Leggo su Il Post l’intervento scritto da Don Maurizio Patriciello in polemica con la vignetta che Vauro ha mostrato nel finale della trasmissione AnnoZero giovedì scorso. La vignetta ritraeva il Papa e Berlusconi con una battuta che si può facilmente intuire.
L’intervento di Don Maurizio ha una premessa totalmente condivisibile, mettendo giustamente in risalto tutta l’utilità sociale della stragrande maggioranza del clero. Ma da credente e praticante non mi sento di condividere la conclusione. Tutto quanto di bene la Chiesa fà non la esenta dalla colpa della pedofilia e sopratutto dall’aver cercato di insabbiare il problema.
Tra noi credenti lo scandalo è grande. Nessuno di noi pensa che tutte le persone consacrate siano coinvolte, ma proprio il fatto che le maggiori gerarchie abbiano cercato di mettere a tacere le vittime e protetto i colpevoli ci fà orrore. Ma con quale coraggio chi ha fino ad oggi insabbiato, protetto, celato questi comportamenti può leggere il passo del Vangelo di Matteo (Mt 18, 5-6) dove Gesù dice che chi scandalizza anche un solo bambino sarebbe meglio per lui che si mettesse una macina al collo e e fosse gettato negli abissi del mare.
La Chiesa, i suoi membri non sono infangati da semplici vignette, ma da comportamenti e dalla vita indegna di alcuni suoi membri. Con buona pace di Don Maurizio Patriciello