Posts Tagged ‘economia’

Protezionismo all’italiana

Wednesday, March 23rd, 2011

Uno degli argomenti che attrae sempre la mia attenzione e sul quale cerco di documentarmi è l’economia. Premesso che non ho seguito nei dettagli la vicenda delle scalate francesi a Bulgari e a Parmalat, perciò segnalo questo bell’articolo su Lavoce.info.

A me sempra una ennesima dimostrazione della nostra debolezza economica, politica e della scarsa cultura capitalista che ci ha sempre contraddistinto.

Hi-tech italiano

Monday, February 28th, 2011

Ho scritto molte volte sul declino tecnologico e non solo dell’italia, per esempio in questo post, o in questo, o in questo, e anche in altri.

Segnalo perciò con particolare piacere l’inchiesta di Wired sui (pochi) distretti tecnologici ancora esistenti in Italia. Piccole e medie realtà che cercano di resistere e fare innovazione in un paese sempre più con lo sguardo rivolto al passato. Ed è da questi che una seria politica industriale dovrebbe ripartire. Come si legge nell’inchiesta:

È difficile che il Paese possa riacquistare a breve una posizione di punta sul piano dell’alta tecnologia …..  ma queste  sacche di resistenza possono comunque dare molte opportunità di crescita e garantire effetti di spillover importanti sull’intera industria”.

Ancora sul digital divide tra generazioni

Friday, January 7th, 2011

Un altro bel post sul digital divide italiano e il conflitto generazionale

(via Stefano Quintarelli)

Noi siamo i giovani

Monday, November 15th, 2010

Mentre nel paese, sempre più alla deriva, alcune menti illuminate cercano di mettere all’attenzione dell’opinione pubblica il problema del ricambio della classe dirigente politica e non; qui da noi nel Monferrato capita che l’azienda per la quale lavoro che è una consorzio di comuni per la gestione del servizio idrico integrato sia diretta da tre pensionati, tutti rigorosamente over 60.

Forse visto il momento critico per questo tipo di servizio con l’entrata in vigore del cosidetto decreto sulla privatizzazione dell’acqua, avere dei pensionati nella stanza dei bottoni non è un vantaggio.

La provincia c’ha i numeri?

Sunday, September 26th, 2010

Recentemente, grazie anche ai social network, sono stati riallacciati i contatti con i miei ex compagni di classe delle superiori. Carlo, mio ex compagno è come mi ricordavo, sempre il più attivo, e ci ha coinvolti in una cena di rimpatriata.

Andrea ha avuto la bontà (e lo stomaco) di leggere il mio blog e questo mio post sulla vita di provincia rispetto alla vita di città lo ha indotto a mandarmi una mail nella quale difende, lui che ha anche lavorato in grosse città, la vita della provincia.

Il mio post voleva mettere in evidenza come gli altri (cittadini) ci guardano e di come noi viceversa guardiamo loro. Non nego che in provincia non ci possano essere eccellenze. Ma le condizioni italiane non aiutano a farle nascere o emergere. Inoltre, a mio modesto avviso, la provincia non sfrutta appieno tutto il suo potenziale. Faccio un esempio: la famosa Silicon Valley è appunto una valle, tutto sommato periferica negli Usa; non è NY per intenderci. Eppure è lì che si fà innovazione, e non certo per caso. Ecco da noi c’era la possibilità della Silicon Valley, cosa era l’Olivetti e tutto l’indotto di Ivrea? Persino in Autostrada c’è ancora il cartello pubblicitario: Ivrea città dell’informatica. E invece cosa è rimasto? Appunto: il cartello.

Certamente la qualità della vita in provincia è migliore che nelle grandi città, ma questo parametro, per quanto importante, da solo non basta. La ngn sarebbe una grande opportunità di sviluppo per le provincie (intese come territorio perificherico alle città e non come soggetto politico), ma già solo nella mia realtà locale non ho ancora sentito nessuno, privati, istituzioni pubbliche, aziende, muoversi per essa.

