Riporto qui (a futura memoria direbbe qualcuno) un tweet che ho scritto in ricordo di Piero Norzi e della Giornata della Memoria.
Piero (e adesso i suoi figli) hanno tenuto vivo a Moncalvo il ricordo e la cultura di una città che nel passato ha avuto una importante Comunità Ebraica. Tanto da avere l’unica sinagoga in Italia che si affaccia sulla piazza principale e sviluppare un proprio rito (Apam) insieme a Asti e Fossano.
Scriveva Piero: “Siamo l’unica famiglia ebraica ritornata all’origine e cerchiamo, nel limite delle nostre possibilità, di far conoscere e mantenere le tradizioni ebraiche di Moncalvo.”
Proprio dalla vecchia stazione ferroviaria di Moncalvo il 19 settembre 1943 otto persone, tra cui Piero, sua sorella e i loro genitori, salirono su un treno per Milano alla volta della Svizzera per sfuggire dai nazifascisti e alle persecuzioni.
A Villa Foa rimasero la nonna, i due zii e il loro figlio trentunenne: Clelia Vitale ved. Foa, Estella Foa Colombo, Alberto Colombo, Amerigo Colombo. Tutti deportati e morti ad Auschwitz. Con loro scomparve gran parte della memoria storica e della cultura ebraica moncalvese.
Per Piero l’ebraismo era sopratutto tradizione e cultura e questo passava dalla memoria e dal recupero di ciò che la barbarie nazifascista aveva cercato di distruggere. Ed è anche per merito suo che il Comune di Moncalvo, a ricordo della Shoah, ha intitolato una delle quattro vie che delimitavano il ghetto ebraico “Vicolo 27 Gennaio Giorno della Memoria”.
Piero era agronomo e fu tra i primi in Italia, sulle colline del Monferrato, a produrre vino kasher che in lingua ebraica significa adatto, idone, puro e sta ad indicare la genuinità. E quando bevo una Barbera io non posso fare a meno di pensare a lui.
Piero è stato un importante punto di riferimento a Moncalvo, promotore di tanti avvenimenti culturali, il suo sogno (in parte realizzato) è stato il restauro del cimitero ebraico, oasi lussureggiante di verde, sul bordo sinistro della strada per Ottiglio, che in parte è una ripa scoscesa di alberi e antiche tombe. In inverno con il sole si può ammirare lo spettacolo di un mare di nebbia che sale dal fondo della valle per inghiottire la sommità delle più basse colline lasciando fuori il cimitero ebraico.
Qui, in pace, nella terra dei suoi avi, Piero riposa. E io sono onorato di averlo conosciuto.
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