Archive for the ‘vino’ Category

Un’idea davvero “Winer”

Thursday, May 21st, 2020

Ho già parlato più volte su questo blog degli amici di Winer, in particolare, di Carlo e della sua nuova start up Sanvittore. E non intendo ripetermi negli elogi. Dico solo che averne nel Monferrato di persone e aziende come la loro.

Questi ragazzi, forse sognatori, ma con i piedi ben piantati nel territorio (o meglio nel terroir per restare in tema) hanno lanciato una iniziativa di sostegno e rilancio per il settore del vino. Un nuovo progetto legato alla loro start up e alla produzione del vino.

L’idea è quella di investire un capitale per diventare “proprietari” di un certo numero di barbatelle di un vigneto. Questo ci permetterà di avere la possibilità di acquistare a prezzo super agevolato il vino prodotto da quel vigneto o eventualmente di venderlo. Penserà a tutto l’azienda che gestirà il vigneto, e se proprio vuoi diventare protagonista di questo affascinante mondo basterà una semplice mail per partecipare in prima persona sia ai lavori in vigna che a quelli in cantina.

Una sorta mezzadria 4.0, una sharing wine con la quale chiunque può produrre il proprio vino, realizzare il proprio sogno di diventare un vigneron e farsi la propria cantina.

L’innovazione, le nuove tecnologie, la capacità di guardare al futuro e scommettere sulla partecipazione attiva, il credere nelle potenzialità del territorio sapendole declinare con i tempi moderni. Questo deve essere adesso la nostra stella polare: partire dal territorio, dalle tradizioni, in un certo qual modo dal passato ma non per rimpiangerlo o idealizzarlo; ma al contrario per trovare la spinta e le idee per il futuro che ci meritiamo.

A questo link trovate tutte le info del progetto. E perchè non prendere in considerazione l’idea? Del resto spendiamo soldi per soddisfare quelle che crediamo passioni e magari non ci soddisfano fino in fondo; invece una bottiglia di vino in cantina, pronta per essere degustata con il nostro piatto preferito. E come diceva il grande Giacomo Bologna detto Il Braida:

Costruitevi
una cantina ampia, spaziosa, ben
aerata e rallegratela di tante belle bottiglie,
queste ritte, quelle coricate, da
considerare con occhio amico nelle sere di
Primavera, Estate, Autunno e Inverno
sogghignando al pensiero
di quell’uomo senza canti e senza suoni,
senza donne e senza vino,
che dovrebbe vivere
una decina d’anni più di voi
(Giacomo Bologna)

Cena monferrina e i Vini Olivetta

Saturday, November 2nd, 2019

Questo post non è una marchetta, è invece un omaggio, un riconoscimento all’impegno, alla passione e al rispetto per il territorio e la sua gente da parte di una intera famiglia che crede in quello che fa e nelle potenzialità che il nostro straordinario Monferrato ha.
Sabato sere sono stato invitato a cena. Il menù era a base di polenta, spezzatino, torta cioccolato e pere, e per finire le nostre monferrine pere martin al vino.
L’invito è stato particolarmente gradito anche perché sapevo che avrei bevuto i vini dell’Azienda Agricola Olivetta. Questa azienda, situata a Castelletto Merli, ad un tiro di schioppo da Moncalvo, è una delle eccellenze del Monferrato. A condurla sono due grandi “giovani ragazzi”; Marco e Elisabetta; che con impegno e dedizione producono vini eccellenti.

Prima della cena abbiamo aperto con l’antipasto tipico monferrino: salame crudo, giardiniera e grisia. La giardiniera per chi non lo sapesse è uno dei più tipici antipasti monferrini. E’un misto di verdure cotte in salsa di pomodoro e aceto. Si raccolgono i pomodori ben maturi, si cuociono e si passano fino ad ottenere una salsa priva di semi e bucce, si unisce olio extravergine di oliva, aceto bianco, sale fino, zucchero e quando il tutto riprende a cuocere si unisce la verdura lavata e asciugata a pezzetti. Prima si mettono le cipolline e le carote con il sedano, poi i fagiolini e dopo un po’ il cavolfiore, per ultimo il peperone giallo e la zucchina: verdura più tenera e bisognosa di meno cottura, foglie di alloro e chiodi di garofano. A cottura ultimata si riempiono i barattoli con la giardiniera ancora bollente, un filo d’olio e si ripongono in cantina al buio.
Con un antipasto così è bene iniziare con un buon vino bianco. Ed è quello che abbiamo fatto: il Monferrato Doc Boccadoro di Marco e Elisabetta è stato un ottimo aperitivo. Savignon Blanc 100%, un bel giallo paglierino, note floreali e fruttate, con una piacevole freschezza in bocca. Insomma un aperitivo che ci ha preso per mano e accompagnato alla cena.

