“Nessun uomo è un’isola, intero in se stesso“
Partirei da qui. Dal fatto che noi siamo persone che hanno necessità di relazioni con gli altri. Per realizzarsi pienamente come uomini/donne. Per essere parte dell’umanità. e queste relazioni con gli altri non possono basarsi sulla forza; perché la forza corrompe e isola (direbbe S.W.).
Occorrono relazioni di reciprocità; ma anche qui non nel senso del do ut des perché si ricadrebbe (secondo me) nell’uso della forza; perché chi di noi rinuncia volontariamente ad esercitare tutta la propria forza (di qualunque natura sia) nei confronti degli altri?
Credo che l’unico modo di essere delle nostre relazioni con gli altri sia quello dell’ascolto e del dono; nel riconoscere nell’altro una parte di me (anche brutta e feroce) e sforzarsi di vedere (nonostante tutto) un altro essere umano.
Perché forse la differenza è in fondo tutta qui: chi scommette comunque sull’umanità delle persone e sulle loro capacità di essere tali; e su chi invece pensa che in fondo non c’è redenzione per gli altri.