Questa settimana si è riunito ufficialmente per la prima volta il nuovo Consiglio dell’Oratorio. Ne fanno parte i ragazzi (animatori), genitori, Don Giorgio e Suor Mirella.
Capisco che a prima vista può sembrare il solito gruppo di persone che si riuniscono solo per discutere e non arrivano a nessuna conclusione, oppure che sia una cosa che non serve per un oratorio, che serve solo a "burocratizzare" ad importare nel mondo del volontariato modelli altrui.
Io non sono di questo parere. Ho sempre notato che gli oratori che funzionano meglio sono quelli dove c’è partecipazione e condivisione di responsabilità nelle decisioni.
Inoltre è un buon modo per coinvolgere nella vita dell’oratorio i genitori, facendo prendere coscienza che portare i bambini in oratorio non significa solo "parcheggiarli", lasciarli in un posto "sicuro". Oratorio è molte altre cose e forse è anche un luogo dell’anima.
Citando Kennedy, direi che i genitori non dovrebbero chiedersi cosa può fare l’oratorio, ma cosa possono fare loro per l’oratorio (e quindi per i propri figli).
La strada intrapresa non sarà semplice. Creare un organismo (comunque la si guardi) democratico, dove ognuno è libero di esprimere il proprio pensiero e le proprie idee sull’oratorio, l’animazione, i giovani, è sicuramente più difficile che delegare a pochi.
Preferisco un oratorio dove si discute, dove c’è confronto, dove ci si sente comunità (community) a un oratorio magari efficentissimo, ma staccato dalla realtà parrochiale e incapace di condividere.
Dobbiamo convincerci che tutto quanto fatto finora non è che fosse sbagliato, abbiamo fatto il meglio che ritenevamo possibile; ora è il momento di cambiare, di rinnovarsi anche nella mentalità e non solo. Per degli animatori è una prova difficile perchè si tratta di abbandonare delle certezze che ci si era costruiti. Animare e l’animazione non sono date per sempre, le sicurezze di ieri devono essere sempre messe in discussione perchè non si possono riproporre all’infinito le solite soluzioni. I genitori in questo ci possono essere di aiuto, così come l’esperienza di Don Giorgio.
Non sarà sicuramente questo consiglio a "salvare" l’oratorio o a renderlo migliore, noi siamo parte del cambiamento e forse saranno i nostri figli a coglierne i frutti. Ma come diceva qualcuno: l’importante è partecipare.
Le idee ci sono, le persone anche. Coraggio inizia il viaggio.