Riflessioni a margine di una giornata di lavoro

Ieri con i miei capi (Responsabile Utenza e Responsabile IT) siamo andati in visita alla Acos Spa, la multiutility che gestisce anche l’acquedotto di Novi Ligure e altri comuni del sud alessandrino. L’occasione era per vedere sul campo il funzionamento del nuovo gestionale di Engineering net@h2o per la gestione degli acquedotti.

La realtà di Acos è ovviamente diversa da quella del Ccam e le soluzioni di uno non possono essere prese pari-pari e adottate dall’altro. Eppure mi ha fatto notevole impressione che il Responsabile IT di Acos fosse un “ragazzo” di 38 anni e avesse due collaboratori tra i 25 e i 30 anni, con una visione del servizio IT come poche volte mi è capitato di incontrare se non in grandissime aziende.

Poi ho fatto il paragone con la realtà nella quale lavoro e mi sono quasi messo a piangere: Ma perchè noi no? Ma perchè in tutte le aziende dove ho lavorato ci (mi) mancava sempre il centesimo per fare l’euro? Arrivavi fino a li e poi alla fine ti facevano sempre capire che si, sei bravo, però è ancora troppo presto, ti manca l’esperienza, sei giovane, aspetta e arriverà anche il tuo turno, sono in vista cambiamenti che vedrai riguarderanno anche te, eccetera. Le solite frasi dette da persone ormai “anziane” ma inamovibili dai loro posti.

Poi pensi che è così in gran parte delle aziende italiane e in gran parte dell’italia, basta vederlo nello scontro politico attuale. O ti guardi intorno, anche nella nostra piccola realtà comunale: bene o male le stesse persone da 20 anni alla guida della città. E nell’azienda dove lavoro? Tre pensionati over 65 ai vertici (Presidente, Direttore, Responsabile Tecnici), con un consulente di over 80 per il bilancio.

Tutte brave persone, per carità, però dopo giornate così, mi accorgo di diventare cattivo, e pensare che il cambiamento, l’innovazione, il think different, potrà avvenire solo per estinzione fisica delle persone e che con le mie sole forze, da sole, non sono riuscirò mai a fare nulla.

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