e trasparente.

Da Firenze, patria di bellezza, ci mettiamo in gioco.
Senza pretendere posti, senza rivendicare spazi, senza invocare protezioni. Senza chiedere ad altri ciò che dobbiamo prenderci da soli.
Ci mettiamo in gioco perché pensiamo giusto che l’Italia recuperi il proprio ruolo nel mondo.
Ci mettiamo in gioco perché non vogliamo sprecare il nostro tempo.
Ci mettiamo in gioco perché abbiamo sogni concreti da condividere.

Ci accomuna il bisogno di cambiare questo Paese, un Paese con metà Parlamento, a metà prezzo, un Paese dalla parte dei promettenti e non dei conoscenti. Che permetta le unioni civili, come nei Paesi civili; che preferisca la banda larga al ponte sullo Stretto; che dica no al consumo di suolo, e sì al diritto di suolo e di cittadinanza. Un Paese in cui si possa scaricare tutto, scaricare tutti; che renda il lavoro meno incerto, e il sussidio più certo.  Che passi dall’immobile al mobile, contro le rendite, e che riduca il debito pubblico, la nostra pesante eredità.

Vogliamo rispondere al cinismo con il civismo. Alla divisione con una visione. Alla polemica con la politica. E vogliamo farlo con la leggerezza di chi sa che il mondo non gira intorno al proprio ombelico e con la serietà di chi è capace anche di sorridere, non solo di lamentarsi.

Da Firenze, laboratorio di curiosità, vogliamo provare a declinare il coraggio contro la paura, condividendo un percorso di parole e di emozioni, di progetti e di sentimenti perché la prossima fermata sia davvero l’Italia. Un’Italia che oggi riparte dalla Stazione Leopolda, la Prossima Italia.

Prossima fermata: Italia

Monday, November 8th, 2010

Io ho seguito l’evento solo sul web dopo averne parlato in questo post e devo dire che sono entusiasta. Era da parecchio tempo che non mi capitava di rimanere affascinato dalla politica. Forse qualcosa finalmente sta cambiando anche all’interno del PD.

Qui l’intervento conclusivo di Pippo Civati

Oltre le polemiche sul circo Gheddaffi

Wednesday, September 1st, 2010

Passato il trambusto delle polemiche su Gheddaffi e il suo circo, restano comunque sul tavolo argomenti che spesso volontariamente ci rifiutiamo di affrontare ma con i quali prima o poi ci tocchera come dicevano i “vecchi” sbatterci il grugno.

Enrico Deagli sulla stampa di oggi ne indica alcuni.

In futuro agnolotti per tutti

Sunday, August 29th, 2010

Leggo sul Il Monferrato di venerdi che continua lo scambio epistolare tra vari personaggi che in un modo o nell’altro lavorano nel settore turistico. Due di questi personaggi mi sono noti.

Il primo è Gilberto Borzini che, oltre ad essere professore universitario esperto di turismo, ha anche aperto un negozio di prodotti tipici nella mia città; il secondo è Virgilio Gavazza noto commerciante moncalvese e presidente dell’associazione Moncalvo in tavola.

Il pomo della discordia, mai frase fu più adatta, è ovviamente la promozione turistica del monferrato e del suo territorio. Sembra che al nostro prof la promozione esclusivamente gastronomica non piaccia, è necessario percorrere anche altre strade, il vero turismo non è quello mordi e fuggi delle sagre paesane, il turista vuole anche altro: divertimento, cultura, eccetera. Ovviamente tutto questo urta le idee del Virgilio Gavazza che rispondendo con una lettera al nostro prof difende la promozione della gastronomia monferrina e mette l’accento sulle iniziative prese dai commercianti moncalvesi per promuovere e tutelare i loro prodotti tipici, sottolineando che grazie ad essi il turismo da mordi e fuggi, con il tempo, si fidelizza e via di questo passo.

Non pretendendo di risolvere la questione vorrei però dire due cose, partendo dalla premessa che quanto sostiene il prof Borzini non è una novità e tutti gli operatori turistici del monferrato sanno che la sola promozione gastronomica non basta e pertanto non mi suonano di verità rivelata le affermazioni del nostro, e per dirla tutta, la sua fama in rete non è delle migliori, ma per par condicio linko anche la sua versione.

