Sette anni

Cara amica,

sono sette anni. Un buon traguardo.

Sette anni fa grazie al tuo grande gesto d’amore, tu, una donna (e chi altri se no?) morendo hai concesso ad altre persone, tra cui il sottoscritto, di tornare a vivere. Una morte ha ridato la vita, all’apparenza un ossimoro.

Ti penso spesso. Ti immagino madre e sposa felice, con tanti progetti per il futuro, e non posso non sentire dolore per te e per chi ti amava. I bambini? Come stanno oggi? Io so cosa vuol dire crescere senza un padre, ma come si supera, come si argina la sofferenza, lo strazio per la perdita della mamma?

E da questa marea di dolore è uscita la mia felicità, è arrivata Adele, e poi, come in una cascata, tutta la ritrovata normalità di una vita senza dialisi, senza dolore fisico e spirituale.

Mi domando se è giusto. Perché alla fine si è trattato di questo: di una vita per una vita. La tua vita interrotta è stata l’inizio della mia nuova vita. La meritavo? E perché io si e tu no? Perché al mondo c’è bisogno di un Maury e non c’era bisogno di te?

Domande a cui non so rispondere. Ed è sette anni che me le pongo. Quasi ogni giorno alzandomi.

Mi sono però dato questa regola: ad un grande gesto d’amore deve corrispondere una grande umanità. Vivere la mia vita nel modo più umano possibile, cercando di “comportarsi bene” come diceva mia mamma; che non vuol dire solo essere buoni, ma significa che ci sono le cose giuste e quelle sbagliate; e bisogna fare quelle giuste.

Oggi più di ieri.

Sentire il dolore delle persone, e compatirlo, nel senso di patirne anche noi una parte, perché nessun uomo è un’isola come già diceva John Donne e il dolore e la sofferenza degli altri è anche un poco il mio dolore e la mia sofferenza.

Oggi più di ieri.

Se la mia vita ha un senso, se c’è Adele, se sto bene è perché una persona per me estranea ha incrociato la sua vita con la mia. In questo incrocio lei mi ha donato la sua vita come gesto di scommessa sulla bontà degli uomini e sull’amore. E quella persona, non più estranea, se tu cara amica, che sei parte di me.

Cara amica, in questi sette anni portandoti con me, nonostante i buoni propositi non credo di essermi meritato sempre il tuo gesto d’amore. Ma anche negli errori non mi sono mai tirato indietro dalle mie responsabilità e ho sempre chiesto scusa, cercando di imparare a non ripeterli. E credo proprio che questo sia anche merito tuo.

Vivere non è facile e tu certamente lo sai, ma il tuo gesto mostra che proprio sull’amore bisogna costruire la nostra vita se vogliamo che abbia un senso, per quanto corta o lunga sia.

Grazie cara amica. Ti ricordo sempre.

Oggi più di ieri.

 

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