Ho già parlato più volte su questo blog degli amici di Winer, in particolare, di Carlo e della sua nuova start up Sanvittore. E non intendo ripetermi negli elogi. Dico solo che averne nel Monferrato di persone e aziende come la loro.
Questi ragazzi, forse sognatori, ma con i piedi ben piantati nel territorio (o meglio nel terroir per restare in tema) hanno lanciato una iniziativa di sostegno e rilancio per il settore del vino. Un nuovo progetto legato alla loro start up e alla produzione del vino.
L’idea è quella di investire un capitale per diventare “proprietari” di un certo numero di barbatelle di un vigneto. Questo ci permetterà di avere la possibilità di acquistare a prezzo super agevolato il vino prodotto da quel vigneto o eventualmente di venderlo. Penserà a tutto l’azienda che gestirà il vigneto, e se proprio vuoi diventare protagonista di questo affascinante mondo basterà una semplice mail per partecipare in prima persona sia ai lavori in vigna che a quelli in cantina.
Una sorta mezzadria 4.0, una sharing wine con la quale chiunque può produrre il proprio vino, realizzare il proprio sogno di diventare un vigneron e farsi la propria cantina.
L’innovazione, le nuove tecnologie, la capacità di guardare al futuro e scommettere sulla partecipazione attiva, il credere nelle potenzialità del territorio sapendole declinare con i tempi moderni. Questo deve essere adesso la nostra stella polare: partire dal territorio, dalle tradizioni, in un certo qual modo dal passato ma non per rimpiangerlo o idealizzarlo; ma al contrario per trovare la spinta e le idee per il futuro che ci meritiamo.
A questo link trovate tutte le info del progetto. E perchè non prendere in considerazione l’idea? Del resto spendiamo soldi per soddisfare quelle che crediamo passioni e magari non ci soddisfano fino in fondo; invece una bottiglia di vino in cantina, pronta per essere degustata con il nostro piatto preferito. E come diceva il grande Giacomo Bologna detto Il Braida:
Costruitevi
una cantina ampia, spaziosa, ben
aerata e rallegratela di tante belle bottiglie,
queste ritte, quelle coricate, da
considerare con occhio amico nelle sere di
Primavera, Estate, Autunno e Inverno
sogghignando al pensiero
di quell’uomo senza canti e senza suoni,
senza donne e senza vino,
che dovrebbe vivere
una decina d’anni più di voi
(Giacomo Bologna)