Escursione Lago di Antrona

June 3rd, 2022

Grazie ad Adele abbiamo scoperto questa bella escursione, adatta a tutti, al lago di Antrona.

Si trova in Alta Valle Antrona ed è uno dei 4 laghi alpini della valle, utilizzati come bacini idroelettrici fin dagli anni 30 del 1900.

Essendo però l’alta valle un parco naturale l’ambiente è rimasto immutato e particolarmente suggestivo.

Una delle caratteristiche principali di questo lago è la cascata del torrente Sajont, molto suggestiva, che può essere ammirata da vicinissimo, praticamente da dietro, grazie alla passerella posta sul sentiero che permette di percorre l’intero perimetro del lago.

Alla fine della passeggia è possibile fermarsi per un delizioso spuntino al ristorante-bar La Pineta.

Un’escursione che ci è talmente piaciuta, così come tutta l’Alta Valle Antrona, che stiamo pensando di rifarci un giro quanto prima.

Moncalvo nella sua bolla

May 27th, 2022
moncalvo
Piazza Garibaldi, il “salotto” di Moncalvo

In questi giorni si è scatenata una polemica su una nota pagina Facebook moncalvese. Non starò a disquisire sul merito, anche perché i relativi post sono stati rimossi non so se dall’amministratore della pagina o da chi li ha scritti.

Resta però l’amarezza dell’ennesima conferma sulla nostra incapacità di concepire la rete come qualcosa di diverso dall’estensione del nostro ego; andando al di là del chiacchericcio e delle polemiche da bar.

L’avevo già scritto in tempi non sospetti dell’involuzione dei moncalvesi riguardo la cultura digitale e l’utilizzo di internet, in particolare i social. Ma quel che è peggio (credo) è la nostra incapacità di pensare, di riflettere sul passato per poi guardare al futuro.

A volte davvero mi sembra che Moncalvo e i moncalvesi vivano in una bolla separata dal resto del mondo; incapaci di guardare oltre l’orizzonte delle nostre colline, idealizzando un passato che credono di conosce ma che in realtà ignorano completamente; e quelle rare volte che capita di trovare persone che hanno conoscenza del passato, lo fraintendono e sono incapaci di trarne lezioni per attualizzarne gli insegnamenti.

Siamo diventati non una comunità, ma un aggregato, un insieme di gruppi autoreferenziali che stanno insieme solo per forza centripeta. Se cessasse questa forza, ci disgregheremmo senza colpo ferire.

A volte penso all’amico Mauro Anselmo e a quel gruppo di ragazzi che negli anni 70 ebbero il coraggio (e la caparbietà) di fondare un giornale a Moncalvo. Certamente il contesto di allora era profondamente diverso da quello attuale, ma non credo che l’idea di allora: sprovincializzare Moncalvo, farlo partecipe della realtà che lo circonda; sia da buttare, anzi secondo me è quanto mai necessaria.

l'eco moncalvese
una pagina dello storico giornale L’Eco Moncalvese

Certamente le modalità non potranno essere le stesse, perché il passato non ritorna e nella vita il tasto “rewind” non c’è mai. Questo non significa però che non sia possibile provare a mettere in pratiche quelle idee con nuovi strumenti adeguati alla realtà odierna.

Una MoncalvoLab ci servirebbe; sulla falsariga dell’associazione Lab121. Eccome se ci servirebbe.

Castello di Masino

April 29th, 2022

Stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus

la rosa rock
la rosa pesca

Oggi piccola gita al Castello di Masino, bene del Fai per la rassegna Tre giorni per il giardino.

Il connubbio perfetto tra le bellezze artistiche, storiche, paesaggistiche di uno dei più importanti castelli del Piemonte e i fiori e le piante da giardino.

il cielo sopra Masino
tappetti di fiori

La storia del Castello è affascinante e risale addirittura ad Arduino d’Ivrea primo re d’Italia, per non parlare del giardino e del parco secolare con la vigna e del bellissimo panorama sulla Morena Neozoica di Ivrea (La Serra) e le montagne della Valle d’Aosta.

