Quest’anno è stata una vacanza di mare per festeggiare alcune ricorrenze importanti.
Ci siamo concessi qualche giorno nelle bellissime Marche; ospiti della bellissima struttura di Ilaria: Ortopi Country Canapa House.
Una breve vacanza che non dimenticheremo per la bellezza del mare, delle città, per l’ospitalità delle persone; per le mille attenzioni che Ilaria ci ha dato e che hanno reso speciali i nostri giorni nelle Marche.
E’ stato detto: “L’ospitalità è il modo in cui usciamo da noi stessi, è il primo passo verso l’abbattimento delle barriere del mondo. L’ospitalità è il modo in cui trasformiamo un mondo pieno di pregiudizi, un cuore alla volta.”
Noi lo abbiamo provato da Ortopi e nella Riviera del Conero.
Il connubbio perfetto tra le bellezze artistiche, storiche, paesaggistiche di uno dei più importanti castelli del Piemonte e i fiori e le piante da giardino.
il cielo sopra Masinotappetti di fiori
La storia del Castello è affascinante e risale addirittura ad Arduino d’Ivrea primo re d’Italia, per non parlare del giardino e del parco secolare con la vigna e del bellissimo panorama sulla Morena Neozoica di Ivrea (La Serra) e le montagne della Valle d’Aosta.
I miei affezionati 5 lettori non ci crederanno mai, ma sono stato in vacanza al mare, per la felicità di Adele e Katia.
Mi sono divertito e ho mangiato benissimo. Ma la felicità e la serenità che ho visto negli occhi di Adele e Katia mi hanno aperto il cuore.
Io abituato ai colori “monotoni” delle case di montagna, ho scoperto case con colori bellissimi e fatto foto con luce che non avevo mai visto. Ho immaginato la vita delle persone che abitano in queste case, la loro quotidianità le gioie, gli affanni, i dolori.
Ieri siamo tornati a casa dopo una bella settimana di montagna. Per me il ritorno è sempre piacevole; ritrovo gli amici, la solita routine a cui sono ormai assuefatto e pertanto mi trasmette un certo senso di sicurezza, il lavoro da riprendere. Mai come stavolta però, io, Katia e Adele siamo tornati con la tristezza nel cuore. Non è solo questione di clima (i 26 gradi di Allesaz contro i 36 di Moncalvo certamente contano), ma è proprio un ritmo di vita, un modo di vivere, che rimpiangiamo. La montagna per me è anzitutto condivisione, comunità. Senza pensare agli esempi estremi come l’arrampicata alpinistica o la cordata dove le persone sono legate (fisicamente) tra di loro e ognuno dipende ed è di aiuto agli altri, già in una semplice passeggiata si sente quel clima di condivisione della fatica e si è subito pronti all’aiuto reciproco e all’incoraggiamento.
Questa volta poi il luogo scelto, la piccola frazione di Allesaz vicino a Brusson dove il Sig. Dufour ha ristrutturato delle baite, si è rivelato una vera isola di pace, tranquillità, spirito di montagna, come ne ho trovate poche. Poi la piacevole compagnia di Gabriele, Paola, Olivia e Mirta ha contribuito a rendere veramente difficile il ritorno a casa e lasciarsi.
Già oggi, dopo appena un giorno, Adele chiede quando torniamo e quando non vedi l’ora di ritornare e la nostalgia ti prende, è perchè il posto e le persone che hai conosciuto ormai ti sono entrate nel cuore.
Fantastiche vacanze in Val d’Ayas! Casa bellissima, la frazione Allesaz ancora a misura umana con gente cordialissima.
Oggi escursione all’Alpe Moulaz che ho superato brillantemente nonostante i 43 anni e la lunga inattività! Mi merito un bel premio, ma come diceva un grande: Il viaggio è il premio!
Quest’anno ho dato buca agli amici della frazione Gessi di Moncalvo. Non sono andato alla festa della Pieve. Con Katia avevamo promesso ad Adele di riportarla in montagna e ieri, complice il bel tempo siamo partiti.
La giornata con Adele in montagna è stata bellissima, abbiamo anche fatto una bella passeggiata di oltre 1 ora nel bosco, raccogliendo fragoline e lamponi. Adele ha camminato e si è divertita un mondo. E ovviamente a casa mi ha chiesto: “Ma papà poi andiamo ancora in montagna? ” Per me è stata una bellissima emozione, poi vederla correre sui prati, indicarmi la neve sul Monte Rosa, sentirla dire preoccupata “Papà attento!” quando mi sporgevo sul sentiero per raccogliere fragole o lamponi; insomma vederla felice, mi hanno ampiamente ricompensato della fatica del viaggio. Per settembre proviamo a fare per intero la passeggiata della regina con partenza da Castel Savoia a Gressoney St.Jean.
Da quanto mi hanno detto i miei amici, la Festa della Pieve è stata un successo e d’altronde non avevo dubbi conoscendo le persone che tutti gli anni si danno da fare per organizzarla. E immagino che lo spettacolo e il divertimento non siano mancati. Complimenti a tutti. E alla prossima!
Siamo tornati oggi da una settimana di vacanza a Gressoney e anche se il tempo non è stato dei migliori, ci siamo divertiti e rilassati. Abbiamo affittato per la seconda volta a Borgofier e siamo stati benissimo. La Sig.ra Cristina e la Sig.ra Elena sono di una gentilezza senza pari e si sono prodigate immediatamente quando le ho contattate per un piccolo guasto che ha avuto la mia macchina. Una telefonata ed ecco il meccanico di Gressoney arrivare, far partire la macchina e guidarmi alla sua officina per sostituire la batteria completamente a terra. Il costo? Solo quello della batteria!!
Adele si è divertita tantissimo, ha fatto amicizia con i bambini dei vicini di casa, e Gressoney è sempre il posto del cuore per me e Katia.
Il viaggio di Massimo Mantellini a Torino e la poesia “La passeggia” di Aldo Palazzeschi suonano come un elogio a questa città giustamente definita bella, misteriosa e malinconica. Da buon piemontese mi verrebbe da dire: esageruma nen.
Tra poche ore insieme a Katia e Adele partiamo per le nostre prime vacanze “famigliari”. La meta è Gressoney St.Jean in Valle d’Aosta, destinazione la Casa Walser di Borgofier.
Leggo oggi su La Stampa che con il riscaldamento globale, ormai anche il mitico Passaggio a Nord-Ovest è diventata una gita per tutta la famiglia. Quando ero bambino sognavo ad occhi aperti gli immensi spazi e la natura selvaggio di quei luoghi leggendo i libri di Jack London.
La ricerca del mitico passaggio è stata per anni un’avventura vissuta da uomini certamente mossi da motivi economici ma anche da un desiderio di esplorazione e ricerca dei propri limiti. Ora tutto questo è in qualche modo banalizzato e messo a disposizione di chiunque.