Eccidio Banda Tom: la necessità della memoria

Ho già scritto della Banda Tom sul blog e su Twitter. E proprio sabato 15 c’è stato il 76° anniversario dell’eccidio e la commemorazione ufficiale alla cittadella di Casale Monferrato.

Una commemorazione che ha suscitato molte polemiche a causa delle sciagurate frasi pronunciate dal sindaco di Casale Monferrato.

Segnalo tra le tante reazioni di giusta protesta civile volte a ristabilire la verità dei ragazzi della Banda Tom trucidati dai nazifascisti casalesi, quella del caro amico Diego Musumeci (consigliere comunale di Moncalvo ed insegnante) che ha scritto sulla propria pagina Facebook:

“…i ragazzi della banda Tom combattevano contro il nemico che veniva dal Nord …”. Ehhh no, Sindaco di Casale: vennero trucidati dai FASCISTI casalesi!!! Tom e altri ragazzi scelsero coraggiosamente la lotta partigiana per opporsi al regime fascista e dal 1943 la banda fu attiva nel casalese e nell’astigiano. La banda Tom fu catturata a Casorzo, imprigionata, torturata, umiliata nel freddo inverno del 1945 e, infine, uccisa il 15 gennaio da un plotone composto da molti fascisti casalesi. Tom e gli altri ragazzi combattevano contro i fascisti e furono uccisi da italiani come loro che avevano, però, fatto un’altra scelta di campo. La storia non si cambia. Nessuna ideologia politica odierna può permettersi di rivedere i fatti e gli avvenimenti storici a suo uso e consumo contro ogni evidenza storiografica e documentale. La pacificazione è un atto dovuto ma solo nel rispetto della verità e dei reciproci ruoli. Bisogna imparare ad accettare che il male non arriva solo da fuori e che la grandezza di un popolo, o di una nazione, non si misura sulle sue macchie e sulle sue colpe ma, bensì, sulla loro accettazione e sui modi di fare ammenda.”

Segnalo anche il video pubblicato dall’attore Mario Saldi, esponente di Casale Bene Comune

https://www.facebook.com/1569882978/videos/10221795343664025/

Tra pochi giorni celebreremo il Giorno della Memoria. E ne abbiamo più che mai bisogno.

L’indifferenza è più colpevole della violenza stessa. È l’apatia morale di chi si volta dall’altra parte: succede anche oggi verso il razzismo e altri orrori del mondo. La memoria vale proprio come vaccino contro l’indifferenza.
Liliana Segre

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