Archive for the ‘Chiesa e Religione’ Category
Ogni cosa alla sua stagione
La Parrocchia di Moncalvo nuovamente in missione
Image via Wikipedia
E’ ormai passato parecchio tempo da quando la Parrocchia di Moncalvo prima con le raccolte carta e ferro, poi con le raccolte viveri era sistematicamente impegnata nelle missioni della Diocesi di Casale.
Ora con l’arrivo come nuovo parroco di Don Giorgio riprendere nuovamente forza lo spirito missionario. Lui è responsabile dell’Ufficio Missionario della Diocesi e ieri è partito per l’Argentina (Nequien) dove starà due settimane in visita alla missione di Don Italo Varvello.
E per marzo la Veglia Missionaria (dove si ricorderà Monsignor Oscar Romero a 30 anni dalla sua uccisione) si farà a Moncalvo.
Le Unità Pastorali: tra passato e futuro
Voglia di Comunità
Anniversari passati sotto silenzio
Sono ormai passati 4 anni dalla morte di Frère Roger ci ricorda Enzo Bianchi; eppure oggi più che mai Taizé è luogo di speranza, riconciliazione, ecumenismo e piccola primavera della Chiesa.
Certo, sono passati anni e ancora non si è fatto molto da parte di tutti noi cattolici per approfondire e rievocare quello che la vita e l’opera di Frère Roger ha rappresentato e continua a rappresentare per tutti i cristiani e la loro presenza e testimonianza nella nostra società.
Per chi come me è stato a Taizé capisce quanto quella esperienza sia stata per la propria crescita spirituale una benedizione e una grazia.
Cito dal sito di Taizé questo bellissimo articolo che racchiude tanti i miei sentimenti:
« Taizé, sempre »
L’articolo di Bruno Frappat, su « La Croix », sabato 27 agosto 2005.
Sillabe
Taizé : due sillabe brevissime, quasi brusche, che schioccano senza attardarsi. Come una punteggiatura sonora. Un nome per condensare l’essenziale, per racchiudere l’indicibile. Taizé per far silenzio dentro di sé, e Taizé per dirsi qualcosa. Taizé per venirci, in migliaia, decine di migliaia, centinaia di migliaia, da quasi due terzi di secolo. Taizé per ripartire, carichi di invisibile. Taizé per le generazioni. Lontano da Taizé resta sempre un po’ di Taizé in coloro che vi sono passati. Momenti di luce; silenzi di cui non ci si credeva capaci; tracce di amicizie anonime; sguardi che sembrerebbero quasi troppo luminosi per essere umani; innumerevoli volti, spesso giovanili; rimorsi, anche, di aver tanto e così spesso trascurato il senso della vita. Tracce di altre persone e di se stessi. Abbiamo tutti un po’ di Taizé in fondo al cuore. Abbiamo tutti, nei registri tortuosi della memoria, delle tappe fatte a Taizé, in date diverse, che si accavallano nel ricordo. Strade sinuose della Borgogna bella, luce dorata delle colline a fine estate quando la natura brama le piogge che tardano ad arrivare, case in pietra che parrebbero stabilite qui da tutta l’eternità, campane che, lungi dal rompere il silenzio, lo sottolineano senza calcare la mano. Accoglienza, funzioni, canti noti e riconosciuti, icone, pace colorata della chiesa della Riconciliazione. Chiunque sia passato un giorno da Taizé si è ripromesso di tornarci. E, pur dicendolo e trascurando di farlo, sa, senza dimenticarlo mai, che Taizé esiste, che Taizé è là, lontano dalle grandi furie del tempo, disponibile, come se fosse di turno sulla terra. Lanterna perpetua sull’oceano di un’umanità agitata, disturbata. Veglia nella notte delle attualità e delle tragedie collettive o personali. Lo stress, le ambizioni, i litigi futili, le battaglie per questo o quello, gli assilli del denaro e del potere, i rischi del sentimento, la vacuità delle mode e delle sciocchezze “chiacchierate” nei mass media: tutto ciò che si gioca lontano da Taizé, tutto ciò che rumoreggia e fa scalpore lontano da questa colina divenuta sacra, qui s’annulla. Riconciliazione? Sì, ma innanzi tutto riconciliazione con se stessi. Almeno con quella parte di sé che al momento giusto, quando le burrasche minacciano la vita, ti dice: basta, c’è bisogno di un po’ di silenzio, ascolta ciò che ti parla nel silenzio. Ascolta chi ti parla.
Sant’Anselmo, il Papa e la Valle d’Aosta
Moncalvo, la Leva e Don Angelo
In questi giorni c’è la festa del paese con giostre, fuochi artificiali, balli eccetera. La leva del 1991, come altre, ha deciso di organizzare la festa dei 18 anni in questo stesso periodo.
Sabato scorso, dopo essere stati a cena, sono arrivati in piazza per andare sulle giostre e poi partire per la discoteca. Mi direte che non c’è nulla di straordinario in ciò ma aspettate il seguito. La domenica mattina si sono presentati alla Messa delle 10:30 praticamente tutti, certo un pò assonnati, ma tutti. Fin qui ancora nulla di eccezzionale, ma Don Angelo ci ha messo del suo e con una bella iniziativa ha incentrato la solita predica dopo il Vangelo tutta sul gruppo della Leva.
Mi ha fatto veramente piacere che Don Angelo dedicasse quel momento ai ragazzi; è stato bello e Don Angelo non ha sbagliato nè tono e modo. Dovrebbe farlo più spesso perchè è un bel segno per tutti i giovani di Moncalvo sentire che il Parroco parla anche con loro e per loro.
Forza Don!! Continua così!!