Archive for February, 2014

Sempre e solo Carolina

Friday, February 21st, 2014

Il coronamento di una carriera fantastica!

carolinasochi2014

 

Che fine farà WhatsApp?

Friday, February 21st, 2014

WhatsApp la famosa app per messaggi tra cellulari è stata comprata da Facebook. Non so ancora se la notizia è positiva o negativa. Per Brian Acton e Jan Koum (fondatori di whatsapp) certamente positiva vista la cifra che FB ha sborsato. Per noi utenti non so.

Certamente con questa acquisizione FB aumenta, e di molto, la propria forza nella comunicazione mobile.

Cultura digitale Moncalvo e utilizzo della rete

Sunday, February 16th, 2014

Stasera, tra la lettura de IlPost e una visita allo Store della Apple, ho aperto il sito web della Parrocchia di Moncalvo gestito dall’amico Piero e da altri. Ho seguito il link alla neonata associazione Guglielmo Caccia Onlus (noi moncalvesi siamo campioni nel creare associazioni in fotocopia e qualcuno prima o poi mi dovrà spiegare perchè) che rimanda ad una pagina Facebook. Come i miei affezionati cinque (5) lettori sanno ho un problema ad accettare FB (e va be è un mio limite) ma quello che mi ha sfavorevolmente colpito è che la pagina non è pubblica.

guglielmo caccia fb

Ma continuo a ripetermi: sappiamo usare i social network? Meglio ancora, sappiamo usare la rete? Che senso ha creare una pagina FB visibile solo agli iscritti a FB? E’ forse la rete FB?

La stessa cosa si ripete per il grande successo del gruppo “Sei di Moncalvo se…”. Anche qui, la lodevole l’iniziativa di Denis, lodevole davvero per la memoria storica che si vuole preservare, ai miei occhi è in qualche modo “limitata” dalla scelta del mezzo, FB, che non usato correttamente, rende il lavoro di Denis usabile solo da alcuni.

Il saper usare il mezzo, in questo caso i social network, non significa capirli o capire la rete. O come ha scritto Stefano Epifani in risposta alla stupida dichiarazione del Ministro Carrozza: “Saper accedere a Facebook non vuol dire conoscerne rischi, opportunità, potenzialità. Vuol dire saper svolgere una operazione resa volutamente semplice da chi ha competenze e capacità per farlo. Così che anche un analfabeta (digitale) possa usare un social network. Ora: si tratta di capire se vogliamo formare una generazione di analfabeti digitali che come scimmie ammaestrate sappiano usare google, o una generazione di persone che sappiano comprendere come gli strumenti disponibili stiano cambiando la società.”

Io resto dell’idea, già più volte scritta su questo blog, che il grosso limite delle nostre zone non è tanto il digital divide, la possibilità di accedere alla rete, ma il gap culturale su internet e la rete. E non aspettiamoci che questo divario sia colmato nel breve periodo dalle istituzioni. Se non ci muoveremo noi con iniziative “dal basso” saremo sempre indietro un giro: noi, i nostri figli e il nostro territorio. Perchè, nonostante quello che dichiarano e scrivono gli amici moncalvesi impegnati in politica o in altri ambiti, Moncalvo non può vivere di solo turismo e commercio. E l’operazione “nostalgia” dell’amico Denis con il ricordo della T.T. (Trasformazioni Tessili), della Rota (macchine agricole) o del Casinò, se da un lato ha il pregio della memoria, non vorrei che diventasse una scusa per guardare al passato come riferimento e non invece al futuro come opportunità. Perchè quelle storie (la T.T., la Rota e altre) sono un atto d’accusa di come una cultura d’impresa, risorse del territorio e conoscenze sono state perdute perchè non in grado di innovarsi. E se manca innovazione a Moncalvo è anche un poco colpa nostra.

Renzi: delusione o coraggio?

Friday, February 14th, 2014

Ho sempre sostenuto e votato Renzi. Però quello che è successo in questi giorni mi hh lasciato un gusto veramente amaro in bocca; perchè ho sempre pensato che con Renzi la politica poteva essere diversa. Sottoscrivo (e non è la prima volta) parola per parola quello che Luca Sofri ha scritto ieri, perchè nonostante quello che ipotizza Francesco Costa, quello che è successo era proprio quello che non doveva più accadere con la nuova politica.

Invece ecco qua, a sperare, che abbia invece ragione Renzi e che davvero adessi inizi una nuova stagione di riforme che l’Italia aspetta da anni, dimenticandosi del modo in cui è iniziata (anche se i mezzi sono il fine come dice Sofri).

P.S.: il bel post di sfogo di Massimo Mantellini

Il secondo rapporto caio sulla banda larga italiana

Saturday, February 1st, 2014

E’ stato pubblicato il secondo rapporto caio sulle telecomunicazioni in Italia. Le notizie non sono proprio confortanti. Di questo passo, se va bene, e con l’intervento del governo (quale?!?) avremo entro il 2020 al massimo il 70% del paese coperto dalla banda larga a 30/50 Mbps, l’altro 30% senza investimenti pubblici è tagliato fuori.

Il secondo problema è che l’agenda digitale europea prevede entro il 2020 almeno il 50% del territorio italiano coperto dalla banda larga e qui noi saremo in regola, peccato però che per l’europa (e anche per chi è esperto di telecomunicazioni) banda larga significhi 100 Mbps e non i 30/50 Mbps ai quali le nostre compagnie telefoniche (in primis Telecom) stanno puntando.

Ma perchè noi italiani, se avremo la banda larga, l’avremo solo a 30/50 Mbps? Per una scelta sciagurata e al risparmio delle compagnie telefoniche, che puntano a portare la fibra solo alla cabina di strada vicina all’abitazione, in gergo FTTcab (fiber to the cabinet), invece che portarla direttamente fino all’abitazione FTThome (fiber to the home). Anche chi è a digiuno di telecomunicazioni capisce che se in casa arriva sempre il doppino di rame, non potrà mai andare oltre i limiti fisici imposti dal mezzo di trasmissione.

Insomma: da una parte le compagnie che puntano a posare fibra il meno possibile per risparmiare, magari con le eccezioni delle grandi città dove c’è maggior possibilità del ritorno dell’investimento, dall’altra il governo che a parole promette grandi cose ma che nei fatti rema contro.

Luca De Biase, persona competente e brava, spera che Francesco Caio con il suo rapporto possa cambiare la situazione. Lo speriamo anche noi per il bene dell’Italia e dei nostri figli.