Vecchi appunti e vecchi libri

April 25th, 2022
Simone Weil, Cahiers II

Ci sono libri che ti rimangono dentro per sempre. Sono libri che hai letto magari parecchi anni addietro, eppure sono lì; incastonati nel tuo cuore. E continui a leggerli e a rileggerli e ad appuntarli.

Verità che hai scoperto a poco a poco; capitolo per capitolo e parola per parola. Ci hai scommesso la tua giovinezza su certi libri, su certe idee, su certi pensieri.

Ma sai anche che non ti pentirai mai di questo. Perché i libri ci accompagnano e noi siamo i libri che abbiamo letto.

Adesso anche su Instagram

April 24th, 2022

Dopo molta riflessione, e spinto anche dall’insistenza dell’amica @swamile, a proposito seguitela su IG https://www.instagram.com/swamilee_/ oppure su Twitter https://twitter.com/swamilee perché è veramente brava. Comunque, tornando ai miei affezionati 5 lettori, la notizie è che dopo Twitter il sottoscritto ha aperto un account anche su Instagram (IG).

Qui a lato ci sono i primi post con le prime foto e vediamo che succederà. Speriamo di saper gestire sti due social (già a volte facevo fatica con uno…). L’account su IG è sempre @mcsimoneweil https://www.instagram.com/mcsimoneweil/

Vabbè ragazzi, ci si becca su IG; capitasse mai non sapesse cosa fare.

Sempre pronti anche ad ascoltare e capire?

April 3rd, 2022

Siamo sempre pronti a condannare, a puntare il dito. Lo facciamo spesso anche quando non comprendiamo molto delle ragioni che spingono a certe scelte.

Noi sappiamo. Noi ci informiamo su internet (malamente) e questo ci autorizza a giudicare con misure precisissime le azioni altrui. Ma non applichiamo le stesse misure nel giudizio di noi stessi.

Siamo bravissimi ad imporre (e posare) pesi sulle spalle degli altri, ma questi pesi ci guardiamo bene dal portarli noi stessi e ancora meno ci passa per la mente (e il cuore) di aiutare chi li porta.

Viviamo nascosti dietro i nostri profili social e i nostri schermi, facendo trapelare di noi un’immagine non sempre corrispondente di noi stessi.

Alcuni sono senza vergogna, mentre altri passano la vita a vergognarsi.

Eppure non c’è niente di più importante nei rapporti umani della capacità di ascoltare e capire.

La mia Festa del papà 2022

March 19th, 2022

Oggi è giornata malinconica per chi, come me, ha perso il papà quando era ancora piccolo. Vivi l’infanzia alla ricerca perenne di appigli e cerchi in altri ciò che purtroppo non potranno darti mai appieno.

Si viene su come una giovane pianta senza un palo a cui appoggiarsi, storti, nodosi, robusti e fragili allo stesso tempo. Cristalli di vetro pronti a rompersi al primo ricordo tirato fuori da cassetti della memoria tenuti rigorosamente chiusi.

Eppure è così la vita; ad alcuni presenta subito il conto ancora prima di sedersi. E non posso non sentire dentro di me lo strazio e la sofferenza dei bambini ucraini in questo giorno

Se è vero che nessun padre dovrebbe sopravvivere ai propri figli è ancora più vero che nessun figlio dovrebbe essere lasciato solo.

Ma noi siamo anche quello che perdiamo (come ha scritto l’amica @LaRobiErre su Twitter) e questo alla fine conta e pesa sul nostro essere umani.

Ti voglio bene papà, ovunque tu sia

Il benaltrismo sulla fibra a Moncalvo

February 27th, 2022

via facebook

Poi le stesse persone magari si lamentano della scarsa connessione e del digital divide di Moncalvo.

Certo che se si pensa di usare la rete solo per fare questi post su FB, probabilmente basta una vecchia connessione a 56Kb.

Pensieri disordinati su questi ultimi anni

February 26th, 2022

Quando poi ci passerà la sbornia ideologica, allora spero potremmo ragionare su questi ultimi anni. Su quello che è successo, sul come e sul perché.

