E’ partita da qualche giorno, e già fa discutere, la nuova iniziativa del Comune di Moncalvo e della Pro Loco per promuovere in rete il turismo, il territorio moncalvese, le sue tradizioni e la sua cultura.
La promozione avviene tramite una pagina facebook collegata alla Pro Loco e il sito di riferimento non è quello di Moncalvomonferrato, come ironicamente fa notare il giornale IlMonferrato, bensì questo sito VisitMoncalvo, nonostante il link sul sito del Comune rimandi ancora al vecchio portale.
Ora, lungi da me difendere la scellerata cultura della rete delle amministrazioni moncalvesi e in generale del panorama monferrino; ma fare dell’ironia spicciola sulla rete, senza avere la più pallida idea di cosa significa dominio internet, scadenze dello stesso, senza aver seguito tutta la storia di quel portale, verificare veramente da quale pagina web parte la campagna; insomma senza informarsi, a me non piace e come moncalvese lo trovo offensivo.
Chi segue questo povero blog sa che non sono mai stato tenero con la “cultura digitale” in voga nel nostro territorio e se qualcuno si fosse preso la briga di seguire la storia dall’inizio, avrebbe scoperto che già nel lontano ottobre 2015 il sottoscritto aveva previsto la misera fine di quel portale; che infatti ha vissuto per accanimento terapeutico qualche anno e poi è stato abbandonato al suo destino. A quel punto il dominio non è stato più rinnovato ed è appunto stato registrato da altri. Mai sentito parlare di registrazione di domini per poi rivenderli?
Gli stessi giornalisti che oggi fanno facili ironie, nel 2015 esaltavano le magnifiche sorti e progressive del portale in questione insieme ai promotori, perché a detta loro, lo stesso avrebbe rappresentato il biglietto da visita di Moncalvo nel mondo e tutti i moncalvesi, in primis gli operatori economici ne avrebbero giovato. Come è andata a finire è sotto gli occhi di tutti e forse sarebbe stato meglio farsi già allora delle domande; ma sarebbe servita allora (come oggi eh!) cultura della rete, conoscenze, studio.
Certo è più facile fare articoletti di colore (e senza conosce a fondo la rete), che invece cercare di raccontare chi, con fatica, cerca di fare innovazione sul serio. E’ più facile fare ironia sul bagnet fatto con il frullatore che provare a farsi domande sull’effettiva utilità di fare campagne estemporanee di promozione così, ad minchiam (direbbe la buon’anima di Franco Scoglio).
Insomma una guerra tra poveri nella quale chi perde è il territorio, i suoi giovani e il futuro.
La cosa divertente (o se volete la conferma del mio pessimismo sulla mancanza di cultura digitale) è che ho scoperto, con sconcerto, che la pagina facebook del IlMonferrato non è pubblica; è accessibile solo previa registrazione a FB.
Ciò a cui ti opponi diventi.
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