Con la polenta e un signor spezzatino (cinghiale, manzo e salsiccia) cucinati splendidamente è arrivata lei: la signora Barbera, uno dei pezzi da 90 di Marco e Elisabetta. Barbera Superiore del Monferrato DOCG. La signora Barbera di Olivetta.
Barbera 90%, 10% fresia. Un colore rosso impenetrabile, al naso frutti rossi e spezie, una grande struttura in un guanto di velluto al palato; persistenza finale lunghissima in cui una leggere acidità è perfettamente bilanciata da tannini dolci e uniformi e una gradazione alcolica di tutto rispetto. Annata Una Barbera che si è fatta 12 mesi in botti di rovere e li porta benissimo.
Questo grande vino ci ha accompagnato fino alla fine della cena ed oltre; perché con le mitiche pere martin al vino rosso e la torta cioccolato e pere è convolato a nozze.

Insomma la cena è stata è stata fantastica, la compagnia notevole e il vino di Marco ed Elisabetta una compagnia che già rimpiango.

Fatela una visita alla cantina di Marco ed Elisabetta, andate ad assaggiare i loro vini e a vedere come questi “ragazzi” hanno a cuore il loro lavoro e il territorio dove vivono. E poi fate un giro in Monferrato, comprate la polenta “Pignoletto Rosso”, un poco di carne e salciccia e tornate a casa. Mettetevi ai fornelli, invitate i vostri amici del cuore e aprite una bottiglia Olivetta: vi sembrerà di essere qui in Monferrato, i vostri amici vi ringrazieranno e sarete felici.

Una grande cena all’Infernot

Sunday, August 28th, 2016

infernot

E’ passato un anno dall’inaugurazione della Cantina del Paradiso-Infernot. Il locale di Michela e Christian si conferma sempre più un faro della cucina monferrina e di territorio.
Venerdì sera, complice una serata libera, ho invitato lo zio di Katia e il mio amico Carlo con la sua famiglia a cena.
La serata è stata un successo. Il locale, ricavato in una vecchia cantina, è veramente bello.
Christian e Michela sono impeccabili nel gestire la sala, ci mettono passione e impegno nel lavoro e lo capisci da come ti descrivono i piatti. Venerdì serà al Christian gli brillavano gli occhi mentre ci elencava il menù.
La cena è iniziata con un tris di salame cotto, muletta e cacciatorino; bruschetta di pomodoro fresco, friciulin, dadini di toma piemontese aromatizzati con olio e peperoncino, tomino fresco al tartufo, la carne cruda da urlo, e per finire in bellezza gli antipasti, le grandi acciughe al verde servite nella classica burnia.
Come primi abbiamo preso i mitici agnolotti alle tre cani, fatti a mano, come una volta, e i tagliolini al tartufo, che definire di una bontà da esperienza religiosa è dir poco.
Come secondo il maiale ai frutti di bosco, piatto un pò fuori dalla tradizione piemontese, ma eseguito magistralmente. Ed è proprio questo piatto, che secondo me, ci fa capire come Michela, Christian, Alfio, Piera e Maria Teresa siano lanciatissimi.
Certo, l’Infernot non rinnega la sua anima di classica osteria-vineria piemontese. Continuerete a trovare il fritto misto, il bollito, la bagna cauda, gli agnolotti e tutti quei classici piatti del territorio eseguiti con amore e passione. Ma credo che accanto a questi ci saranno anche altri piatti, più creativi, apparentemente fuori dagli schemi, ma che sono assolutamente da provare.
Abbiamo finito con l’impeccabile bunet e poi via con quello che io ho ribattezzato scherzosamente il giro della morte. I famosi zuccherini in alcol 95° aromatizzati in questi cinque gusti: alloro-ginepro, salvia-limone, genepy, arancia-cannella, anice stellato. Immancabile il bis perchè se no che cena è?!?
Carta dei vini curata da Christian sempre più padrone della materia e perfettamente a suo agio come sommelier. Noi abbiamo preso un Gewurztraminer di Hofstatter e un Grignolino dell’Azienda Agricola Natta.
Sapendo che Christian è appassionato, gli segnalo due produttori, che secondo me meriterebbero di entrare nella sua carta dei vini. Il primo è Edi Kante con i suoi vini bianchi del carso, dei quali sono da tempo innamorato. Il secondo è Cre Alto di Alfiano Natta , che ha raccolto l’eredità del “Maestro del Grignolino” e grande vigneron Carlo Quarello.

