Leggo sulla Stampa il Buongiorno di oggi di Gramellini con la sua storia della scelta di vita fatta da Rosario e Grazia.
Penso che il significato vero che Gramellini dà a questa vicenda non è la scelta di scappare e vivere per qualche anno fuori dalla realtà italiana. Il significato vero è cercare con ogni mezzo e ad ogni costo la realizzazione dei propri sogni, da soli o con la persona che ci si è scelti come compagna di vita. Il non arrendersi all’andazzo generale, al vivere nella “normalità” per stanchezza, rinunciando al cambiamento perchè tutti sono indifferenti.
Oggi uno dei mali più grandi che ci affliggono è proprio la rinuncia ai sogni, il pensare che si possa vivere diversamente da come la società ci impone di vivere, la sfiducia che ci prende quando serve fare scelte coraggiose e controcorrente.
Rosario e Grazia ci ricordano che siamo in primo luogo noi stessi che ci scegliamo il modo in cui viviamo e forse è meglio dare più spazio alle emozioni che alle apparenze. Come diceva la mia psicologa: la vita che vuoi è la sola che avrai.
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mi ricorda molto un recente discorso…. =)
anche se almeno per me sembra una cosa difficile da mettere in atto, quella di fare le nostre scelte basandoci solo su noi stessi, condivido che sia molto più importante mettere in gioco le nostre emozioni del cuore che le emozioni che vogliamo solo far credere di provare…
e come sempre ho usato un astruso modo di scrivere…. che se non si capisce sono aperta ai chiarimenti…. però devo ammettere che mi piace lo stile enigmatico della mia affermazione.. =)
Simone Weil sosteneva che nel rapporto con gli altri è necessario tagliare senza pietà quanto è immaginazione perchè la nostra vita interiore si compiace di accogliere in folla fantasmi, costruzioni immaginarie, mentre nel sentimento bisogna permettersi solo ciò che corrisponde a scambi reali. Per questo bisogna vietarsi “slanci di cuore” che non trovano nell’altro ugual risposta. Non bisogna pretendere di venir capiti quando ancora non ci siamo chiariti a noi stessi.
Non ingannarsi sull’altro significa anche non ingannarlo e non pretendere da lui più di quanto può dare.
Più dai, più dipendi dagli altri per la tua felicità e infelicità. E una parola o un gesto possono darti più felicità di quanta tu non ne hai data in un anno di dedizione. Ti metti in una situazione di mendicante, di cane che aspetta l’osso.
E infine per un meccanismo inevitabile, non si può dipendere dagli esseri umani senza aspirare a tiraneggiarli, senza aspirare a piegarli ai nostri scopi, compresi quelli più nobili o del cuore.
Sinceramente sono della stessa opinione. Non sempre quello che proviamo è reale. Le nostre emozioni, i nostri sentimenti, i nostri sogni, sono come dire: materiale delicato, da trattare con rispetto e attenzione.
Facciamo un esame di coscienza: quante volte abbiamo rinunciato all’utilizzo di qualsiasi mezzo (della “forza” direbbe S.W.) per legare a noi un amico, una persona della quale desideravamo la vicinanza? Io poche volte per non dire mai. Questo è, nel migliore dei casi, immaginare di aver costruito un rapporto.
Tutto questo per dire che il seguire semplicemente il nostro cuore senza se e senza ma non sempre è la scelta migliore. Un buon indizio che la scelta è quella giusta è quando non c’è contraddizione tra il nostro desiderio di solitudine interiore, di crescita personale, e il provare altri sentimenti o la realizzazione di nostri sogni.