Riflessione fine anno 2019

E’ finito un altro anno. Molti di noi in questi giorni fanno un bilancio dell’anno trascorso e alcune volte è positivo, altre negativo. Io non ho mai amato fare bilanci a fine anno; per me la vita non è una “partita-doppia”; un dare-avere. Per me la vita è un cammino, una strada da percorrere. A volte in salita, a volte in discesa; ma sempre in compagnia di qualcuno, perché è questo l’importante: camminare insieme. Con qualche persona cammineremo per molto, con altri di meno. Con ognuna di loro condividerò un pezzo della mia vita, delle mie esperienze, delle mie emozioni; e nella condivisione non c’è un dare-avere perché ognuno prende e dona contemporaneamente.

Certo a volte ci si ferma per prender fiato perché stiamo faticando, per aspettare qualcuno rimasto indietro, per rialzare chi è caduto. E’ la nostra vera natura di uomini. Ci realizziamo pienamente solo insieme agli altri, nel rapporto con gli altri. Nessun uomo è un’isola, intero in sé stesso; e questa verità non dovremmo mai dimenticarla.

Ma se la vita è un cammino, io come sto camminando? E con chi? E verso dove? Sono domande che periodicamente mi ritornano e alle quali cerco (barcamenandomi molto) di dare risposte. Durante il percorso di quest’anno ho raggiunto certamente alcuni traguardi che mi hanno riempito di gioia; altresì mi sono reso conto sempre di più di quanto manchino alcune persone nella mia vita. Alcuni amici, alcuni parenti, mia mamma e mio papà. Ho nostalgia di loro, di sentirli accanto, di potermi fermare sapendo che anche loro si fermerebbe e mi aspetterebbero; sarebbero lì con una parola di conforto, di incoraggiamento ad alzare lo sguardo verso la cima ormai vicina (come quando si cammina in montagna).

Io ho superato la prova di crescere senza mio papà (perduto quando avevo 4 anni), di crescere senza ricordi di me e lui, senza un modello, un esempio, anche fosse solo per dire: non sarò mai così”. E se fino a qualche anno fa non ci pensavo spesso, adesso è diventato un chiodo fisso ed un peso difficile da portare. Non ci si abitua mai alla mancanza delle persone alle quali si vuole bene e la nostra sola consolazione sono i ricordi (per chi li ha).

Al nuovo anno chiederei un cammino meno accidentato; non tanto per me, ma per quelli che mi stanno vicino e per le persone alle quali voglio bene. Vederle faticare, soffrire, piegarsi sotto i colpi della vita e (a volte) non essere capace di esprimere anche solo di una parola di conforto mi fa sentire ancora di più il peso del mondo. Chiedo di poter fare ancora qualche passeggiata in montagna; di quelle come si deve, verso l’alto, per ritrovare quel senso di pace con il mondo (e con Dio) che solo la montagna sa darmi.

Buon 2020 a Katia e Adele e grazie per l’immenso amore che ricevo ogni giorno e che cerco di ricambiare. Possa essere davvero un felice nuovo anno e camminiamo insieme per realizzare i nostri sogni.

Un grazie ai miei affezionati 5 lettori di questo blog e a quanti hanno la bontà di seguirmi su Twitter. Possiate realizzare i vostri sogni ed essere felici.

E grazie ancora, cara amica, che sei sempre con me, per questo cammino insieme. Tu sai che non passa giorno senza un pensiero per te.

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