Animatori, Oratorio e Estate Ragazzi 2009

Ieri sera all’incontro di programmazione c’è stata una discussione su come sta procedendo il lavoro per la preparazione di Estate Ragazzi e su cosa significa essere animatore.

Vorrei che per tutti sia chiara una cosa: non si diventa animatori dall’oggi al domani. E sopratutto non è perchè si è invitati a dare una mano durante l’estate che ci si può vantare di essere animatori a destra e a manca. Arrivare all’ultimo momento e pensare di decidere e fare senza tenere conto di quanti si sono impegnati per programmare quel momento particolare, o peggio arrivare e trovare la "pappa pronta" fatta da quei pochi che si sono impegnati.

Essere animatori è una scelta di vita, uno stile di vita. E’ un percorso lungo anni, fatto di COSTANZA, IMPEGNO, VOGLIA DI METTERSI IN GIOCO, STARE IN GRUPPO, FARE GRUPPO, COERENZA, PARTECIPAZIONE, CRESCITA PERSONALE E DI GRUPPO. E mille altre cose su cui non mi dilungo.

E scusatemi la franchezza, noi del Gruppo Animatori (che quest’anno facciamo 10 anni di gruppo insieme!!!) abbiamo le scatole piene di quanti arrivati all’ultimo minuto si attribuiscono il titolo di Animatore senza manco avere fatto, non dico almeno un anno di gruppo, ma manco essere venuti ai tre incontri di "mini corso" che abbiamo organizzato.

Essere animatori è per molti, ma non per tutti. Nessuno è obbligato. Ma a chi ha voglia di farlo chiediamo impegno, costanza, partecipazione, voglia di crescere, umiltà. Non mi sembra di chiedere tanto.

Estate Ragazzi si avvicina, ma chi non se la sente, non ha voglia, ha altro per la testa, è ancora in tempo a dirci: "Mi dispiace, ho deciso di fare altro." Per noi non sarà un tradimento, non lo guarderemo "male", anzi saremo felici per lui, perché ha avuto il coraggio delle proprie idee e farà quello che gli piace. Può darsi che non sia ancora il tempo giusto per lui o che questa non sia la sua strada. Nessuno deve per forza fare l’animatore. Meglio tre animatori "convinti e impegnati" che dieci animatori svogliati o che pensano ad altro o peggio che aspettano solo la fine della giornata per scappare e andare dagli amici.

Per riflettere e pensare.

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