Ritorno alla T.T. tra passato e futuro

Cari amici moncalvesi,

oggi c’è stata una sorta di inaugurazione del nuovo oratorio; o meglio il ritorno ufficiale dell’oratorio nei vecchi locali della ex fabbrica T.T.

Ad un mese di distanza è stato possibile, grazie all’immenso lavoro di Don Giorgio e dei danti volontari, entrare nel vecchio oratorio nuovamente sistemato ed agibile, ed è stato un po’ come tornare ragazzi.

Tutti noi moncalvesi, siamo entrati in quei cortili, in quelle stanze, ed abbiamo aperto i cassetti dei ricordi più belli, dell’innocenza, della spensieratezza. E ci siamo commossi. Ho visto non pochi occhi lucidi sopra le mascherine; occhi persi nei ricordi.

Ma io credo che non si possa vivere di ricordi e purtroppo Moncalvo ha questo limite: vive troppo nel ricordo di un passato che non tornerà più, che non può tornare per una semplice ragione: perché non abbiamo imparato, non abbiamo saputo partire dal passato per immaginare un futuro.

Quante occasioni abbiamo sprecato. Quante ricchezze abbiamo dilapidato. Ma adesso abbiamo l’opportunità della vita. L’occasione per dimostrare che noi un futuro per Moncalvo sappiamo immaginarlo, partendo proprio dai giovani. Partendo dalle loro idee, dalla loro voglia di futuro, dalla loro capacità di immaginare che le cose possono essere diverse da come sono.

Non è però pensabile che una sola parte di Moncalvo possa farsi carico di portare avanti questo progetto. Qui davvero o risorgiamo tutti insieme come comunità, o cederemo un centimetro alla volta, un’idea dopo l’altra e per Moncalvo sarà una sconfitta così grande che difficilmente ci rialzeremo.

In questo inverno dei nostri cuori, di fronte alle sfide che ci aspettano dopo questi mesi di lockdown non dobbiamo rifugiarci in un passato idealizzato e consolante. Ma partendo dal passato, immaginare e progettare un futuro tutti insieme, finalmente come comunità e non come insieme di individui.

Nel 1943, in quei mesi disperati, un parroco lungimirante di nome Don Bolla e un imprenditore illuminato di nome Gino Piacenza, seppero immaginare per Moncalvo e per il Monferrato un futuro diverso. Con uno sguardo che travalicava lo spazio e il tempo costruirono una fabbrica là dove si progettava una caserma, evitando possibili bombardamenti, e facendo lavorare (e studiare) le donne, le mamme, le spose, permisero a centinaia di famiglie di vivere, non disperdersi, non emigrare, ma rimane qui, sul territorio; gettando le basi per quella ricostruzione che ha permesso a Moncalvo di essere quel che è: un punto di riferimento del territorio.

Adesso è il momento di riprendere quello slancio, quella visione profetica. Adesso è il momento di non avere paura. Ognuno deve fare la sua parte. C’è bisogno di tutti, da chi può lavorare con le braccia a chi invece può magari solo scrivere, pensare, portare idee.

Cari amici moncalvesi il futuro è adesso e dipende anche da noi. Io ci sarò e voi?

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