Sono una persona triste

Questa che sta per finire è stata una settimana difficile sia in ufficio che nella vita. Dell’ufficio sorvolo per carità di patria. Per la vita invece voglio rendervi partecipi di una mia riflessione che ho fatto.

In pochi giorni sono mancati il papà di un mio carissimo amico e poi la mamma di altri due mie carissimi amici. Persone che mi conoscevano da quando ero un ragazzino. Insieme ai loro figli sono cresciuto e abbiamo sognato di poter cambiare se non il mondo, almeno il nostro paese e insieme le nostre vite.

Poi come sempre la vita ci ha separato e costretti a fare scelte differenti. Ma sempre siamo rimasti in contatto e non appena ci siamo ritrovato, vaffanculo le restrizioni: ci siamo abbracciati e stretti forte perché ci vogliamo bene; e il volersi bene vuol dire anche abbracciarsi e far sentire che ci sei, che sei lì con loro, fisicamente, a condividere il loro dolore.

E proprio in quei momenti ho pensato che fondamentalmente io sono una persona triste e pessimista. Triste e pessimista perché vivo perennemente diviso tra i ricordi del passato (quindi cose che non sono più e non possono più essere) e sogni nel futuro (quindi cose che non sono ancora e difficilmente saranno).

Una persona in perenne bilico tra questi due opposti non può che essere triste.

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