Si può dire la Messa usando iPad? Sembra una domanda assurda. Invece alcuni vescovi (quelli della Nuova Zelanda) si sono posti il problema e concluso che non è possibile celebrare la Messa usando al posto del messale cartaceo un messale elettronico sull’ ipad.
Io non lo sapevo, ma esistono già numerose app tipo ibreviary che permettono di trasformare il proprio ipad/iphone in un breviario per le preghiere. Quindi la domanda che si sono posti i vescovi neozelandesi non è tanto campata in aria, anzi, sembra proprio roba da cyberteologia, tantè che la notizia è stata ripresa da Padre Spadaro che ci ha aggiunto altri spunti di riflessione.
Io non ci vedo nulla di male nell’utilizzare il messale in formato elettronico, nè mi scandalizza la cosa. E non mi convince il ragionamento dei vescovi quando affermano che “non è immaginabile, per intenderci, che si porti in processione un iPad o un computer portatile o che in una liturgia un monitor sia solennemente incensato e baciato“; perchè qui secondo me, si confonde volutamente il supporto con il contenuto. Non credo che, dove previsto dalla liturgia cristiana, si baci o si incensi il libro del vangelo in quanto libro; ma lo si “omaggia” in quanto lì in quel momento, e non altrove, c’è la parola di Dio; si “venera” la Parola che è scritta in un libro. Come commenta giustamente Padre Spadaro se la Chiesa non avesse permesso l’utilizzo della tecnologia della stampa, saremmo ancora alle pergamene o ai codici medioevali. Il testo digitale è semplicemente un’altra tecnologia di stampa.
Ecco quindi la domanda che Padre Spadaro si pone alla fine del suo post: come la Chiesa si confronterà con la tecnologia del testo digitale, e aggiungo io, con tutto quanto internet e le nuove tecnologie stanno portando nelle nostre vite?
Tags: chiesa, cyberteologia, ipad, messa, religione, riflessioni
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