In futuro agnolotti per tutti

Leggo sul Il Monferrato di venerdi che continua lo scambio epistolare tra vari personaggi che in un modo o nell’altro lavorano nel settore turistico. Due di questi personaggi mi sono noti.

Il primo è Gilberto Borzini che, oltre ad essere professore universitario esperto di turismo, ha anche aperto un negozio di prodotti tipici nella mia città; il secondo è Virgilio Gavazza noto commerciante moncalvese e presidente dell’associazione Moncalvo in tavola.

Il pomo della discordia, mai frase fu più adatta, è ovviamente la promozione turistica del monferrato e del suo territorio. Sembra che al nostro prof la promozione esclusivamente gastronomica non piaccia, è necessario percorrere anche altre strade, il vero turismo non è quello mordi e fuggi delle sagre paesane, il turista vuole anche altro: divertimento, cultura, eccetera. Ovviamente tutto questo urta le idee del Virgilio Gavazza che rispondendo con una lettera al nostro prof difende la promozione della gastronomia monferrina e mette l’accento sulle iniziative prese dai commercianti moncalvesi per promuovere e tutelare i loro prodotti tipici, sottolineando che grazie ad essi il turismo da mordi e fuggi, con il tempo, si fidelizza e via di questo passo.

Non pretendendo di risolvere la questione vorrei però dire due cose, partendo dalla premessa che quanto sostiene il prof Borzini non è una novità e tutti gli operatori turistici del monferrato sanno che la sola promozione gastronomica non basta e pertanto non mi suonano di verità rivelata le affermazioni del nostro, e per dirla tutta, la sua fama in rete non è delle migliori, ma per par condicio linko anche la sua versione.

E daltra parte conosco Virgilio Gavazza, siamo coetanei, saltuariamente acquisto anche i suoi agnolotti che sono buoni, ma nonostante questo non posso non rilevale che le sue tesi suonano semplicistiche e vecchie . Il sostenere le sagre e i prodotti tipici non ci deve impedire di vedere che il 99%  dei partecipanti di queste manifestazioni sono persone che abitano nel raggio di 50 km. Questa situazione, ha ragione Borzini, non è promozione turistica, è fare un mercato (nel senso di luogo di vendita) in modo diverso.

Ma per dirla fuori dai denti tutte le volte che leggo di querelle sulla promozione turistica del monferrato mi cascano le braccia. Ma come?!? Ma possibile che pretendiamo di risolvere i problemi del nostro territorio solo con il turismo? Ma pensiamo sinceramente che il futuro di Moncalvo o di Casale sia il turismo? Certamente non saranno i, pur buoni, agnolotti di Virgilio il futuro dei giovani di moncalvo, così come non saranno solo le pur buone iniziative del prof Borzini a far si che tutto il monferrato viva di turismo.

Se l’Italia non è riuscita a trattenere in una sua università il bravo Simone Ferraro di Casale, brillante fisico laureatori a Cambrige e ora ricercatore a Princeton e al KICP di Chicago che in una sua recente intervista sempre al Il Monferrato afferma: “… negli Stati Uniti si può aspirare a una vita agiata con i risultati dei propri studi” e ancora “Ci sono tanti buoni cervelli in Italia, ma per crescere devono scappare e sono rimasto stupito dalle opportunità offerte ai giovani negli Stati Uniti”, come possiamo pretendere che giovani “più normali” restino qui a Moncalvo o a Casale quando sappiamo offrire loro solo un futuro come operatore turistico?

Casale e il casalese negli anni 50 erano la capitale del cemento. Ora Buzzi Unicem è vero che ha mantenuto la sede e lo stabilimento, ma nella prima non si fa certamente ricerca e innovazione, e per quanto riguarda il secondo è lo stabilimento storico e pertanto attivo per tali motivi. La Cerruti, altra storica azienda, ha il suo centro ricerche a Vercelli, la Diffusioni Grafiche ha dichiarato fallimento, l’industria del freddo casalese è, passatemi la battuta, congelata. Forse sono questi i temi che andrebbero affrontati, per carità anche il turismo dovrà fare la sua parte, ma non credo che possa da solo risollevare un territorio. Cultura, Turismo, Nuove Tecnologie, Industrie, Servizi; questo secondo me il mix sul quale bisogna lavorare e sul quale, se è il caso, polemizzare.

Per la cronaca: Simone Ferraro ha partecipato all’importante congresso internazionale della Scuola Internazionale di Cosmologia di Trieste. La notizia divertente, o tragica, fate voi, è che era con la delegazione degli Stati Uniti e pertanto non rappresentava l’Italia.

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