Aveva ragione Faber quando cantava “anche se vi credete assolti siete lo stesso coinvolti”. E noi tutti, anche noi moncalvesi, siamo responsabili di questi giorni che stiamo vivendo.

Siamo responsabili di aver dato credito a quanti ci dicevano di non fidarci l’uno dell’altro. Siamo responsabili di aver messo alla base del nostro rapporto con gli altri il sospetto e il terrore di essere ingannati. Siamo responsabili di aver costruito non una comunità, ma una serie di gruppi autoreferenziali, in perenne tensione e competizione l’uno con l’altro.

E forse, cosa ancora più grave, abbiamo permesso che il nostro rapporto con gli altri si basasse sul potere; Simone Weil direbbe sulla Forza. Che è spesso la forza di una posizione di prestigio; altre volte è la forza morale o spirituale di una posizione o di una persona.

Abbiamo permesso che passasse l’idea di vedere l’altro non come un fratello, con cui condividere un pezzo di cammino, ma come una persona (nella migliore delle ipotesi) da correggere e inquadrare nel nostro schema mentale preconfezionato, o peggio, da assimilare nel nostro gruppo, come fanno i Borg di Star Trek.

Siamo spaventati dalla diversità perché la vediamo come una minaccia alla nostra vita, alla nostra visione del mondo. Perché ci siamo autoconvinti che la nostra visione è la sola giusta e tutte le altre sbagliate. Mentre è solo dalla diversità che può nascere la ricchezza dell’uomo, ed è proprio la diversità che preserva la nostra umanità.

Ci siamo costruiti una corazza, come gli angeli di Win Wenders, che ci fa vedere la realtà in bianco e nero invece che a colori. Ma noi siamo angeli con una sola ala, che non possono volare se non abbracciati ad altri. Non ci serve la corazza, ci servono mani per stringere ed abbracciare. E sorrisi per accogliere e ascoltare. E gambe per camminare insieme verso mete comuni.

In questi ultimi anni a Moncalvo e nel mondo sono accadute molte cose. Spesso siamo stati spettatori distratti ed indifferenti, pensando che quello che facevamo noi era comunque giusto.

Io non sono di questa opinione. E credo ci vorrà molto tempo per uscire dal tunnel nel quale ci siamo infilati. Ma si esce dalla caverna se si prende coscienza che le ombre che vediamo non sono la realtà. La realtà è fuori, è altrove.

Potremmo recuperare il nostro essere comunità, il nostro senso di società solo quando inizieremo a pensare come “noi” e non come “io e i miei”.

Quando inizieremo nuovamente a condividere, quando penseremo che nessun uomo è un isola, che nessuno può farcela da solo, allora saremo sulla strada giusta.

Sono una persona triste

February 18th, 2022

Questa che sta per finire è stata una settimana difficile sia in ufficio che nella vita. Dell’ufficio sorvolo per carità di patria. Per la vita invece voglio rendervi partecipi di una mia riflessione che ho fatto.

In pochi giorni sono mancati il papà di un mio carissimo amico e poi la mamma di altri due mie carissimi amici. Persone che mi conoscevano da quando ero un ragazzino. Insieme ai loro figli sono cresciuto e abbiamo sognato di poter cambiare se non il mondo, almeno il nostro paese e insieme le nostre vite.

Poi come sempre la vita ci ha separato e costretti a fare scelte differenti. Ma sempre siamo rimasti in contatto e non appena ci siamo ritrovato, vaffanculo le restrizioni: ci siamo abbracciati e stretti forte perché ci vogliamo bene; e il volersi bene vuol dire anche abbracciarsi e far sentire che ci sei, che sei lì con loro, fisicamente, a condividere il loro dolore.

E proprio in quei momenti ho pensato che fondamentalmente io sono una persona triste e pessimista. Triste e pessimista perché vivo perennemente diviso tra i ricordi del passato (quindi cose che non sono più e non possono più essere) e sogni nel futuro (quindi cose che non sono ancora e difficilmente saranno).

Una persona in perenne bilico tra questi due opposti non può che essere triste.