Archive for October, 2009
Il pc (internet) parla per noi
Image by Ben Dodson via Flickr
Riprendo questo mio post e vorrei soffermarmi sulla frase di un commento dove si dice che siamo una generazione dove una macchina parla per noi.
Senza togliere nulla alla valenza provocatorio e al pizzico di verità della frase vorrei però dire che tutto questo è capitato ad ogni generazione che ci ha preceduto. Ognuna di esse ha avuto una “macchina” che parlava per loro. Chi semplicemente le lettere, chi i libri, chi i giornali, chi la tv. Noi oggi abbiamo mail, social network, blog e via discorrendo.
Se non sappiamo noi stessi porre dei limiti al loro utilizzo e non siamo più in grado di avere rapporti umani se non attraverso il mezzo virtuale allora forse la ragione di tutto questo è da ricercare dentro di noi. Io che considero l’animazione, il fare gruppo, il parlare direttamente con la persona, il manifestare personalmente i propri sentimenti agli altri quanto di più umano, di più bello, di più naturale ci possa essere; ciò nonostante utilizzo moltissimo internet. Per l’animazione è una risorsa irrinunciabile. Inoltre lo scrivere su carta, in una mail, su un blog i propri pensieri li purifica da imperfezioni, li rende più chiari anche a noi stessi, li costringe a confrontarsi con la realtà.
Molte volte crediamo di avere pensieri, ma nel momento in cui proviamo a fissarli su carta ci accorgiamo che sono soltanto illusioni, sogni senza inizio né fine, “pippe mentali” che non portano a nulla. Se li trasmettessimo direttamente ad altri ci ritroveremmo ad alimentare rapporti basati su illusioni, sogni. Con gli altri (dove per altri intendo il prossimo nel senso cristiano del termine) bisogna, come diceva Simone Weil, tagliare via senza pietà tutto quanto vi è di immaginario e permettersi solo ciò che corrisponde a scambi reali.
Gestire un gruppo animatori
Ci sono momenti nella vita di un gruppo nei quali è necessario porsi tutta una serie di domande. Le motivazioni, i perché e i percome è nato, il modo, la storia “evolutiva”, se ha raggiunto gli scopi per cui era nato, se ne ha altri diversi, quali sono ora i bisogni dei singoli componenti eccetera. Insomma una bella verifica per dirsi tutto.
Chi mi conosce sa come la penso sui gruppi. Essendo una creazione umana hanno una nascita e hanno di conseguenza anche una morte. Il non saper riconoscere il momento nel quale confrontarsi e magari chiudere una esperienza è indice di poca attenzione al gruppo da parte dell’animatore.
Secondo me il Gruppo Animatori ha bisogno di una verifica.
Il TG4 contro Facebook
Massimo Mantellini nel suo blog scrive (con perfidia) del sondaggio e relativo allarme lanciato dal TG4 di Emilio Fede a proposito dell’utilizzo di Facebook. Giustamente la rete non ha messo in risalto la performance di Fede perché è ridicola e non merita replica.
E sia chiaro che il sottoscritto è dalla parte dei Social Network e di Facebook.
Presto schede memory card a 64Gb
Nuovo traguardo per le memory card. Si avvicina il momento dei 64Gb. SanDisk annuncia la nuova tecnologia X4.
Se anche a Moncalvo e nel Monferrato …
Chi assegna gli indirizzi internet?
Prendo spunto da questo post su Wired per fare anche io questa riflessione:
si parla molto della libertà della rete e delle potenzialità che tutti hanno di poter dire la loro opinione, esprimersi, commentare e condividere. Parliamo molto del diritto alla NGN e della sua neutralità, la rete è di tutti e cosi via. Ma ci siamo mai chiesti chi è che assegna gli indirizzi Ip? Chi decide quali server possono stare in rete e quali no?
Forse sarebbe il caso di parlare e di informarsi anche dell’ ICANN
Ancora malattia
Animatori, Oratorio, Parrocchia e progetti
Giovedì sera il Gruppo Animatori si è incontrato per progettare i primi appuntamenti dell’Oratorio; era presente anche Don Giorgio il nuovo parroco di Moncalvo.