Che dire di più? Quando il giorno dopo hai già voglia di ritornare è perchè la cucina, il vino, l’atmosfera ti sono entrati nel cuore e ti mancano. Così come mi è mancata la mia collega Elisa durante la cena all’Infernot.

Qualcuno ha detto che i sogni muoiono all’alba. E invece quello di Michela e Christian si è avverato e l’augurio è che duri tantissimi anni per la loro e nostra felicità.

Il fritto misto all’Infernot

Monday, June 1st, 2015

InfernotGrande pranzo oggi con il fritto misto! Dove? Ma naturalmente alla Cantina del Paradiso-Infernot di Serralunga di Crea. Il locale di Michela e Christian si sta sempre più affermando come un punto di riferimento della buona cucina (e vino) del Monferrato.

Oggi dunque pranzo con uno dei piatti principi della tradizione monferrina: il fritto misto; quello di una volta, delle nostre nonne, con i classici pezzi regolarmente suddivisi in dolci e salati. Che buona la mela! Per non parlare della cervella, del filone, del polmone, dell’amaretto, del semolino…

Ma quando andate, perché almeno una volta nella vita bisogna andare da Michela e Christian, lasciate spazio anche per gli agnolotti, ancora fatti in casa dalla mamma di Michela.

Dulcis in fundus il tiramisù alla fragole, che l’amica Elisa su Facebook ha definito “commovente” e il classico bunet.

Vine scelti e selezionati da Christian, sempre più calato nella parte di oste e maître di sala, giacché come diceva Baudelaire: “chi non beve vino ha qualcosa da nascondere”.

 

La Cantina del Paradiso Infernot

Sunday, April 26th, 2015

infernot

Ieri, insieme a tanti altri, siamo andati all’inaugurazione del locale La Cantina del Paradiso Infernot a Serralunga di Crea. Michela e Christian hanno realizzato il loro sogno, un locale tutto loro; una risto-vineria come una volta, sulla falsariga della mai dimenticata Osteria Perbacco di Fabio e Sara.

Il posto è veramente suggestivo, nel piccolo paese di Serralunga di Crea, sotto il Sacro Monte di Crea (patrimonio dell’Unesco) con vista proprio sulla cappella del paradiso. La cucina curata dalla Sig.ra Piera (mamma di Michela) riprende la grande tradizione della cucina monferrina, mentre la cantina, curata da Christian, è ovviamente incentrata sui vini piemontesi, Barbera, Nebiolo, Barolo ma con interessanti proposte fuori regione come Amarone e Morellino di Scansano.

L’infernot, la tipica cantina piemontese, è stato sapientemente recuperato e adesso vi si possono degustare i piatti e i vini del locale in un ambiente suggestivo o avventurarsi in una cenetta a due romantica e indimenticabile.

Che dire di più? Il locale merita certamente la visita e l’augurio per Michela e Christian è quello di un grande successo.

Agriturismo Crealto di Alfiano Natta e il mito del Grignolino

Sunday, June 1st, 2014

Questa sera siamo andaci a cena all’Agriturismo Crealto di Alfiano Natta. Il posto è incantevole con una fantastica vista sulle colline del monferrato. La cucina è veramente buona, con ottimi prodotti del territorio. Lo stile della cucina è quello piemontese rivisitato con influenze liguri (i proprietari e lo chef sono di Genova) infatti abbiamo gustato un ottimo coniglio alla ligure con patate. Pane e grissini fatti in casa con farine del Mulino Marino. Come antipasto un’ottima salciccia “di qua” con insalata russa, sfoglia con verdure e mousse di caprino. Come primi piatti del tortelli di melanzane e tagliolini paglia e fieno con ragù di carne. Il coniglio alla ligure e per finire bonet, panna cotta con riduzione di barbera, cheesecake di fragole.