Anche dal punto di vista strettamente culturale in provincia si insegue in modo eccessivo una riscoperta della cultura locale, che per quanto da conoscere, è periferica rispetto ai grandi temi della cultura nazionale o internazionale. Non tutti hanno la fortuna di chiamarsi Roma e di avere alle spalle secoli di storia e influenza. La maggior parte dei paesi o anche solo cittadine, ha alle spalle una normalissima e tutto sommato noiosa vita tardo mediovale; basti pensare alla maggior parte dei paesi del mio Monferrato. Eppure non si perde occasione per promuovere la propria cultura locale. Per carità, lungi da me pensare che questo non sia importante, ma la sola promozione del locale fà perdere di vista che si è inseriti in un ambiente più grande, in una società più grande e alla lunga si diventa appunto periferici e ininfluenti.

Non voglio nemmeno sostenere che la città sia meglio della provincia, mi vengono in mente numerosi esempi di luoghi periferici eccellenti: penso al festival di Giffoni, a quello di Carpi, al Mart di Rovereto e Trento. Se ci si rende conto delle potenzialità che la provincia può offrire e se le si fanno emergere e le si sostengono le periferie allora hanno la possibilità di crescere e con loro i loro abitanti.

Cosa succede in Unicredit

Wednesday, September 22nd, 2010

I miei affezionati 15 lettori sanno che cerco di mantenermi aggiornato anche sulle questioni economiche, per non essere impreparato di fronte alla globalizzazione che avanza e al peso sempre maggiore che l’economia ha ormai nella nostra società. Inoltre recentemente sono diventato cliente del gruppo Unicredit e quindi come dire, gli sviluppi della storia mi interessano in prima persona.

Ecco allora venire in soccorso, come al solito, Il Post con questo bell’articolo di Francesco Costa, dove in modo molto chiaro si fa’, come si dice, il punto della situazione.

Linee guida per spartirsi la ngn

Tuesday, September 14th, 2010

Recentemente ilSole24ore ha anticipato un rapporto del comitato per ngn dell’Agcom. In questo documento definito “top secret”??? vengono proposte le regole per la costruzione della nuova rete a banda larga e il graduale swich off della rete in rame.

Nella sua rubrica su Punto Informatico Massimo Mantellini analizza questo documento con il suo solito stile caustico. Ma come non essere della stessa opinione? Un documento sulla ngn interamente incentrato sul modo in cui spartirsi le aree più vantaggiose e senza un minimo tentativo di produrre una buona idea per portare la ngn a tutti voi lo definireste adeguato per il futuro della rete in Italia? E mentre noi stiamo ancora al comitato altri paesi stanno investendo e metto l’accesso alla banda larga come diritto fondamentale del cittadino.

Poi uno si vede in tv la pubblicità della Alice Telecom che navighi senza limiti fino a 20MB e poi scopri che a Moncalvo, dove peraltro arriva solo la 7MB, non è più possibile attivare nessuna adsl. Un paese di 3500 abitanti con, esagerando, la possibilità di solo 100 connessioni adsl. Questa è la situazione della rete in Italia. Altro che sogni di gloria con la ngn.

Sempre nel famoso documento (ormai disconosciuto dallo stesso comitato che lo ha redatto)  è indicato come spartirsi l’Italia in zone più o meno profittevoli ed è scritto che le principali località turistiche dovrebbero rientrare nel cluster 1. Riprendendo questo mio post, vorrei capire se qualcuno degli enti o delle persone che si occupano di turismo nel monferrato si è mai interessato alla situazione della banda larga in zona. Questi signori pensano di risolvere tutto con agnolotti e tartufi?

E mentre i nostri politici fondano correnti/partiti/fondazioni con riferimento al futuro, loro stessi sono incapaci di pensare e progettare il futuro e ancor meno proporre una visione di futuro alle autorità di controllo che nominano.

Eataly in New York

Tuesday, August 31st, 2010

Eataly apre oggi il suo negozio a New York. Il cibo italiano al centro del mondo, ma come spiega Farinetti, c’è ampio spazio per prodotti locali accuratamente selezionati e che meritano essere conosciuti e mangiati.

Metti l’antivirus nella cpu

Saturday, August 21st, 2010

Il colosso dei chip Intel ha acquistato McAfee nota software house di Santa Clara produttrice del famoso antivirus

Prendi i soldi e scappa

Friday, July 16th, 2010

Leggo su Il Post l’analisi dell’inarrestabile crescita di Stefanel in borsa dopo l’annuncio dell’aumento di capitale da 50 milioni di euro. Una ulteriore prova dell’immaturita del mercato borsistico italiano.