Stare in provincia

La scorsa settimana per lavoro sono andato a Milano. Sai che notizia direte voi e certamente avete ragione, ma quello che mi ha più colpito della trasferta è stato lo “spirito” e “l’aria” che si respirava parlano con le persone che ho incontrato.

Cerco di spiegarmi: per me che era parecchio tempo che non avevo contatti con altre realtà aziendali, è stato come entrare in una macchina del tempo ed essere sbalzato nel futuro. Ora non è che l’azienda dove mi sono recato sia all’avanguardia nelle nuove tecnologie (fa stampe e scannerizzazioni) ma lo spirito e il clima è comunque quello di essere una realtà di livello nazionale e aperta al mondo.

L’azienda per la quale lavoro (un consorzio di comuni che gestiscono l’acquedotto) non è che brilli per innovazione, spirito di iniziativa, senso di essere comunque una realtà nazionale importante; siamo dei provinciali che quando escono dal loro ambito ci sentiamo spaesati e goffi.

Io invidiamo la loro posizione centrale e non periferica, il loro essere nel mercato al passo con i tempi, in contatto con una realtà in rapido mutamento. E viceversa loro mi invidiavano proprio il fatto che io lavorassi in provincia, con ritmi diversi, con ancora contatti umani e valori, un modo di vita tutto sommato ancora slow e paesi a misura d’uomo.

Quando si dice vedere le cose da un altro punto di vista.

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