Sano patriottismo

Ci stiamo avvicinando alla giornata di festa del 17 marzo per celebrare i 150 anni dell’unita d’Italia. In televisione, sui giornali, in radio e anche in internet si intensificano le trasmissioni, gli articoli, gli approfondimenti sull’argomento; la maggior parte dei quali sono dei veri e propri atti d’accusa al Risorgimento, all’idea dell’unità, all’Italia così come è venuta fuori prima dal Risorgimento e poi dalla Resistenza.

Sinceramente non ne posso più di tutti questi attacchi, alcuni dei quali mi sembrano decisamente pretestuosi e in malafede. Certamente non nego che si siano fatti errori, anche grossi, ma pensate solo agli Usa: hanno avuto la guerra civile, ben più cruenta della nostra, eppure non c’è al mondo un’americano che non si riconosca nella nazione e nella bandiera. Perchè da noi non succede? Perchè da noi la storia non è mai stata condivisa, non ci sentiamo di appartenere ad una unica storia?

Benigni nella sua apparizione a Sanremo ha probabilmente reso semplici alcune situazioni che in realtà sono più complesse, ma il concetto di fondo mi pareva incontestabile. Così come appaiono serie e documentate la ragioni per essere orgogliosi della nostra storia scritte da Aldo Cazzullo nel suo libro Viva L’Italia!

Scrive giustamente Pippo Civati: è ora di passare all’obbedienza civile. E’ ora di sentirci italiani.

Viva L’Italia!

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