Ma secondo me il vero punto di forza di questo agriturismo è dato dal vino prodotto in proprio. Infatti Luigi e Eleonora (i proprietari) hanno creato questo agriturismo acquistando l’azienda del mitico ex vigneron Carlo Quarello, conosciuto in tutto il Monferrato come il “Maestro del Grignolino“. Luigi (enologo) e Eleonora hanno lasciato Genova e si sono buttati in questa avventura con Andrea e Elisa (che curano la cucina) con grande passione, e benchè l’azienda vinicola produca ottimi vini (barbera e monferrato) il vero gioiello è il Grignolino del Monferrato Doc Crealto Marcaleone.

A sentire Grignolino i miei amici appassionati di vino storcono la bocca. Troppo abituati a Barbera, Nebiolo, Cabernet, Merlot, Sangiovese, insomma vitigni “nobili”. Io modestamente la penso come il Carlo Quarello; certo la barbera è il nostro vino di punta, il fuoriclasse, quello che ci rende internazionali. Ma la vera forza del nostro territorio, quello che caratterizza il nostro terrior sono i vitigni storici come appunto il grignolino, l’arneis, il moscato, il ruchè per citare i primi che mi vengono in mente. Troppo facile (per modo di dire) fare barbera. Provate a vinificare grignolino, a controllare la sua acidità e i suoi tannini e scoprirete un vino che non ha nulla da invidiare ad altri più blasonati e che rappresenta davvero un territorio e la sua gente. Come scrivono giustamente Luigi e Eleonora il grignolino Crealto Marcaleone è vino scandalo, vino dispari, vino difficile e poco redditizio, ma profondamente amato. E appunto chi ama il Monferrato certamente ama la barbera, come un uomo ama le belle donne, ma non può nascondere che il suo cuore è indissolubilmente legato anche ad un’altra: quel grignolino che è radicato nel nostro essere monferrini.

Andate a fare un visita a Crealto, assaggiate la loro cucina, godete della loro ospitalità e del panorama e oltre alla barbera assaggiate anche il grignolino. Capirete meglio il Monferrato e la sua gente.

Un mito del Barolo

Saturday, June 2nd, 2012

Leggo oggi un articolo di Sergio Miravalle sulla scomparsa di Aldo Conterno, grande barolista di langa. E il ricordo corre veloce ad una cena al mitico “Perbacco” con Fabio Rocchi che dopo la degustazione di un grande barolo 89 di Bartolo Mascarello inizia a parlarmi dei vini di Aldo Conterno. E vien voglia di correre in enoteca a comprare una bottiglia…

Locanda Casa Costa

Sunday, April 8th, 2012

Da buon monferrino sono anche appassionato di vini e cucina e quindi cerco di rimanere aggiornato sui ristoranti della zona. Recentemente l’amico Antonio, per altro della mia stessa leva, ha aperto una locanda proprio in zona. Il locale si chiama Locanda Casa Costa ed è a Grazzano Badoglio, un paese a 5 minuti da Moncalvo.

I suoi genitori (i veri artefici della cucina) sono di origine calabrese e quindi il menù è come spaccato in due: piatti di pesce e piatti di terra di stretta osservanza monferrina.

Nelle mie tre visite ho assaggiato la cucina di pesce: antipasto misto di pesce, spaghetti alle vongole, trofie gamberetti e zucchine, tonno alla pietra e verdure. Tutti eccellenti. Dal venerdì alla domenica fanno anche la pizza nel forno a legna; io ho assaggiato la Casa Costa: stracchino, frutti di mare e anduja calabrese. Buonissima.

I vini sono dell’Azienda Agricola Sulin, ottimo produttore di vini tipici del Monferrato.

E se avete bambini piccoli non preoccupatevi, è stato allestito da Antonio, (che ha tre bambini) uno spazio giochi all’interno del locale.

Un locale davvero da provare e frequentare.

 

 

La Gazzetta Gastronomica

Wednesday, November 30th, 2011

La nuova avventura di Stefano Bonilli si chiama Gazzetta Gastronomica. Un giornale online di cucina, cibi, vino, viaggi, ricette …. tutto da gustare e leggere. In bocca al lupo!

Pronto per corso degustazione

Monday, April 12th, 2010

Martedì prossimo inizia corso di degustazione presso la Bottega del Vino di Moncalvo. Per rimette in forma le papille gustative, ieri sera mi sono bevuto una Malvasia Istriana 2008 della Cantina Produttori di Cormons accompagnata da triglie di scoglio al cartaccio con pomodorini pachino e capperi di pantelleria.

L’abbinamento ha meritato e il vino era buono, anche se il massimo sarebbe stato con del San Daniele di 24 mesi e una bottiglio di Livio Felluga. Ma ogni tanto bisogna accontentarsi.