Google ha lanciato il suo servizio Google Drive che si pone in concorrenza con i già agguerriti Dropbox, iCloud di Apple, SkyDrive di Microsoft, per citare i più famosi. Ma ormai il cloud, cioè l’archiviare nella “nuvola” (in rete) i propri dati e/o le proprie applicazioni è ormai prassi consolidata e una delle direttrici di sviluppo di internet.
Ma a me viene sempre questo domanda: che me ne faccio di 5, 7, 10, 25 GB di spazio in the cloud quando la mia velocità massima di upload è, se va bene, 640KBs? Io non ho tutti i dati che Gaspar ha sul suo hd, i miei pochi GB di dati per caricarli nella nuvola hanno un tempo stimato inferiore a quello di Gaspar, ma sempre, come dire: spiritoso. Ho circa 30 giorni di upload per fare un backup completo delle sole cartelle che mi interessano.
Finchè le connessioni a internet rimarranno fortemente asimmetriche, la possibilità di sfruttare le potenzialità del cloud saranno poche, per non dire delle potenzialità di internet. Illuminante al tal proposito questa intervista a Gaspar Torriero
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