E daltra parte conosco Virgilio Gavazza, siamo coetanei, saltuariamente acquisto anche i suoi agnolotti che sono buoni, ma nonostante questo non posso non rilevale che le sue tesi suonano semplicistiche e vecchie . Il sostenere le sagre e i prodotti tipici non ci deve impedire di vedere che il 99%  dei partecipanti di queste manifestazioni sono persone che abitano nel raggio di 50 km. Questa situazione, ha ragione Borzini, non è promozione turistica, è fare un mercato (nel senso di luogo di vendita) in modo diverso.

Ma per dirla fuori dai denti tutte le volte che leggo di querelle sulla promozione turistica del monferrato mi cascano le braccia. Ma come?!? Ma possibile che pretendiamo di risolvere i problemi del nostro territorio solo con il turismo? Ma pensiamo sinceramente che il futuro di Moncalvo o di Casale sia il turismo? Certamente non saranno i, pur buoni, agnolotti di Virgilio il futuro dei giovani di moncalvo, così come non saranno solo le pur buone iniziative del prof Borzini a far si che tutto il monferrato viva di turismo.

Se l’Italia non è riuscita a trattenere in una sua università il bravo Simone Ferraro di Casale, brillante fisico laureatori a Cambrige e ora ricercatore a Princeton e al KICP di Chicago che in una sua recente intervista sempre al Il Monferrato afferma: “… negli Stati Uniti si può aspirare a una vita agiata con i risultati dei propri studi” e ancora “Ci sono tanti buoni cervelli in Italia, ma per crescere devono scappare e sono rimasto stupito dalle opportunità offerte ai giovani negli Stati Uniti”, come possiamo pretendere che giovani “più normali” restino qui a Moncalvo o a Casale quando sappiamo offrire loro solo un futuro come operatore turistico?

Casale e il casalese negli anni 50 erano la capitale del cemento. Ora Buzzi Unicem è vero che ha mantenuto la sede e lo stabilimento, ma nella prima non si fa certamente ricerca e innovazione, e per quanto riguarda il secondo è lo stabilimento storico e pertanto attivo per tali motivi. La Cerruti, altra storica azienda, ha il suo centro ricerche a Vercelli, la Diffusioni Grafiche ha dichiarato fallimento, l’industria del freddo casalese è, passatemi la battuta, congelata. Forse sono questi i temi che andrebbero affrontati, per carità anche il turismo dovrà fare la sua parte, ma non credo che possa da solo risollevare un territorio. Cultura, Turismo, Nuove Tecnologie, Industrie, Servizi; questo secondo me il mix sul quale bisogna lavorare e sul quale, se è il caso, polemizzare.

Per la cronaca: Simone Ferraro ha partecipato all’importante congresso internazionale della Scuola Internazionale di Cosmologia di Trieste. La notizia divertente, o tragica, fate voi, è che era con la delegazione degli Stati Uniti e pertanto non rappresentava l’Italia.

Questione di diritti umani

Friday, August 27th, 2010

Finalmente la Chiesa interviene sulle espulsioni dei Rom messe in atto dal governo Sarkozy. E lo fa con parole che sottoscrivo appieno e nelle quali non si fa nessun richiamo religioso ma semplicemte si ricordano i diritti elementari di ogni singolo uomo/donna/bambino.

Ecco la Chiesa che mi piace: sempre dalla parte dei più deboli.

Mafia e Chiesa

Thursday, August 19th, 2010

Moncalvo, la città in cui vivo, come già scritto non è stato immune alle infiltrazioni mafiose, ora grazie all’associazione Libera le cose cominciano a muoversi anche se molto resta ancora da fare per sensibilizzare le coscienze e rendere veramente operativo per la società civile  il bene confiscato al mafioso Francesco Pace.

Per questo segnalo con piacere questo bel libro di Alessandra Dino sul rapporto tra la religione e la mafia. Un rapporto dal quale la Chiesa non sempre ha preso le distante, basti pensare che solo “recentemente” gli stessi Vescovi hanno definito incompatibile il vangelo e la mafia. Luci e ombre sono raccontati in questo libri: la grandissima testimonianza di fede e coraggio di Don Pino Puglisi è contrapposta ad altre figure di sacerdoti più “compiacenti”. Ma è anche un racconto sul malsano senso di religiosità dei mafiosi e dal quale traggono distorti principi di vita; basti pensare alla famosa bibbia commentata di Provenzano e ai suoi pizzini pieni di citazioni blibliche.

Per chi vuole è disponibile il postcast della presentazione del libro con l’autrice, Giancarlo Caselli e Don Ciotti, fatta al salone del libro di torino 2008.