Nell’ultimo incontro di gruppo animatori c’è stata discussione per il “mancato” rispetto di alcune regole decise insieme e riguardanti Estate Ragazzi, gli animatori e gli aiuto animatori.
Mi ha colpito molto il fatto che il criterio dell’efficienza, del successo, della regola ferrea (alla boia chi molla) sembra ormai l’unico che conti anche in ambito oratoriano. Mi sembrava che il Gruppo Animatori fosse guidato nelle sue scelte solo da questi criteri, senza sapersi adattare alle circostanze, alla realtà. Capisco che molte volte le cose non vanno come si vorrebbe, nel migliore modo possibile, ma il non sapersi adattare cercando soluzioni a volte improvvisate in emergenza, mi sembra un limite che un buon Gruppo Animatori non dovrebbe avere.
Forse ci stiamo dimenticando che in fin dei conti siamo Animatori Salesiani. Un oratorio non ha successo perché è frequentato da decise, meglio se centinaia, di bambini e ragazzi; ha degli animatori che sono dei modelli, dei fenomeni e via di questo passo. Un oratorio ha successo, o meglio, è degno del nome che porta, se è in grado di far sentire a casa sua tutti quelli che lo frequentano, se trasmette amore, amicizia, fede, senso di solidarietà, di comunione, di integrazione con chi è più in difficoltà o emarginato. Buoni cristiani e onesti cittadini direbbe Don Bosco.
Un oratorio e quindi anche il Gruppo Animatori deve avere anche il criteri della carità