L’incontro è andato abbastanza bene tutto sommato. Certo apparentemente non si è concluso molto visto che per tre ore buone si è discusso solo di quando, come fare, e di come gestire il Corso Animatori; ma come giustamente è stato detto, non è mai stata data occasione di discutere nel gruppo sul metodo e sul modo di gestire un percorso di formazione animatori e su quale ruolo questo gruppo di futuri animatori ha nelle attività dell’oratorio.
Mi rimane però una osservazione da portare all’attenzione di tutti: la situazione (con relative decisioni, discussioni, eccetera) del Gruppo Animatori è figlia di una mancanza di progettualità sul lungo periodo. Mi spiego meglio:
è vero che il gruppo viene da un periodo difficile, capisco tutto, è vero che l’oratorio e la parrocchia non hanno mai avuto un progetto generale sui giovani, è vero che abbiamo fatto e stiamo facendo il possibile (direi anche che siamo sopravvissuti a tentativi di eliminarci) ma tutto questo ora come ora con l’arrivo di Don Giorgio non è una scusa per non cogliere l’occasione straordinaria che ci viene offerta. Per la prima volta l’oratorio e i giovani possono dire la loro e indirizzare (insieme con il Don) la parrocchia verso una meta come dire, “più alta, più cristiana”. Per tutto questo, mi ripeto, serve un progetto che abbia tappe da raggiungere, fornisca metodi, modi e momenti di verifica del cammino fatto.
Se è vero (come per me è vero) che l’oratorio è il luogo privilegiato della formazione (umana e cristiana) attraverso l’animazione dei giovani, e il gruppo il metodo più efficace per raggiungerla, allora il focalizzare tutta la nostra attenzione sul futuro gruppo animatori per me è un errore. Gli altri? I bambini delle elementari non hanno diritto di fare gruppo? E quelli di 1 e 2 media? Cosa facciamo solo feste? Solo sabati/domeniche di gioco? Cosa gli si dice? Devi aspettare fino alla 3 media poi fai gruppo e magari col tempo diventi animatore e protagonista tu stesso. Mi sembra una gerantocrazia al contrario, i giovani che dicono hai più giovani di aspettare perché non hanno ancora i mezzi per fare da loro. Il bello dell’animazione è che permette a tutti di essere protagonisti in prima persona, con i modi e i mezzi della propria età. Tutto questo deve essere ben chiaro.
Prevengo anche l’obiezione: mancano le persone, se non formiamo nuove leve di animatori, non potremmo mai fare come sopra. Ok sono convinto in parte di questo. Ma proprio perché un oratorio è per tutti, fare gruppo è per tutti (a differenza che essere animatori è per molti ma non per tutti) serve un progetto che non ci faccia perdere di vista che quello sopra è l’obiettivo da raggiungere e non la sola formazione di animatori. Il parlare, il pensare, il progettare solo di loro, ci fa perdere di vista l’obiettivo vero che è un oratorio degno di questo nome, un luogo dove i bambini, i ragazzi, i giovani si sentono a casa loro e dove possono insieme fare esperienze (umane e cristiane) che altrove non possono fare. Un posto da frequentare, sempre. Serve un progetto che ci costringa, anche solo a pensare, all’oratorio nel suo complesso, incluso il catechismo e il come si fa catechismo; senza quello ci ritroveremo sempre a pensare al particolare, senza poterlo verificare e inserire in un quadro generale, si andrà avanti per tentativi. Senza un progetto che ci richiami ogni anno alla verifica globale dell’oratorio, anche se riuscissimo a “far crescere” 10 animatori saranno sempre solo dei sostituti che andranno anche loro per tentativi, magari idealizzando il passato, come spesso capita anche a noi.
Mai come oggi le condizioni sono favorevoli per una svolta epocale per Moncalvo e il suo oratorio. Ci sono occasioni, momenti che non tornano più. Saperle cogliere (carpe diem) è qualità del buon animatore. Chi non impara dai propri errori è destinato a ripeterli.
Persone che ci lasciano
Riprendo questo bel post di Gad Lerner che parla della scomparsa avvenuta il 2 ottobre scorso di Marek Edelman vicecomandante della rivolta degli ebrei del Ghetto di Varsavia del 19 aprile 1943.
Non bisogna dimenticarlo nè dimenticare la sua testimonianza, il suo coraggio e il suo esempio.