Sono ormai molti anni che faccio l’animatore nell’oratorio della mia città. In tutto questo tempo ho fatto gruppo con molti ragazzi che anche loro incominciavano questo bellissimo cammino di crescita umana e cristiana.
Certo non posso dire di essere un esperto!! Ma quello che mi colpisce sempre non è il fatto di trovare persone che “hanno il talento o meno” per essere animatore, questo è secondario. Quello che mi sorprende è che tutti, chi più chi meno, quando si inizia ad essere autonomi, ad avere la responsabilità di condurre un gruppo, si tenda ad assumere il ruolo di “messia” del gruppo. Si assumono (magari anche inconsciamente) atteggiamenti di “bocca della verità”, di guida, si forniscono risposte, si indicano strade, ci si parla addosso senza ascoltare il gruppo.
Tutto questo senza la minima riflessione sui propri atteggiamenti di animatore, senza anche una minima verifica tra se e se per analizzare come si sta vivendo il ruolo di animatore. E tutte le volte che si cerca di far riflettere le persone su questo tema, si viene guardati come se si parlasse di cose che non hanno senso; un dialogo alla Ionescu.
Sembra impossibile, ma come giustamente sosteneva Simone Weil, chiunque ha potere, tende inevitabilmente a tiranneggiare gli altri, e solo con un grande sforzo o con l’intervento della Grazia non lo si fa’.
Essere animatori è uno dei ruoli più pericolosi che esistano (per se e per gli altri), non dovremmo mai dimenticarcelo.