WiFi libero e innamorarsi di internet

Secondo Massimo Mantellini non è che adesso con l’abolizione del decreto Pisanu e la sostanziale liberalizzazione delle reti WiFi assisteremo a un passo in avanti della cultura della rete in Italia grazie alla nascita delle reti civiche fino ad ora di fatto bloccate.

Come dargli torto? Mantellini ricorda giustamente che abbiamo il paragone con l’esperienza di altri paesi, in primis Usa dove la cultura della rete è sicuramente ben diversa che da noi, dove fior di reti civiche finanziate anche da colossi della IT come Google sono miseramente fallite e non penso che l’Italia possa fare eccezione.

Ma se allora la rete civica, intesa non solo come luogo di informazione e scambio tra PA e società civile, ma intesa come la tua città ti concede un accesso gratuito a internet; da sola non basta a spingere verso la cultura della rete una grande fetta di italiani sostanzialmente indifferenti ad essa: cosa è necessario fare perchè ci si innamori di internet e non la tema?

Cercare di convincere gli indifferenti che pensiamo anche al loro futuro quando chiediamo una maggiore attenzione e un maggiore sviluppo della rete in Italia non penso possa spostare grandi masse. Una società sostanzialmente “vecchia” come la nostra è molto restia al cambiamento. Partire dalle scuole? E come? Per quanto ne so io sono molte le iniziative, per lo più personali, di docenti che cercano di introdurre la rete e la sua cultura nella scuola; ma siamo sempre lì, alla buona volontà dei singoli.

Che fare allora? E con chi?

Tags: , , , ,

Leave a Reply