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Pasqua 2020

Sunday, April 12th, 2020

Oggi è Pasqua, una Pasqua diversa dal solito e probabilmente unica. Per i credenti la Pasqua è il centro della fede perchè se Cristo non è risorto vana è la nostra fede e noi siamo i più reietti degli uomini.

Ma anche se non siamo credenti questa Pasqua assume un significato simbolico come mai prima. E’ davvero un passaggio epocale; chi di noi potrà dire sinceramente che nulla è cambiato e siamo gli stessi di prima?

Dobbiamo cambiare. Ma lo facciamo perchè costretti dalle circostanze o perchè siamo realmente convinti che serve una nuova via, un nuovo modo di pensare, un nuovo modo di vivere,un nuovo modo di stare insieme, un nuovo modo di amare? Più veri, più sinceri, più umani di quelli che finora abbiamo praticato.

Nella cultura Ebraica, la Pasqua oltre al significato che conosciamo, è anche il momento in cui si butta via il vecchio lievito e si genera quello nuovo. Ecco il significato del pane azzimo.Per un certo periodo non è ancora pronto il nuovo lievito e pertanto il pane è azzimo, non lievitato. E’ nutrimento, sostiene l’uomo, ci nutre, ma non è buono al palato, non ci soddisfa appieno.

Ma adesso è Pasqua. Il lievito è pronto dopo questa lunga quaresima. E’ il momento di impastare il nuovo pane con il lievito nuovo. E’ il momento di ritrovare la nostra umanità e fratellanza.

E’ il momento di far lievitare la nostra vita insieme agli altri, per gli altri. Ognuno di noi può e deve fare fare la sua parte in modo che davvero #andratuttobene e il domani sia ancora più radioso e gli abbracci ancora più veri di quelli di oggi.

Non ci deve abbandonare la speranza, non dobbiamo farci abbattere dalla tristezza e dal dolore. Ritroveremo il significato della nostra vita ancora più chiaro, ritroveremo la nostra capacità di amare ancora più forte, le nostre amicizie ancora più vere, la bellezze del mondo ancora più sfolgorante. Non perdiamo la speranza. Il dolore, la malattia, la morte non hanno l’ultima parola sull’uomo e questo vale sia per chi crede, sia per chi non crede.

Questo è il mio augurio per questa straordinaria Pasqua 2020: non tenere nulla del vecchio lievito e impastare il nuovo pane con solo il nuovo lievito perchè davvero sia un nuovo inizio.

Auguri darlings mille e mille tenerezze

Pasqua per tutti

Sunday, April 4th, 2010

E anche quest’anno e’ Pasqua. Per noi cristiani è sempre un tempo durante il quale è normale prendersi impegni di rinnovamento spirituale, morale e di vita.

In questo periodo anche la Chiesa (come istituzione) non se la passa bene, vedi il gravissimo scandalo dei preti pedofili. Certo, per noi che crediamo, è “semplice” distinguere tra la Chiesa come istituzione fatta di persone (con tutti i loro limiti e che non salva) e la Chiesa (corpo di Cristo), luogo privilegiato per l’incontro con lui e quindi santa. Ma per chi non crede che testimonianza stiamo dando noi cristiani? Non dovremmo forse essere sale della terra e luce del mondo? Non arrivo a pensare come Sined O’Connor che se Cristo ritornasse brucerebbe il Vaticano, ma condivido al 100% l’opinione espressa a La Stampa da John Waters; serve davvero un gesto di discontinuita’, di rinnovamento profondo, di nuovo inizio.

E’ stato detto che l’aver riconosciuto in uno schiavo crocifisso Dio, e’ la piu’ alta opera filosofica che l’uomo abbia compiuto; e davvero ha ragione Simone Weil quando afferma che Cristo si è spogliato della propria divinità perche’ anche noi ci spogliassimo della nostra, per tornare ad essere uomini. In questo senso Dio e’ davvero separato dal mondo perche’ l’unico criterio che il mondo riconoscere e’ la forza. La Chiesa (come istituzione) ha spesso sposato la tesi della forza, del potere, pensando che attraverso l’uso di questi mezzi sia piu’ facile il suo compito terreno.

Ma il mistero della fede cristiana sta’ proprio in questo: un Dio che rifiuta la forza e si affida totalmente agli uomini per portare tutta l’umanita’ a Lui. E il grande errore e’ proprio quello che accecati dal desiderio di “fare la volonta’ di Dio” usiamo proprio i mezzi che egli rifiuta.

Anche nel nostro piccolo, nelle nostre parrocchie, le persone piu’ impegnate sono a volte sviate da questo desiderio “missionario, di conversione” e esercitano tutta la loro forza verso gli altri. Ci dimentichiamo che il nostro compito, la nostra “missione” non e’ quella di salvare gli altri. C’e’ gia’ stato chi ci ha pensato ed e’ risorto. Noi non salviamo nessuno. Il nostro compito e’ quello dei testimoni, certo sempre pronti a chiarire a parole, ma testimoni nella vita, negli atti di tutti i giorni, nelle scelte quotidiane. Vivere in pieno la nostra umanità, in solidarieta’ e condivisione con i fratelli; sentendo che la fatica, le sofferenze del nostro prossimo sono le nostre, la sua felicita’ e la sua gioia sono le nostre.

Un cristianesimo minore? Forse: ma dal volto umano.